Maxi-rissa ai Giardini Margherita, Merola: "Cosa succede agli adolescenti?"
Aveva già espresso la propria preoccupazione durante l'intervista a Parco Nord. Oggi la ribadisce. Il consigliere Zacchiroli: "Noi consiglieri nelle scuole, andiamoli a trovare senza paternalismi"
Ne aveva già parlato durante l'intervista alla Festa dell'Unità e aveva bacchettato i genitori dei 250 adolescenti che nel tardo pomeriggio di venerdì se la sono data di santa ragione ai Giardini Margherita, dopo un appuntamento sul web: "Episodio da non sottovalutare - aveva detto - non si è trattato solo di ragazzini, ma anche di maggiorenni. Non puo'' essere che quando i Carabinieri e la Polizia li hanno riportati ai genitori, questi abbiano risposto 'vi occupate di loro con tutti i problemi che abbiamo".“
Nuovamente interpellato dalla stampa, oggi ha ribadito: "Certo che sono preoccupato. Siamo in contatto con la Procura e vediamo anche dal punto di vista della prevenzione cosa riusciamo a fare".
In tanti denunciano il degrado dei Giardini Margherita, si interverrà? "Quello si fa da tempo - ha risposto - ma qui c'e' un salto diverso. Bisogna vedere in città cosa sta succedendo nel mondo dell'adolescenza, assieme alle famiglie".
PROPOSTA ZACCHIROLI: "ANDIAMOLI A TROVARE". In un intervento in consiglio comunale, il consigliere PD invita l'amministrazione a "creare spazi di aggiornamento degli insegnanti perché abbiano gli strumenti di conoscenza per insegnare ai giovani quei mondi virtuali che frequentano, le loro insidie ma anche le grandi opportunità. Creare spazi dove i genitori stessi possano imparare a discernere ed essere aiutati in un mestiere che diventa sempre più difficile ogni giorno. E non si tratta solo di differenze generazionali. È la frequentazioni di mondi altri, di cui non si concepisce il linguaggio e che hanno sui giovani degli effetti che possono essere devastanti".
Non bastano le sedute straordinarie per Zacchiroli, ma "dobbiamo agire in prima persona. Mi piacerebbe che con l’assessore Pillati si organizzassero momenti coi ragazzi nelle scuole, che coinvolgano anche noi consiglieri comunali, perché alla fine, nel disagio dei giovani, al fondo, c’è sempre, tra gli altri, il timore di essere soli, di un mondo dei grandi a cui non interessi, e tra questi sta anche la politica, il servizio agli altri. Allora andiamoci, non aspettiamo che vengano loro, o che si incontrino da altre parti per darsele di santa ragione. Andiamoli a trovare... Ad ascoltare un disagio che c’è e contro il quale, anche noi, dobbiamo fare la nostra parte. Fare capire che tra la bolofeccia e la bolobene, c’è la Bologna che ascolta e insieme a quei ragazzi, alle loro famiglie, alla scuola e alle tante agenzie educative, vuole farsi vicina per affrontare insieme il presente e il futuro con meno paura e con in mano gli strumenti giusti per farcela assieme, la Bologna che non è né quella “bene” né quella della “feccia”, la
Bologna che è comunità".