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Cronaca

Bologna-Londra e ritorno: i racconti di viaggio del dipinto di Artemisia Gentileschi

Silvia Battistini, conservatrice delle Collezioni Comunali d'Arte di Bologna: "Il prezioso quadro ha viaggiato su camion climatizzati, con sospensioni particolari ed equipaggi speciali"

Chi meglio della conservatrice delle Collezioni Comunali d'Arte di Bologna, che tornano ad ospitare proprio in questo giorni l'opera di Artemisia Gentileschi "Ritratto di Gonfaloniere", potrebbe raccontare come avvengono i prestiti di opere d'arte fra musei (il "nostro" è stato ospite della National Gallery di Londra) curiosità e sistemi di sicurezza inclusi? L'intervista a Silvia Battistini diventa praticamente un racconto di viaggio. 

Come è nata l'idea del prestito del dipinto alla National Gallery di Londra? All'interno di quale esposizione è stato inserito e per quanto tempo? Ha avuto successo?

"I Musei Civici d’Arte Antica dell'Istituzione Bologna Musei effettuano come attività ordinaria il prestito di opere a mostre di alto e comprovato valore scientifico e per questo seguono un protocollo internazionale, che richiede requisiti di sicurezza molto precisi da parte degli organizzatori e presuppone anche l’approvazione del prestito da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

Nel 2018 la National Gallery di Londra ha acquistato e restaurato un importantissimo dipinto di Artemisia Gentileschi - un raro autoritratto, nel quale la pittrice rappresenta se stessa nelle vesti di Santa Caterina d’Alessandria, realizzato tra il 1615 e il 1617 - e per presentarlo al pubblico ha voluto organizzare una mostra monografica dedicata alla celebre artista, che aveva anche vissuto e lavorato in Inghilterra. La mostra appena conclusa ha avuto indubbiamente un grande rilievo storico, anche in quanto la prima realizzata in Inghilterra interamente incentrata su questa artista italiana.

Il Ritratto di Gonfaloniere conservato alle Collezioni Comunali d’Arte, datato 1622 e firmato, è uno dei dipinti più celebri della pittrice e già in passato è stato oggetto di prestito per esposizioni in Italia e all’estero, in cui erano presenti altri suoi lavori. Non poteva dunque mancare in una rassegna così importante, che ha fatto fatto luce su nuovi aspetti della vicenda artistica e umana della pittrice.

In anteprima il VIDEO del dipinto raccontato da Silvia Battistini

La mostra ha avuto un ampio riscontro di pubblico e critica, malgrado sia stata costretta, prima, ad un rinvio del periodo di apertura e, successivamente, ad un periodo di chiusura forzata a causa del Covid-19".

Come ci si comporta in un caso come questo? Come viaggiano le opere d'arte, con quali sistemi di sicurezza e garanzie? Su quali mezzi? A chi appartiene l'opera?

"L’ente che organizza la mostra affida il trasporto ad una ditta specializzata in opere d’arte, che si occupa anche di realizzare casse appositamente concepite, rivestite internamente di materiali antiurto. L’opera viene presa in carico dal momento in cui è staccata dal chiodo nel museo al momento in cui vi ritorna; per tutto questo periodo è coperta da polizze assicurative specifiche. Le ditte di trasporto specializzate sono dotate di camion climatizzati, con sospensioni particolari, che viaggiano con equipaggi formati in modo specifico sia nella guida che nella movimentazione delle casse. Ogni mezzo è poi protetto da sistemi di sicurezza GPS. Anche l’opera di proprietà delle Collezioni Comunali d’Arte ha seguito questo iter".

Gonfaloniere di Artemisia Gentileschi: le fasi di disallestimento dell'opera

Quali sono le caratteristiche peculiari del Ritratto di Gonfaloniere? C'è qualche particolare che ci suggerisce di notare nel momento in cui si è di fronte al quadro?

"Il dipinto ritrae il protagonista a figura intera: questo significa che era il ritratto ufficiale di un personaggio importante. La posa segue le convenzioni dell’epoca, ma se ci si sofferma ad osservare il volto si coglie un’attenzione per la descrizione dell’espressione e quindi del sentimento dell’uomo, orgoglioso della sua condizione, che il ritratto attestata in modo così solenne".

Un po' di storia del dipinto e della sua autrice?

"Non conosciamo il nome dell’uomo ritratto, anche se sono numerosi gli indizi inseriti nel dipinto per fissarne l’identità: dall’armatura indossata e dall’elmo posto sul tavolino si apprende che era un cavaliere; dallo stendardo con le insegne del Papa, appoggiato in un angolo della stanza, si sa che era stato insignito della prestigiosa carica di Gonfaloniere; c’è perfino uno stemma ricamato sul drappo di velluto che ricopre il tavolino, che sicuramente si riferisce alla sua casata, ma che non è stato ancora possibile riconoscere.
Artemisia era figlia di Orazio Gentileschi, pittore caravaggesco, nella cui bottega aveva imparato il mestiere. Si sofferma quindi a descrivere i giochi di chiari e di scuri sulle superfici degli oggetti, provocati dalla luce che entra nella stanza, compresa la lunga ombra della figura dell’uomo.
Dalle lettere che Artemisia scriveva, sappiamo che nel 1622 si trovava a Roma ed il suo lavoro riscuoteva un grande successo, al punto che il suo studio era molto frequentato da cardinali e altri membri della corte papale. Indubbiamente era di moda, in quanto inusuale, farsi ritrarre da una pittrice, ma certamente Artemisia si distinse nella pittura dell’epoca non solo perchè donna, ma per le sue qualità di grande artista".

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