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Cronaca Centro Storico / Via del Pratello

Una via del Pratello che 'può impaurire' fra lettere anonime, tentati rapimenti e psicopatici

Lo scrittore bolognese Roberto Carboni ha scelto come ambientazione del suo "L'Ammiratore" la mitica via del Pratello: "E' una storia che non da respiro"

"Luci e ombre, giocosità ma anche ribellione e portici stretti e androni bui. E’ un luogo che se descritto nel giusto modo, può davvero impaurire". E' così che lo scrittore bolognese Roberto Carboni descrive la sua via del Pratello anticipando (la presentazione domani alla Feltrinelli) il suo ultimo romanzo noir ambientato proprio in questa 'mitica' strada della città: "L'Ammiratore".

Osterie, vita notturna, cibo e musica, ma anche mistero per una via del Pratello come forse, non la si è mai vista. Un'intervista allo scrittore (ed ex tassista notturno, perfetto conoscitore della città) Roberto Carboni per lasciarsi incuriosire da una "Bologna noir".

Una descrizione de 'L'Ammiratore': di cosa parla il romanzo, come nasce, in quanto tempo, quali le ispirazioni e, se ce ne sono, delle curiosità sulla lavorazione del romanzo...

Federica Ansaloni, scrittrice salita alla ribalta dopo la pubblicazione di un crudo e controverso romanzo noir, in cerca d’ispirazione per la sua nuova storia, acquista un appartamento in via del Pratello, che era stato lo studio della sua psichiatra. La dottoressa Elisa Tonelli, trovata morta proprio lì dentro, in circostanze misteriose. E da quel momento la vita di Federica non le apparterrà più. Si troverà sballottata tra vicini invasati, minacciose lettere anonime, psicopatici che la perseguitano, aggressioni, tentativi di rapimento, visite di vecchi pazienti della sua psichiatra, fan influenti che le si stringono attorno come zombie, e altri efferati omicidi. E una figura misteriosa che abita l’appartamento sotto il suo. Che non si fa vedere e non esce mai di casa. Ma la spia e la perseguita. Che esiste… o forse no.
Perché Federica accetta tutto in silenzio? Nasconde le lettere e non parla delle aggressioni, al suo fidanzato. Non si rivolge alla polizia.
Anche Federica nasconde qualcosa. Il suo segreto la sta facendo precipitare a picco. Glielo ricorda sempre, il suo ammiratore. Le dice di non preoccuparsi. Nessuno le farà mai del male. Nessuno.
Ciao occhi di bambola…
Nessuno. A parte lui. L’idea che mi ha mosso è stata quella di scrivere una storia che non desse respiro. La sfida era creare un romanzo che tenesse vigile l’attenzione del lettore dall’inizio alla fine. Così ho focalizzato l’attenzione del lettore sulla vittima, sulle sue paure e insicurezze, costruendole intorno un clima ostile. Ho impiegato due mesi e dodici giorni per la stesura, ma siccome dovevo partire per Parigi il 27 dicembre, per terminarlo ho lavorato nove ore sia la vigilia che il giorno di Natale. Ma… ne è valsa la pena. In tutta umiltà, amo particolarmente questo romanzo.

Avvertenze?

E’ una storia altamente infiammabile che ricalca il grande thriller italiano anni ‘70. Il mio editore stesso, nonostante sia specializzato nel giallo-noir, è rimasto un po’ troppo colpito la prima volta che l’ha letta. Ha dovuto metabolizzarla. E’ dura, scura e spietata, e punta direttamente verso l’abisso. Non per le scene cruente, ma proprio per l’ambientazione claustrofobica ed estremamente inquietante.

Il Pratello: perché proprio il Pratello? Come e quanto Bologna si presta alla letteratura noir?

Il Pratello è una strada-mito per noi bolognesi. Ma è anche il luogo perfetto per ambientarci questa storia. Luci e ombre, giocosità ma anche ribellione e portici stretti e androni bui. E’ un luogo che se descritto nel giusto modo, può davvero impaurire. Stessa cosa per Bologna. Dobbiamo sempre ricordarci che il romanzo noir è imprescindibilmente urbano. E rappresenta lo sguardo sul mondo, dello scrittore.

Da quanto tempo scrivi? Prima facevi il tassista: in che modo questa professione 'strada' ha aperto le porte alla tua carriera da scrittore? E sono arrivati il successo e la decisione di lasciare il volante per la macchina da scrivere?

Scrivo dal 2007, il primo romanzo nel 2009. Attualmente sono a dodici. Dieci terminati, sette già pubblicati. Due in fase di stesura. Una curiosità: ne L’Ammiratore, la protagonista è una scrittrice che sta appunto completando una storia. Ecco, io adesso sto scrivendo il suo romanzo, proprio quella storia. Praticamente a quattro mani con lei. Usando le sue idee (che poi sono le mie, ma filtrate dal personaggio che impersonavo durante la creazione). Infatti emerge anche il suo stile, più duro del mio.
Sì, ho fatto il tassista per 17 anni prima di potermi dedicare completamente alla scrittura, ed è stata un’esperienza umana impagabile. Ora scrivo e insegno scrittura creativa a tempo pieno. E non potrei essere più felice.

Progetti per il futuro?

Continuare a creare, studiare e capire le leggi che governano la tensione e la riuscita di una buona storia. Il mio futuro, lo vorrei esattamente come il mio presente.

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