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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rossella Brescia è "Carmen", profuga attaccata alla vita: "Tema dolorosamente attuale"

Tappa bolognese dello spettacolo questa domenica: "Bella e vivace questa città. Il cibo? Meraviglioso e so già che a Bologna 'sgarrerò' al mio regime da ballerina"

"Carmen" potrebbe essere oggi, 12 marzo 2022, una donna disperata che scappa dalla guerra. Un'ucraina, una siriana, una curda, un'afghana, una pakistana o una sudanese: "Mi piace l'idea di me stessa sulla scena a interpretare qualcosa di forte. E questo spettacolo lo è, soprattutto in un momento storico caratterizzato da libertà negate. La cultura è stata sottomessa quando invece non ha bandiera nè colore politico, Dostoevskij compreso" anticipa Rossella Brescia, che domenica pomeriggio sarà al Teatro Celebrazioni. Bella e brava, la ballerina che è anche attrice e conduttrice si riconosce in parte in questo personaggio forte portato in scena da Luciano Cannito. 

Balletto in due atti, l'opera è qui ambientata nell'isola di Lampedusa, isola del Sud per la ricca e annoiata Europa, mitico Nord per centinaia di disperati e profughi in fuga chissà da dove e chissà per quanto tempo. Carmen non ha paura di rischiare tutto per la propria libertà. Sa di essere ricca, di quella ricchezza che non si può comprare. È invece l'uomo Don Josè a essere un poveraccio imbrigliato nella sua burocratica e sicura armatura di maschio occidentale. E poi c'è Escamillo, il torero dell'opera di Bizet che in questa versione è lo scafista che ha traghettato Carmen e gli altri profughi fino a Lampedusa. L'uomo del successo da quattro soldi, l'uomo della gloria effimera. Tutto sommato l'uomo della superficialità. La storia di Carmen termina con la morte di Carmen. Ma perché non ci chiediamo che fine faranno Don Josè o Escamillo? Chi è il vero perdente? Chi muore o chi resta vivo?

Il tema che tratta lo spettacolo, quello dei profughi, è attuale oggi più cha mai visto quello che stiamo vivendo...

"Carmen è proprio una storia di profughi, una storia mediterranea iniziata tanto tempo fa con sbarchi che continuiamo a vedere: gente che cerca la libertà e un posto dove poter vivere. Disperata. E oggi, con il popolo ucraino in fuga dalla guerra, certamente è un tema attuale e doloroso: no, non siamo in un bel momento storico. Dopo due anni di pandemia e di libertà negate per forza di cose adesso un'altra privazione di libertà e oppressioni sconfortanti. Personalmente sto soffrendo molto e spero che si possa trovare presto un'intesa che interrompa tutto questo orrore. Non vedo l'ora di normalità". 

E il ruolo dello spettacolo e della cultura in tutto questo?

"Importantissimo, anche se in questo momento è stata sottomessa. Come è possibile che non si possa leggere Dostojesky? La cultura non ha bandiera nè colore politico. La cultura e le arti sono per tutti e il fatto che possa non essere così ammetto che mi fa soffrire". 

Cosa avete in comune lei e Carmen? Si riconosce nel personaggio che interpreta?

"Mi piace il suo coraggio di urlare la libertà, preferisce morire piuttosto di un amore che non è vero. Mi ci riconosco abbastanza, tranne che per l'ostentazione di bellezza. E' un personaggio con cui è divertente giocare perché ha tante sfumature, inclusa una fragilità molto nascosta e conservata". 

Il punto di forza dello spettacolo? 

"Una passione infinita che si respira in tutta l'opera, l'attaccamento alla vita e il trionfo del coraggio e della libertà, sentimenti molto attuali nei quali ci si potrà rivedere. E poi è una pomeridiana e io adoro gli spettacoli di pomeriggio: sono perfetti per la convivialità del prima e del dopo...Vi aspetto a teatro!". 

E la normalità per lei sono il palcoscenico, il set, la radio... 

"Sono stata molto concentrata su Il Santone con Neri Marcorè, ho il mio programma radiofonico e la prosa. Ma tornare sul palco con la danza è molto emozionante oltre che essere una boccata di libertà. Sono tornata a vedere ragazzi che negli occhi hanno un sogno...ricominciamo ad andare a teatro!". 

Il suo rapporto con Bologna? Scommetto che c'entra anche il cibo...

"Bologna significa gente genuina e simpatica. Una città bellissima e viva. Il cibo è un piacevole dilemma, così buono che sono certa di sgarrare questo fine settimana". 

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