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Cronaca Navile

Aerei sui centri abitati, a che punto siamo con il nuovo piano anti-rumore

La maggior parte dei voli dovrebbe concentrarsi su una zona dove abita il 5% della popolazione del Navile puntando ad aree meno residenziali, come quella intorno ai laghetti del Rosario. Dibattito acceso in Quartiere

Fa ancora discutere il tema del rumore provocato dagli aerei in decollo e in arrivo all’aeroporto Marconi. Come è noto ormai da anni, il frastuono dei velivoli disturba  gli abitanti di alcune zone di Bologna e dintorni come la Pescarola, Corticella, altre zone del quartiere Navile e, ad ovest, i comuni di Bargellino e Calderara. 

Il lavoro della Commissione aeroportuale (composta da Enac, Enav, Aeroporto di Bologna, Arpae, Ministero delle Infrastrutture e i comuni di Bologna, Calderara e Anzola) da anni monitora e fronteggia il problema, che tuttavia ad oggi investe migliaia di cittadini .

Il tema è stato affrontato martedì 9 maggio in un consiglio aperto del quartiere Navile: all’incontro, oltre a una cinquantina di residenti, erano presenti i consiglieri e la presidente Federica Mazzoni, l’assessora alla Mobilità e alle Infrastrutture del Comune di Bologna Valentina Orioli, alcuni consiglieri comunali e tre rappresentanti dell’Aeroporto di Bologna. Grandi assenti Enac e Enav che, come denunciano numerosi cittadini, da anni si rendono irraggiungibili. Enac e Enav, rispettivamente Ente Nazionale per l’Aviazione Civile ed Ente Nazionale per l'Assistenza al Volo, sono di fatto gli attori che gestiscono il traffico aereo, in entrata e in uscita, di tutti gli aeroporti nazionali, compreso quello di Bologna. “Sono i nostri capi” ironizza l’ingegner Tommaso Barilli, da anni a capo del Dipartimento sostenibilità ambientale dell’aeroporto: “Se parliamo di rumore non parliamo solo di rumore: l’impatto va sicuramente oltre il dato in sé. Siamo consapevoli degli altri fattori che comportano disagio, anche se è difficile da quantificare. Le norme italiane sul rumore ci danno indicatori per calcolare il rumore; diverso è calcolare un fattore psicologico. Quando parliamo di rumore parliamo di rumore generato dall’aeroporto, anche se i voli non sono gestiti dall’aeroporto”.

La proposta sul piatto: voli verso zone con meno centri abitati

“Oggi – continua Barilli – ci occupiamo di una questione specifica: i decolli sugli abitati di Bologna. Quando gli aerei decollano seguono una procedura molto precisa: raggiunto gli 800 piedi, devono fare una virata verso nord, seguendo un rateo di salita del 7%. Questo per limitare al minimo il sorvolo delle aree abitate che sorgono subito oltre la pista, come via Zanardi, Pescarola e poi anche Corticella. Certo, questa non è la soluzione unica e definitiva, ma nei piani dell’aeroporto dovrebbe diminuire sensibilmente la fascia di popolazione più colpita dal rumore. La maggior parte dei voli dovrebbe concentrarsi su una zona dove abita il 5% della popolazione del Navile, orientativamente nella zona dei laghetti del Rosario, dove i centri abitati sono minori o-in determinate aree - addirittura inesistenti, mentre ora interessa il 60% di questa popolazione”.  Questa nuova misura migliorativa “va ancora approvata, ma diventerà operativa auspicabilmente entro il mese di giugno. L’iter di Enav solitamente richiede 30/45 giorni, naturalmente previe verifiche” conclude Barilli.

Politica del low cost e "turismo tossico"

C’è da dire che le reazioni da parte dei residenti sono state più o meno prevedibili. Dislocare l'aeroporto o bloccare i voli notturni sono solo alcune delle proposte arrivate dagli interventi che si sono alternati dal microfono, intervallate da qualche chiacchiericcio di fondo fin troppo rumoroso e da un generale umore di sfiducia nei confronti dei rappresentanti del BLQ. Puntuale la critica di due esponenti di Coalizione Civica, rispettivamente Massimiliano Rubbi, consigliere di quartiere, e Detjon Begaj, consigliere comunale: “Sappiamo quale siano state le conseguenze di legarsi  ad una compagnia specialmente – dice Rubbi – e parlo di Ryanair. Forse è il caso di rivedere la governance, senza farsi guidare dal pilota automatico dell’aeroporto. Il traffico potrebbe essere spalmato su tutta la regione, e devo dire che finora il lavoro della Regione Emilia-Romagna non è stato dei più solerti”.

“Si vola troppo e male – ha tuonato invece Begaj –. La politica del BLQ è a quello di far registrare ogni anno il nuovo record di voli Ryanair, per poi venire qui a dire che faranno le virate. Un certo tipo di turismo e la politica del low cost sta creando un problema di disagio relativo alla turistificazione o, come lo chiamo io, il turismo tossico. Io sono contro l’ulteriore espansione dell’aeroporto Marconi, e lo dico con grande chiarezza. La maglia che porto me l’ha regalata un attivista di Greenpeace che insieme ad altri ha occupato Schiphol. Ebbene, ad Amsterdam vieteranno i voli notturni e i jet privati: perché noi non riusciamo a farlo? Abbiamo top manager che sono tra i più pagati, possiamo pretendere di più? E non che i manager di partecipate pensino solo agli accordi commerciali”.

L'intervento del presidente del Marconi

Tra gli interventi finali c’è stato quello di Enrico Postacchini, presidente dell'Aeroporto Marconi di Bologna, il quale ha sottolineato come Ryanair sia effettivamente il loro miglior cliente, e come esista una concorrenza con gli altri aeroporti regionali, rigettando quindi la visione dei due consiglieri di Coalizione Civica. Visioni opposte, e probabilmente anche opposti obiettivi. Nel mezzo, i cittadini stanchi del rumore incessante degli aerei. La battaglia è (ancora) aperta.

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