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Voli sui centri abitati: "Ecco il rumore che dobbiamo sopportare ogni giorno" | VIDEO-AUDIO

Bolognina e Pescarola tra le zone più colpite dal rumore degli aerei a bassa quota, che continua a far discutere i residenti. Ma a preoccupare i cittadini non è solo l'inquinamento acustico

Quello dell’eccessivo rumore degli aerei che partono o atterranno all’Aeroporto Marconi di Bologna sta diventando sempre più una questione accesa nel dibattito cittadino. Percorrendo via Zanardi verso lo svincolo autostradale e il quartiere Pescarola il problema si palesa in maniera evidente: non è raro, infatti, che gli aerei sorvolino la zona ad una quota piuttosto bassa, producendo del rumore che in alcuni casi si fa assordante. La zona nord di Bologna è infatti la più colpita dal fenomeno, come lamentano diversi residenti, che da anni evidenziano il problema. Una di loro è Laura, che abita alla Bolognina: “Vivo tra via Fioravanti e via Gagarin, e qui passano moltissimi aerei. Anche qui succede, specialmente quando si sta nel cortile, che si faccia fatica a parlare per il gran frastuono. Devo dire che   sono venuta ad abitare qui nel settembre del 2020, quindi non so come fosse la situazione antecedente al Covid. So però com’è adesso. Io lavoro spesso da casa, in smart working, e capita di dover chiudere le finestre perché se sono in call non riesco a sentire cosa dicono i miei interlocutori. Forse non è un grande disagio, però mi chiedo anche, da un punto di vista della salute, se sia sano far volare gli aerei così bassi”. 

Laura racconta poi di una riunione pubblica sul tema, alla Pescarola, avvenuta pochi giorni fa: “Non ho potuto partecipare alla riunione che si è svolta sui campi sportivi, ma mi sono confrontata in seguito con alcune persone che vi hanno partecipato. La situazione che alcuni cittadini sono costretti a vivere è davvero spiacevole. Mi hanno raccontato che anche durante l’incontro a volte era impossibile parlare per il rumore assordante degli aerei”.

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A conferma delle parole di Laura esiste una prova. Quella stessa sera, subito dopo la riunione, il circolo Pizzoli ha ospitato una registrazione dal vivo del podcast sportivo La Riserva. Proprio ascoltando quella puntata del podcast si possono sentire, in diversi momenti, i fort rumori degli aerei che sorvolano la zona. Uno dei promotori e organizzatori dell’incontro è Alessandro, attivista del circolo Offside al centro sportivo Pizzoli, situato proprio alla Pescarola: “C’è stata un’assemblea pubblica convocata dopo anni in cui diverse realtà del quartiere si sono occupate del problema. All’assemblea hanno partecipato circa un centinaio di persone e, dopo il confronto, si è deciso di iniziare un percorso insieme. Alla Pescarola più che in altre zone di Bologna il rapporto tra popolazione e rumore degli aerei è molto importante, nonostante il fenomeno riguardi molte zone della città. Ci sono momenti in cui gli aerei volano proprio sopra la nostra testa, sembra quasi di vedere gli occhi delle persone dagli oblò. Durante il giorno passeranno un centinaio di aerei e spesso si è costretti addirittura ad interrompere le conversazioni per il troppo rumore. La questione potrebbe essere risolta con una spesa da parte delle compagnie, spendendo un po’ più di carburante per atterrare o decollare evitando di passare sopra alla città. Ci sembra incredibile che gli aerei debbano per forza attraversare la città”. Durante l’incontro è stata decisa la biciclettata di protesta che si è tenuta lo scorso 30 giugno e che, partendo dal centro sportivo Pizzoli, è arrivata fino al Marconi, bloccandone simbolicamente l’accesso. 

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Proliferano i voli low cost e il turismo di massa cambia la città

“Il problema – continua Alessandro – non riguarda però solo il rumore. Durante l’assemblea abbiamo parlato anche dell’espansione dell’aeroporto. Dopo la pandemia il numero di passeggeri ha ripreso a salire in maniera vertiginosa e questo impatta su tutta la città. Oltre al fenomeno che riguarda il numero di voli che, con il loro crescente rumore, specialmente nel periodo estivo con le finestre di casa aperte, rendono difficile la quotidianità, il numero crescente di voli trasforma fortemente il tessuto della città. Dall’aeroporto raccontano che i voli in aumenti sono quelli low cost e questo porta una crescita sfrenata della competizione tra le strutture ricettive. Che siano affitti di breve durata o che siano di lunga durata, questo fenomeno incide su una città che fa già tanta fatica a garantire posti letto a studenti e lavoratori, con l’aumento degli affitti a cui stiamo assistendo. Poi si dice “non ci sono più lavoratori”, ma questo succede perché i cittadini vengono cacciati per far spazio ai turisti. In questo modo vengono a mancare anche delle figure professionali, è ovvio. C’è un problema serio e consistente di impoverimento della città”. Non solo rumore, quindi, ma anche gli effetti negativi che un tipo di turismo sfrenato comporterebbe alla città: “Ci viene raccontato che l’aeroporto porta ricchezza, ma è evidente come porti ricchezza solo ad alcuni: grandi piattaforme ricettive, compagnie aere e aeroporto. A loro sicuramente porta ricchezza. L’aeroporto non è un problema, anzi è un valore aggiunto. Vanno però messi dei limiti e la cittadinanza ha il diritto di poter dire la propria sulla trasformazione della città. L’espansione dell’aeroporto basata sui voli low cost sta "firenzizzando" la città: la massiccia turistficazione di Bologna la svuota di competenze e peculiarità degli abitanti per riempirla con bar e ristorantini, seguendo così il processo già avvenuto a Venezia e Firenze. Adesso questo processo è in atto a Bologna e forse siamo ancora in tempo per fermarlo, evitando così di confinare gli studenti nei campus e forzando i lavoratori a vivere a Roncobilaccio per poter lavorare a Bologna. Che ci piaccia o no, dall’aeroporto passa la Bologna di domani”. 

Rumore degli aerei, lo strano caso di Birra

Per una parte della città che punta il dito contro il fenomeno degli aerei a bassa quota e del conseguente rumore, ce n’è una che, nonostante l’immediata vicinanza al Marconi, non sembra accusare il problema. A Birra, ad esempio, il problema pare non toccare esercenti e residenti della zona: “Io sono nata e cresciuta qui – racconta Letizia, che lavora in una panetteria a Birra – e così i miei genitori. Ormai non ci faccio più caso. Sono tanti anni che lavoro qui e sinceramente non credo che la situazione sia peggiorata negli ultimi tempi”. Le sue sensazioni sono confermate anche da due baristi che lavorano in un bar poco distante dall’aeroporto, sempre nella zona di Birra: “No, nessun rumore. Qui in via del Triumvirato non si sente praticamente nulla. Frequentavo anche una ragazza che abitava a Lippo - racconta uno dei due - proprio dietro l’aeroporto, e anche lì non si sentiva praticamente nulla”. 

Foto pagina Facebook Offside Pescarola

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