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Cronaca Marzabotto

Marzabotto: esulta con maglia fascista e saluto romano, centravanti 25enne sospeso dalla squadra

Coro di sdegno unanime dalla politica cittadina. Lui si scusa, ma poi si difende: 'Salutavo i miei genitori. La maglia? Una come tante'

Sospeso e multato. E' arrivata la reazione della società calcistica Futa 65, dopo il saluto romano e la maglia esibita ieri sul campo di Marzabotto (Bologna) da uno dei suoi tesserati, Eugenio Maria Luppi, 25 anni. Aveva infatti appena segnato, il Futa65, che contro il Marzabotto in trasferta si apprestava a festeggiare in pieno recupero l'espugnazione del feudo ospite. Dopo il gol, l'esultanza, e con l'esultanza lo sfoggio dell'aquila littoria e del braccio teso.

Ovviamente il gesto, offensivo, non è passato inosservato tra gli spalti del campo di Marzabotto (paese teatro delle stragi dell'autunno '44, dove 776 civili furono uccisi dai nazifascisti, ndr) e qualcuon ha filmato la sequenza, che poi ha fatto il giro del web. 

Inevitabili le reazioni dal mondo della politica. Il Comune di Marzabotto intende adire le vie legali, mentre la città metropolitana ha fatto sapere che si costituirà parte civile in un eventuale processo, mentre sia il ministro Galetti che il governatore Bonaccini hanno definito il gesto inqualificabile.

"In seguito ai gravi fatti accaduti ieri nella partita Marzabotto-Futa65, in cui un nostro tesserato si è reso protagonista di gesti che vanno oltre le regole dello sport- si legge in una nota-, la Società Futa 65 comunica che non era a conoscenza della maglia indossata dal ragazzo, e che nel caso un qualsiasi giocatore o dirigente l'avesse vista ovviamente avrebbe impedito categoricamente di indossarla".

Ribadendo "l'estranietà al fatto, la Società Futa 65 comunica inoltre che il calciatore in questione è gia stato sospeso dall'attività agonistica e verrà multato secondo il regolamento interno vigente. Ci scusiamo per l'accaduto con tutte le persone colpite nel profondo da questo gesto... e chiediamo scusa a tutti a nome nostro e del nostro tesserato", conclude il post.

Da parte sua il protagonista del gesto, contattato da diverse testate locali, si scusa, ma precisa di essere stato solo frainteso: il saluto sarebbe stato rivolto ai parenti presenti in tribuna, mentre la maglia sarebbe stata scelta senza badare a quanto raffigurato in effige.

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