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Cronaca

Samanta morta dopo ritocco al seno: scattano i domiciliari per 52enne

Possibilità di reiterazione del reato secondo quanto ravvisato dal giudice per le indagini preliminari

Arresti domiciliari per la 52enne indagata per la morte di Samanta Migliore. La svolta arriva dalla decisione del Gip su richiesta della procura di Modena, per l'indagine attorno al caso della donna che ad aprile venne ritrovata morta dopo una serie di iniezioni di silicone praticate in casa.

La 52enne, trans di origini sudamericane, rimane accusata morte in conseguenza di altro reato, esercizio abusivo della professione e l'omissione di soccorso. Nel disporre i domiciliari, il giudice ha ritenuto che sussistessero i rischi di una reiterazione del reato, ovvero di nuovi interventi "estetici" su altre donne. Una convinzione maturata anche dopo la denuncia di un'altra persona che anni fa è stata sottoposta allo stesso trattamento, fortunatamente con esiti non così drammatici.

L'indagata, originaria di Napoli ma gravitante nelle province di Ferrara, Modena e Bologna, si era costituita in caserma a Cento nelle ore successive la morte della 35enne. ed aveva trascorso nel comune ferrarese diversi giorni. Ora i domiciliari nel suo comune di residenza.

Samanta morta dopo un ritocco al seno: quel dettaglio sull'estetista che porta a Bologna

L'autopsia su Samanta: le possibili cause della morte

Intanto l'accertamento autoptico, condotto dal consulente nominato dalla Procura, ha individuato la causa del decesso di Samanta Migliore in un meccanismo esiziale di tipo embolico: in altre parole, l'iniezione di silicone nel seno destro della donna avrebbe causato un'ostruzione del vaso sanguigno tale da portare al decesso. Il consulente tecnico ha individuato nel corso degli esami sul corpo della 35enne circa 300 cc del fluido semioleoso (silicone) che sarà oggetto di specifica indagine analitica.

Oltre all'aspetto prettamente medico-scientifico, fondamentale per circostanziare le accuse, vi è poi il seguito dell'indagine circa le attività della 52enne, per ricostruire la fonte di approvvigionamento del materiale utilizzato per l'operazione illegale. Le indagini sono state condotte dal Comando Compagnia Carabinieri di Sassuolo, dal Comando Stazione Carabinieri di Maranello e dal Reparto del Nucleo Antisofisticazione dei Carabinieri di Parma.

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