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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Sanità, i sindacati si mobilitano per la mancanza di personale

Cgil-Cisl-Uil chiedono un incontro urgente all'assessore Raffaele Donini affinché siano riconosciute in tutte le aziende del sistema sanitario regionale le risorse derivanti dal rinnovo contrattuale

Senza personale sanitario e senza la sua valorizzazione "non si può dar gambe a nessun progetto", a cominciare dall'azienda sanitaria unica metropolitana a Bologna. A metterlo in chiaro sono i segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl dell'Emilia-Romagna, Mauro Puglia, Sonia Uccellatori e Paolo Palmarini in una nota congiunta, nella quale minacciano la mobilitazione.

"Senza il personale e la sua valorizzazione non si può dar gambe a nessun progetto- affermano i sindacati- investire sulla sanità pubblica con modelli innovativi, a partire dal potenziamento della medicina territoriale, con tagli al numero e alla spesa del personale non è per noi una strada percorribile". Per questo Cgil-Cisl-Uil chiedono di nuovo "un incontro urgente all'assessore Raffaele Donini affinché siano riconosciute in tutte le aziende del sistema sanitario regionale le risorse derivanti dal rinnovo contrattuale. In assenza di risposte concrete valuteremo i percorsi di mobilitazione conseguenti".

Secondo i sindacati, infatti, "manca una visione regionale, un modello condiviso. E questo genera una sanità con livelli assistenziali diversi, a macchia di leopardo nella nostra regione. Se a questo sommiamo dichiarazioni scomposte di volontà di unificazioni aziendali da una parte e difese di campanile dall'altra- sferzano i sindacati- diventa sempre più impellente un confronto con la Regione sul futuro della sanità in Emilia-Romagna rispetto a proposte che abbiamo da mesi avanzato. Un confronto che oggi latita". Secondo Cgil-Cisl-Uil, "ciò che deve essere messo in discussione non è certo il tema delle competenze delle singole professionalità, ma la governance e l'organizzazione del modello di sanità pubblica che questa Regione vuole perseguire".

I sindacati difendono poi il progetto di un nuovo ambulatorio infermieristico all'ospedale Infermi di Rimini, bocciato nei giorni scorsi dal sindacato medico Cimo-Fesmed. Gli ambulatori per i codici meno gravi in Pronto soccorso, sostengono Cgil-Cisl-Uil, "sono elementi di crescita" per il sistema sanitaria, per "migliorare la qualità delle prestazioni erogate e contribuire a risolvere l'annoso problema delle attese infinite in Pronto soccorso".

Percorsi già sperimentati con risultati "importanti" in altri territori, come la Toscana. In questo senso la protesta del Cimo, pungono i sindacati, "purtroppo non ci stupisce ormai più". Il sindacato medico, attacca le sigle di categoria di Cgil-Cisl-Uil, "come sempre ad ogni proposta di innovazione organizzativa di sviluppo delle competenze e delle responsabilità delle professioni sanitarie risponde chiamando in causa confini derivanti da leggi, contratti e giurisprudenza che non permetterebbero lo sviluppo del sistema sanitario, oggi fondamentale, se non si vuole abdicare in favore del privato".

Dunque, mandano a dire i sindacati, "basta con la propaganda e le tensioni tra professioni ormai superate abbondantemente dalla realtà e dalla integrazione multi professionale di chi lavora nel nostro sistema sanitario. Avanti con i nuovi modelli se aumentano l'appropriatezza e la qualità delle risposte e diminuiscono i tempi di attesa". In altre parole, affermano Cgil-Cisl-Uil, "i problemi non sono gli ambulatori infermieristici ma la governance del sistema, la visione di prospettiva della sanità pubblica e le risorse da destinare al personale".

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