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Cronaca

Sanità a Bologna, tra lamentele e proposte: parola ai cittadini

Per qualcuno andrebbero "Snelliti servizi e burocrazia" o addirittua "cambiata la mentalità". Altri denunciano tempi lunghi e strutture "poco umane". Gli anziani: "Chiediamo comprensione. Gli infermieri sbuffano perché siamo vecchi"

Dopo lo stato di agitazione dei sindacati - che denunciano carenze di organico a scapito della qualità dei nostri ospedali - e i recenti fatti di cronaca - che hanno posto sotto la lente di ingrandimento l'operato di alcuni reparti e del personale sanitario - Bologna Today ha voluto sondare la percezione che i cittadini hanno delle nostre strutture ospedaliere.

Tra lamentele, proposte risolutive e soddisfazione in alcuni casi, ecco cosano rispondo i bolognesi alla domanda: "Cosa pensa della Sanità a Bologna, dell’attuale situazione degli ospedali e dei tempi di attesa per ricoveri ed esami?".

“Noi anziani siamo considerati pesanti - esordisce un pensionato di 84 anni - Sono stato partigiano e già a 40 anni ho cominciato a pagare con una forte artrosi i traumi e i rifugi di fortuna in casolari freddi e umidi e anche l’addiaccio. Abbiamo bisogno di esami frequenti, anche non specialistici, e proprio per questo le attese sono tanto lunghe che facciamo fatica a ricordarci le date. Io non me ne intendo, ma perché non creare un centro per gli esami geriatrici? Rx, ematologia, urologia. E poi anche agli infermieri chiediamo un po’ di calma; noi ci accorgiamo che sbuffano perché siamo vecchi,  non tutti, ma alcuni sono così distaccati. I malati di tutte le età devono essere trattati bene perché se fanno gli esami o sono ricoverati sono più  delicati.

A fargli eco, un’impiegata 45 enne, che passa al contrattacco: "Hai mai provato a farsi richiedere dal medico di base un esame urodinamico? Non è possibile perché a Bologna si effettua solo su richiesta di un urologo interno all’ospedale. Quindi il cittadino pesa sulla specialistica. Non è meglio andare dall’urologo con tutti gli esami perché il tuo medico curante ha avuto l’intuizione? Sono andata fino a Ferrara, con la richiesta del mio medico e una semplice prenotazione telefonica! Ma non sarebbe giusto dire che la sanità bolognese è scadente, la competenza c’è e ci sono ottimi sanitari. Forse si dovrebbero snellire servizi e burocrazia."

Poi il caso di una studentessa, 25 anni: "Sono epilettica dall’età di 6 anni e sono in cura presso il Bellaria dopo esserlo stata all’ospedale Maggiore. Il Bellaria, anche per la posizione e la struttura, mette serenità e ho trovato un ambiente più sano. Non andrò mai più al Maggiore, ma non per le competenze dei sanitari. Io sono invalida ed esente dal ticket, ma nonostante questo i tempi sono lunghissimi senza procedura d’urgenza. E poi la  ritengo una costruzione ansiogena e poco umana, anche gli operatori sembrano agitati, è piena di ostacoli e con un ingresso davvero pessimo. Se sei ricoverato non puoi neanche andare a prendere una boccata d’aria perché vedi solo una rampa e un parcheggio. Riconosco però che stiamo meglio che in altre regioni!

Positiva, invece,  una casalinga. "Non mi posso lamentare. Sono seguita dalla diabetologia del Sant’Orsola e mi trovo bene. Il personale è gentile e comprensivo  e si può anche telefonare per dubbi e prenotazioni. Gli esami dei diabetici sono programmati e ci rilasciamo anche un promemoria. Sono stata anche ricoverata a Villa Erbosa e l’ho trovata valida."

PROPOSTE DAGLI ADDETTI AI LAVORI. Ad un medico specialista di 50 anni, abbiamo chiesto cosa ne pensa della proposta di CGIL  di abbandonare la concezione di reparto classico suddividendo i pazienti di pronto soccorso per gravità di patologia, così come indicato dal triage, i famosi codici-colore.
“L’idea è buona perché permetterebbe di riequilibrare lo smistamento dei ricoveri in reparti meno affollati, liberando i reparti classici di pronto soccorso come ortopedia, geriatria, cardiologia, ma per realizzarla è necessaria una revisione pressoché completa del sistema. Un caso tipo. Se un paziente che lamenta dolore toracico e palpitazioni, quindi potenzialmente un cardiopatico, viene ricoverato in nefrologia, dovrà poter effettuare in loco tutti i necessari esami diagnostici, ad esempio elettrocardiogramma, defibrillazione, respirazione indotta ecc. Se invece dovrà essere spostato in aree idoneamente attrezzate, a volte anche allettato, saranno necessari infermieri e operatori, quindi la carenza di personale potrebbe aggravarsi”.
E quindi che soluzione indica?
“Non escludo una ristrutturazione del sistema sanitario nel lungo periodo, ma ciò prevede anche un cambio di mentalità di operatori e cittadini, né nego le defezioni, ma ritengo sia fondamentale intervenire sul sistema sanitario del bolognese, che si è sempre distinto, sia dal punto di vista delle strutture che della qualità. In altre parole, non c’è altra via che trovare i fondi per garantire ai cittadini un’assistenza dignitosa e valida, anche e soprattutto in momenti di crisi, tagliando semmai altre spese, poiché lo stato sociale è già minacciato e i bolognesi devono tornare a riconoscersi nei servizi della loro città."
 

 

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