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Lunedì, 15 Aprile 2024
Cronaca

Sanità, per i sindacati è codice rosso: "Per colmare le carenze bisogna riformare senza privatizzare"

Oggi a Bologna Cgil, Cisl e Uil riuniti per fare il punto in un momento critico e determinante: "Il Pnrr dà molte risorse alla sanità regionale, bisogna che gli investimenti non rimangano scatole vuote perché non abbiamo il personale adeguato e pubblico"

Come sarà la sanità dell'Emilia-Romagna nei prossimi cinque anni e oltre? Come affrontare lo strascico del covid e il più recente problema del caro-energia? Se lo sono chiesto questa mattina a Bologna i sindacati Cgil, Cisl e Uil riuniti in un convegno per vagliare le possibili soluzioni e per incalzare il presidente Stefano Bonaccini chiedendo una sanità "più vicina alle persone, che sfrutti a pieno i fondi del Pnrr attraverso una riorganizzazione del sistema sanitario regionale senza ricorrere alla privatizzazione". E Bonaccini ha mostrato disponibilità dichiarando di voler affrontare questa importante sfida in squadra: "Perché in gioco c'è la sanità pubblica" ha detto. Il sindacato si riserva di aspettare la prossima trattativa sul piano socio-sanitario, per verificare se le rassicurazioni troveranno poi effettiva conferma negli atti.

Intanto, quasi in contemporanea e sempre in tema sanitario, il direttore generale di Ausl Bologna Paolo Bordon, ha commentato le segnalazioni secondo le quali nel weekend ci sarebbero stati problemi nei pronto soccorso. In particolare lunghe attese e mancanza di posti letto: "Non abbiamo particolari criticità, nè numeri che si scostino da una stuazione di normalità. Un contesto difficile in generale, ma a livello nazionale e non territoriale. Cercheremo di capire di cosa si parla, ma per noi non ci sono allarmi". 

I sindacati: "Serve un piano di assunzioni straordinario"

"Nei mesi scorsi è entrato in vigore il decreto ministeriale 77 che deve dare attuazione a una parte consistente della riforma e  riorganizzazione dell’assistenza socio sanitaria territoriale. Si tratta di un provvedimento importante e una grande opportunità per rispondere agli obiettivi di politiche socio sanitarie universali. Per realizzarlo, però, sarà necessario prevedere risorse al fin di avviare un piano di assunzioni straordinario e valorizzazione del personale attraverso la cancellazione degli assurdi vincoli di spesa sul personale e dei fondi della contrattazione imposti dal Ministero dell’Economia che oggi penalizzano le Regioni, come la nostra, che più di altre investono sul governo pubblico dei servizi" spiegano i sindacati.

La ricetta per i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil sta in una maggiore integrazione tra servizi sanitari e socio sanitari, implementazione della medicina territoriale e di prossimità con particolare riferimento alle cronicità, valorizzazione del ruolo dei distretti e degli ospedali in una logica di rete regionale, rivisitazione del sistema dell’emergenza urgenza, valorizzazione delle competenze professionali e delle nuove tecnologie, sono aspetti necessari a un progetto di prospettiva che necessita di capacità di programmazione, ma anche di adeguati finanziamenti per la tenuta della qualità di un sistema pubblico che metta al centro la persona e i propri bisogni. 

“La sanità in regione sta vivendo una situazione drammatica, da codice rosso. - ha detto il segretario generale UIL Emilia-Romagna, Giuliano Zignani - Al netto delle mancate risorse, peraltro fondamentali, per ripianare i costi della pandemia, l’Emilia-Romagna necessità ora di una riforma piena del ‘suo’ sistema sanitario. Sistema che, sottolineo, deve assolutamente rimanere pubblico. Medici, infermieri, oss: il loro impegno, il loro sforzo è massimo, ma non basta. Occorre che la Regione, in accordo con le parti sociali, intervenga a dare nuovo slancio alla nostra sanità che è un’eccellenza internazionale”

Fra i temi più caldi affrontati durente il congresso ci sono i conti in rosso, la carenza di personale e il rischio che venga privatizzata una quota sempre maggiore di servizi. E si parla anche delle liste d'attesa per visite e interventi chirurgici, oltre che alle difficoltà segnalate anche nelle ultime settimane a proposito di tempi lunghi al pronto soccorso: "Dobbiamo difendere in primo luogo il perimetro pubblico della sanità e costruire una sanità territoriale. - ha detto il segretario regionale Cgil Massimo Bussandri - Il Pnrr destina molte risorse alla sanità regionale, bisogna che questi investimenti non rimangano scatole vuote perchè non abbiamo il personale adeguato, e pubblico, da metterci dentro". 

“Alla luce delle preoccupazioni consegnate dalle politiche nazionali sulla sanità pubblica, abbiamo bisogno di ricalibrare l’azione anche a livello regionale, perché è inaccettabile la logica che per tenere tutto bisogna ridimensionarsi. Al contrario, serve un rilancio del perimetro pubblico e assunzioni del personale. Siamo tra le regioni più esposte avendo la più forte sanità pubblica. Ora più che mai serve fare massa critica comune con tutti i soggetti in campo a livello territoriale per arginare questa deriva pericolosa”, sottolinea ancora Bussandri.

"Uno dei momenti più difficili per la sanità regionale"

"La sanità dell'Emilia-Romagna - chiarisce da parte sua il segretario Uil Giuliano Zignani - è in uno dei momenti più difficili della sua storia, per politiche governative che hanno minato sempre il sistema sanitario nazionale ma molto probabilmente anche per il fatto che anche a livello regionale non abbiamo affrontato il tema come doveva essere affrontato, ma ci siamo cullati negli allori degli anni precedenti. Ora caro-energia e Covid hanno messo a nudo i problemi".

Il numero uno della Cisl regionale, Filippo Pieri, reclama più fondi per la sanità da parte del Governo centrale: "A parte la parentesi della pandemia le risorse per la sanità sono sempre state in diminuzione e ci sono stati forti tagli. In particolare ora con una inflazione che viaggia a due cifre mettere due miliardi in più non copre nemmeno i costi".

Sindacalisti all'Arena del Sole-2

"La sanità l’anello debole del welfare, soprattutto per le persone anziane”

Roberto Pezzani, responsabile dei Pensionati Cisl dell’Emilia Romagna, non ha dubbi: “Accanto alla previdenza, è la sanità l’anello debole del welfare, soprattutto per le persone anziane”. Infatti, dato l’incremento esponenziale della popolazione anziana “sempre più sono gli anziani i maggiori utenti dei servizi sanitari e socio assistenziali”. Da qui la necessità, ribadita con forza da Pezzani, di “risorse professionali e strutturali, oltre che organizzative adeguate per realizzare quanto previsto dal Pnrr in termini di servizi territoriali personalizzati di qualità e vicini alla propria casa”. Il sindacato Pensionati Cisl - osserva il responsabile Fnp emiliano romagnolo - insieme alla Cisl intende confrontarsi con Regione ed Enti Locali su bisogni e servizi esistenti sul territorio, al fine di definire al meglio il nuovo PSSR, tarato su una rete di prevenzione e servizi all’anziano a casa sua coi suoi famigliari, secondo un piano di assistenza individuale”.

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