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Musica, Lodo Guenzi: "Affascinato dal Sanremo della Controriforma" | VIDEO

Il frontman dello Stato Sociale chiede anche un aiuto per i lavoratori dello spettacolo

L'edizione 2022 del Festival di Sanremo? Sarà quella della "controriforma". Parola di Lodo Guenzi de 'Lo Stato sociale', che dopo la partecipazione alla kermesse nel 2018 e nel 2021 assicura che seguirà il Festival: in quella settimana "giro un film in Puglia e la sera guardo Sanremo. Prima di farlo non l'ho mai guardato, non è una cosa che mi affascina di per sé, però adesso che so com'è sono curioso. Poi conosco gli autori e ormai tutti gli anni ci sono degli amici".

Inoltre, "sono molto affascinato dall'arrivo della controriforma - afferma Guenzi - essendo stato uno dei volti chiave della riforma, ai tempi. Non lo so, c'è qualcosa che mi piace nel vedere il Sanremo di Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Iva Zanicchi...". In questo "c'è qualcosa di giusto, perché credo che in questo momento - conclude Guenzi - lo spazio per l'alternativa sia fuori da lì ed è una questione di corsi e ricorsi, di ricambi della storia".

Lodo Guenzi: "Per il mondo della musica serve un paracadute"

Per il mondo della musica, dopo ormai quasi due anni di pandemia, "non sta andando bene. C'è poco da fare": serve necessariamente un "paracadute" per chi opera in questo settore ma "non sa mai se lavora".

Intanto "rimane un grande equivoco nella società: l'idea che il mondo della musica sia fatto da alcuni privilegiati che hanno avuto successo e vogliono un palco per raccontarsi", afferma Guenzi, ma questo mondo invece "è fatto da decine di migliaia di famiglie di tecnici, che lavorano spostando dei pesi nello spazio per otto ore al giorno".

Aggiunge l'artista bolognese: "Noi non siamo medici, non sappiamo cosa è giusto o non è giusto fare e come si gestisce un'emergenza sanitaria. Non siamo neanche dei ministri, ma abbiamo bisogno di essere pagati se non possiamo lavorare, molto semplicemente. Abbiamo bisogno di una forma di paracadute". Sotto forma di ristori? "E' una lettura anche semplice", continua Guenzi: "Possiamo parlare di reddito di continuità", ma in ogni caso il punto è capire "come fa un tecnico che lavora 250 giorni all'anno e ha uno stipendio chiamato da 250 contratti a chiamata a vivere in una società in cui non sa mai se lavora e non ha nessun tipo di paracadute". (Dire) 

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