Santo Stefano, dopo gli Olivetani, la Basilica passa in mano ai monaci brasiliani

La bellissima basilica di Santo Stefano, roccaforte per oltre 7 decenni dei Frati Olivetani, passa in mano ai monaci benedettini brasiliani, che fanno il loro ingresso con la solenne celebrazione dei Vespri, presieduta dal cardinale di Bologna, Carlo Caffarra.

CHI SONOI nuovi reggenti. Arrivano dal monastero brasiliano di Pouso Alegre nello stato di Minas Gerais, non lontano dalla capitale San Paolo. Nell'omelia della celebrazione, in cui viene tratteggiata la figura di San Giovanni Battista e la sua "profondissima umiltà", l'arcivescovo felsineo non manca di ricordare come "oggi venga ufficialmente eretta la comunità monastica benedettina, i cui membri sono giunti dalla Chiesa brasiliana. Mi si presenta subito una considerazione - sottolinea -: quando nel 1492 venne scoperto il Nuovo Mondo, ne cominciò subito l'evangelizzazione. L'apparizione della Madre di Dio a Guadalupe a San Diego, un indios, genera l'America Latina come soggetto con una sua identità religiosa, culturale, civile. La Chiesa europea, attraverso i grandi ordini religiosi, aveva generato una Chiesa. Ora - scandisce Caffarra - essa, provata da una tempesta spirituale senza precedenti, viene aiutata dalla sua figlia". Ora, argomenta ancora il cardinale bolognese, "nel centro della nostra città ogni giorno ci sarà una comunità di uomini che dichiarerà pubblicamente il primato di Dio, attraverso la lode liturgica. Essi, nella fedeltà alla quotidiana celebrazione dell'Eucarestia e della Liturgia delle Ore - chiosa - continueranno a dirci: Dio prima di tutto; niente sia preferito a Cristo".