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Dichiarazioni spontanee

Roberto Savi ai pm: "Prima della Uno bianca feci attentati a Rimini con l'estrema destra"

Gli episodi non avrebbero procurato vittime e risalirebbero agli inizi degli anni '70. Zecchi (presidente familiari delle vittime): "Sono allibita"

Roberto Savi è stato ascoltato circa un anno fa in videoconferenza dai pm della Procura di Bologna su sua richiesta. In quella circostanza, riferisce l'Ansal’ex poliziotto e uno dei capi della Uno Bianca, avrebbe fatto dichiarazioni spontanee attribuendosi alcuni attentati con piccoli ordigni, risalenti all’inizio degli anni ‘70. Attentati che avrebbe commesso a Rimini nell’ambito di un attivismo in movimenti di estrema destra. Episodi senza vittime e che avrebbe commesso da solo, ben prima dei fatti della Uno bianca per cui è all’ergastolo. 

Zecchi (Associazione familiari vittime): "Non ne sapevamo niente, sono allibita"

La notizia delle dichiarazioni spontanee di Savi ai pm bolognesi lascia di stucco Rossanna Zecchi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca. "Siamo all'oscuro di tutto. Non eravamo a conoscenza di queste dichiarazioni, sono allibita. Cercheremo di capirne di più", commenta Zecchi. 

"La notizia relativa a Roberto Savi merita di essere approfondita in tutte le sedi. Se vi fosse stata una sua partecipazione ad azioni terroristiche dell'estrema destra si aprirebbero scenari inquietanti sul significato anche politico delle azioni criminali della Banda della Uno Bianca. Un elemento non nuovo in sede di dibattito pubblico ma che ora emergerebbe in sede giudiziaria", sottolinea il deputato del Pd Andrea De Maria.

A gennaio il tribunale di Sorveglianza di Milano aveva rigettato il reclamo di Fabio Savi, fratello di Roberto e altro componente della banda, negando il lavoro esterno al carcere. 

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