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Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni

Sciopero, lanci di letame per Hera e mutande all'Unibo: "Renzi-smania pericolosa"

Lavoratori e studenti raccolti in sindacati e collettivi: fra le manifestazioni organizzate in città, attacchi con letame e vernice alle banche, a Hera e alla sede del Nuovo Dentro Destra

Bilancio da un giorno di disagi e tensioni. Anche una parte della nostra città, scesa in piazza con bandiere, palloncini e in alcuni casi anche con stencil, bombolette, vernice e sacchetti di letame, ha fatto sentire in questa giornata di sciopero generale il disappunto e il malessere suscitati dal Jobs Act di Matteo Renzi: ad andare un po' oltre gli slogan e gli striscioni il corteo dei collettivi Hobo, Labas e Tpo, che hanno lanciato letame sulla sede Hera di viale Berti Pichat ("Hera tossica, ci avvelena!") sul portone della sede del Nuovo Centro Destra (Ncd) e sul Rotary Club, mentre per l'Università i manifestanti hanno riservato un filo da panni con appese mutande colorate sistemato sull'ingresso di Palazzo Paleotti, in via Zamboni al civico 25.
In zona universitaria l'atmosfera si ì surriscaldata nel pomeriggio, in occasione della visita del Ministro Madia: si sono registrati scontri tra polizia e collettivi.

NCD: "CGIL E UIL PRENDANO LE DISTANZE DAL LANCIO DI LETAME". Immediate le reazioni dei coordinatori del Ncd Valentina Castaldini e Sergio Pizzolante: "Un gesto ignobile quello del letame, che non fa altro che alzare i toni. Ci auguriamo che sia la Cgil che la Uil ne prendano immediatamente le distanze. Scioperare è un diritto però, la protesta non deve mai diventare offesa e violenza che non è solo quella fisica. Questi gesti snaturano il senso stesso dello sciopero, che deve essere un momento di confronto e non di scontro”. Anche Alessandro Rondoni, che del Ncd era il candidato alle Regionali: "Evidentemente la nostra forza politica dà fastidio perché esprime ancora la voglia di costruire e non di distruggere, di non lasciarsi andare agli istinti e allo sfacelo".

"LA RENZI-SMANIA È ESTREMAMENTE PERICOLOSA".  Maurizio Lunghi, segretario della Camera del lavoro di Bologna,  dal comizio sotto le Due Torri ha avvertito la politica locale: "Lo sappiano gli imprenditori. E lo sappiano anche i sindaci e i presidenti di Regione: non bisogna imitare Renzi. La Renzi-smania e' estremamente pericolosa. Milioni di italiani aspettano che alle tante promesse segua qualche fatto concreto non ostile al mondo del lavoro".

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LA RIFORMA DEL LAVORO NON E' UN SELFIE. Il segretario della Cgil ringrazia anche le migliaia di lavoratori che oggi hanno "Deciso di aderire alla mobilitazione e di scendere in strada. "Una giornata di sciopero e' una giornata di sacrificio e la riforma del lavoro non e' un selfie, va condivisa con il mondo del lavoro. Renzi deve avere il coraggio di confrontarsi con chi rappresenta milioni di cittadini. Non si crea lavoro togliendo i diritti - scandisce Lunghi- non si esce dalla cridi senza investimenti pubblici".

I "RENZIANI" SMONTANO LA PROTESTA DI OGGI. Diversi dirigenti Pd nella piazza che contesta il Jobs act. Altri, i renziani doc, davanti al computer per 'smontare' la manifestazione. Il copione già visto si ripete anche per lo sciopero generale indetto oggi da Cgil e Uil. In corteo c'erano almeno due consiglieri regionali Pd, Antonio Mumolo e Stefano Caliandro. Il primo, civatiano, era in testa alla manifestazione insieme ad responsabile regionale Lavoro Luigi Mariucci. Con loro il consigliere comunale Claudio Mazzanti. Caliandro, insieme al capogruppo in Comune (e possibile prossimo segretario provinciale) Francesco Critelli, ha seguito il corteo nelle retrovie in una pattuglia tutta cuperliana. C'erano anche il responsabile organizzativo di via Rivani, Raffaele Persiano, e i leader dei giovani dem Alberto Aitini e Vinicio Zanetti.

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DIALOGO E NON ROTTURE. "Questo e' il momento del dialogo e non delle rotture. Essere dalla parte dei lavoratori serve un po' a tutti, anche al Governo", dice Caliandro. Eppure dal corteo, oltre agli sfottò nei confronti del premier, partono anche cori contro il Pd. "Il Pd qui e' a suo agio - assicura Caliandro - non ho avuto nessuna contestazione, in questa piazza ci sentiamo non solo accolti ma parte di questo partito". In piazza con il sindacato "ci sono tanti nostri iscritti", sottolinea Critelli. "Siamo qui per ascoltare, per intercettare il disagio e far si' che il nostro partito possa riprendere il filo del dialogo con organizzazioni sociali che rappresentano migliaia di persone. Non siamo in piazza 'contro', ma per allargare il campo delle relazioni del nostro partito e un disagio cosi' diffuso possa trovare ascolto da parte del nostro partito".

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