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Cronaca

Omicidio Marco Biagi, la famiglia: "Scajola fa un po' di confusione". Lui: "Non mi avvertirono"

Dopo la formalizzazione dell'accusa di cooperazione in omicidio colposo per Scajola e De Gennaro l'ex ministro si difende: "Nessuno mi disse che c'era preoccupazione per lui. Mi dimisi e scrissi una lettera alla famiglia

A pochi giorni dalla decisione del pubblico ministero di Bologna di formalizzare l'accusa di cooperazione in omicidio colposo nei confronti dell'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola e dell'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro per la scorta mancata a Marco Biagi, ucciso dalle Nuove BR il 19 marzo 2012 lo scontro a distanza fra Scajola e la famiglia del giuslavorista vittima dell'attentato.

A 13 anni dal fatto, l'inchiesta sulla scorta al professore è ancora attualità e l'avvocato della famiglia Biagi, Guido Magnisi,  a seguito di un'intervista rilasciata dall'ex ministro lo rimprovera di "fare un po' di confusione" e in sostanza sottolinea che dimissioni e lettera di scuse sì ci sono state, ma che sono stati semplicemente atti dovuti e che sono arrivati dopo la definizione di Biagi come 'rompi...'.

IL CONTENUTO DELL'INTERVISTA RILASCIATA DA SCAJOLA. Scajola, ai microfoni del GR1 ha dichiarato che all'epoca scrisse  subito una lettera alla famiglia di Biagi e che questo non era mai stato detto prima d'ora: "Io mi sento responsabile come ministro di non aver fatto tutto cio' che forse era possibile fare. Sicuramente ci sono state delle sottovalutazioni, ma io mi sono dimesso da ministro e ho cercatodi pagare la mia responsabilita' politica. Mi auguro che la moglie e i figli possano trovare serenita'".

Scajola ha poi raccontato, sempre durante l'intervista, di accuse mosse da chi, al PM ha riferito di aver segnalato all'epoca la preoccupazione per i rischi che correva il consulente del ministero del Welfare, nel mirino delle nuove Br. Tra questi Roberto Maroni e Franco Frattini, ma Scajola ha risposto che non ne sapeva nulla: "Non ne ero a conoscenza. Questi soloni che parlano adesso... a me nessuno ne' di colleghi ministri ne' di altre autorita' dello Stato mi ha mai detto che c'era preoccupazione per Biagi'".

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