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Martedì, 23 Aprile 2024
Cultura dello sport

Lezioni 'speciali' di sport e rispetto nelle scuole del bolognese: "Troppi i cattivi esempi degli adulti"

Emanuele Maccaferri, Scuola di Tifo: "Cerchiamo di insegnare a tifare a favore e non contro l'avversario. Spesso lo sport diventa il pretesto per esprimere la parte più violenta delle persone"

I cattivi esempi degli adulti non mancano fra gli spalti di stadi e palazzetti, con innumerevoli insulti e atti di razzismo che ripetutamente si verificano in tutto il mondo e che si estendono anche alla rete e soprattutto ai social: solo di qualche giorno fa un giovane inglese è stato condannato a sei settimane di carcere per le offese rivolte al centravanti del Manchester United Marcus Rashford. Esempi positivi ne abbiamo? Sì. Ci sta lavorando un'associazione bolognese che si chiama (non a caso) "Scuola di Tifo" e che porta nelle scuole (ma anche nelle società sportive e nei luoghi di aggregazione giovanile) delle lezioni e dei testimonial che facciano riflettere sul significato del “tifo a favore”. Il progetto abbraccia le fasce di età 8-12 e 13-16 anni, per stimolarle a riconoscere gli esempi negativi che la società oggi offre, essendo liberi di mettere in atto i comportamenti ritenuti più opportuni nel proprio contesto di riferimento. Lo sport infatti, in particolare nella componente del ‘tifo’ per una squadra o per un atleta, come ben sappiamo non è sempre espressione di valori nobili e troppo spesso diventa il pretesto per esprimere la parte più violenta delle persone e per offendere e denigrare l’avversario.

Come e da chi è nata l'idea e con quale obiettivo? 

"L’idea di 'Scuola di Tifo' è venuta a me, Emanuele Maccaferri: sono un ex allenatore di squadre giovanili nonchè fondatore dell’associazione. Ho pensato a come riuscire a valorizzare il lato bello ed educativo dello sport e soprattutto al modo giusto per trasmetterlo ai giovanissimi, che spesso rischiano di fraintendere il messaggio anche a causa del cattivo esempio che arriva dagli adulti". 

Da quale presupposto nasce "Scuola di Tifo" e come si arriva a bambini e ragazzi? Quale il messaggio? 

"Lo sport è prima di tutto rispetto per gli altri, oltre che passione, entusiasmo e divertimento. Quello che cerchiamo di portare nelle palestre delle scuole e nei campi di calcio, di basket, di pallavolo è l’idea di supporto alla propria squadra come unica forma di tifo. Niente attacchi o addirittura insulti agli avversari. In sostanza cerchiamo di insegnare il tifo a favore, respingendo il tifo contro".

Un messaggio che è rivolto però anche agli adulti...

"Certo. Lo spunto che invece offriamo agli adulti, i genitori ed educatori in particolare, mira a far ricordare che ogni gesto compiuto davanti al proprio figlio, autorizza automaticamente a fare lo stesso: una grande potenzialità per chi fa della cultura sportiva sana e corretta un 'must', un vero pericolo quando nell’adulto prevale la competizione, dimenticandosi del proprio ruolo educativo". 

Come funziona? Dove e quando organizzate queste lezioni? 

"Ecco il meccanismo: durante gli incontri con le scuole primarie e secondarie o con le squadre giovanili, il team di Scuola di Tifo offre ai bambini degli spunti utili a cambiare il modo di approcciarsi allo sport ed al supporto alla propria squadra: il tutto senza imposizioni, semplicemente offrendo esempi positivi, facendo vivere in prima persona e capire ai protagonisti cosa significhi subire il ‘tifo a favore’ e quanto sia divertente farlo insieme ai propri amici, dagli spalti. Gli incontri durano indicativamente 90 minuti, come una partita di calcio. Le attività di includono una lezione frontale, una parte giocata, un momento in cui si condividono le emozioni e gli insegnamenti, per poi finire con il momento delle foto e degli autografi con i giocatori".

Quali sono i testimonial che hanno partecipato a Scuola di Tifo?

"Faccio qualche nome: Davide Lamma, Giuseppe Poeta, Leonardi Candi, Bruno Cerella, Gianmarco Pozzecco, Claudio Coldebella, Raffaella Masciadri. Oltre ai 4 cestisti che con Emanuele Maccaferri hanno dato vita al primo ‘esperimento’ di Scuola di Tifo: Daniele Cavaliero, Robert Fultz, Andrea Pecile e Mattia Soloperto".

Queste lezioni sono gratuite. Come si sostiene il progetto? 

"Riusciamo a fare quello che facciamo solo grazie al supporto di realtà che ci sostengono, permettendoci materialmente di organizzare le nostre lezioni.  Gli incontri nelle scuole sono resi possibili grazie al contributo di Fondazione Carisbo, che sta sostenendo tutte le fasi attuali del progetto Scuola di Tifo: Respect & Smile, vincitore del bando Fair Play”. 

Quante le scuole coinvolte? 

"Nel periodo tra marzo e aprile verranno coinvolte 4 scuole medie di Bologna (Saffi, Farini, Guido Reni e De Andrè), 29 classi e un totale di oltre 500 studenti".

Scuole e squadre giovanili: come si coinvolgono bambini e ragazzi

SDT · Scuola di Tifo è un’associazione di promozione sociale nata con l’obiettivo di sostenere tra i più giovani una cultura sportiva “positiva” attraverso l’insegnamento di un tifo “a favore” della propria squadra, mai “contro” l’avversario, mettendo in luce i valori più nobili dello sport. L’attività è stata studiata per coniugare l’aspetto educativo e sociale praticando sport. Le attività dell’Associazione si rivolgono a istituti scolastici (Scuola Primaria e Secondaria) e a squadre sportive giovanili, mirando a coinvolgere una fascia di età compresa tra gli 8 e i 16 anni, per massimizzare le potenzialità dello sport in termini sociali ed educativi. Il format proposto prevede il coinvolgimento anche degli adulti, chiamati a riflettere sul proprio ruolo educativo e sul valore dell’esempio. Durante gli incontri sono spesso presenti testimonial sportivi chiamati a raccontare la propria esperienza in tema di tifo.

Scuola di Tifo Bologna (1)-2

FOTO. Emanuele Maccaferri e Mara Boglioli di SDT, gli studenti della prima media dell’Istituto L.C. Farini (IC 12) di Bologna e della Scuola primaria P. Borsellino di Argelato.

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