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Cronaca

Scuola dell'obbligo, a Bologna 100 abbandoni all'anno: "Anche segnalazioni a procura minorile"

L'assessore Ara: "La pandemia si è innescata su problematiche che già avevamo. L'adolescenza è un'età complicata e la pandemia ha esasperato alcune situazioni"

Ogni anno un centinaio di studenti abbandonano la scuola dell'obbligo a Bologna. E' quanto conferma l'Area istruzione ed educazione del Comune di Bologna, questa mattina in commissione Scuola a Palazzo D'Accursio. "Il tema della dispresione scolastica è molto attenzionato dal Comune - spiega la responsabile dell'unità adolescenti, Fabiana Forni, rispondendo a una domanda della consigliera Pd Mery De Martino - e stiamo investendo da tempo".

Di questi, la metà viene subito recuperata. Per gli altri invece, a volte serve anche la segnalazione alla Procura minorile. Numeri che con la pandemia "non sono cambiati". Da anni è attivo un protocollo, in fase di rinnovo, siglato con il Provveditorato e gli Istituti comprensivi che permette alle scuole di segnalare situazioni di fragilità, dispersione ed evasione scolastica, ma anche di difficoltà economiche, sociali e ambientali. "Ogni anno vengono segnalate circa 100 evasioni - riferisce Forni - di cui una metà viene ripresa, mentre l'altra metà ha bisogno di interventi più strutturati. A volte servono anche le segnalazioni alla Procura minorile. I dati non sono cambiati con la pandemia".

Un secondo protocollo è stato invece siglato con le scuole superiori, in quel caso si registra una "dispersione molto forte nel biennio - spiega Forni - sia per le cosiddette classi pollaio nelle prime sia per situazioni non complete nell'iter di iscrizione".

L'assessore alla Scuola, Daniele Ara, spiega quindi le linee di mandato dell'amministrazione. "Vogliamo fare un salto di qualità - afferma - lavorando di più sull'orario dopo la fine della scuola, per offrire un tempo libero di qualità. Su questo abbiamo iniziato a lavorare con scuole e associazioni del territorio, culturali e sportive. Vogliamo rinforzare molto questo collegamento, attraverso le Scuole di Quartiere". La pandemia, ragiona l'assessore, "si è innescata su problematiche che già avevamo. L'adolescenza è un'età complicata e la pandemia ha esasperato alcune situazioni. In questo momento vediamo problematiche che emergono in maniera sbagliata, ma abbiamo anche dinamiche di ragazzi che si stanno ritirando e ritardano momenti di crescita e scoperta di sè. Dobbiamo investire molto su questo se non vogliamo avere una generazione che parte da una condizione di fragilità".

Il Comune punta dunque sul lavoro con le scuole e sul supporto psicologico dei ragazzi, soprattutto alle medie, "per farli uscire e portarli verso tutte le opportuinità che la città offre", spiega Ara. Secondo l'assessore, tra l'altro, è necessario costruire anche "un'offerta per tutti, altrimenti ci sarà sempre più divaricazione tra chi può permettersi lo studio all'estero e chi non può. Dobbiamo lavorare nel mezzo". Oltre agli interventi diretti per i ragazzi, il Comune guarda anche al supporto alla genitorialità. "Vediamo un grande bisogno di rafforzare questi servizi - spiega Ara - vogliamo trasformare alcuni presidi, come i centri bambini-famiglie, in luoghi di supporto anche ai genitori con figli in età più avanzata". Negli ultimi anni, sostiene l'assessore, la scuola "ha perso un po' di centralità e autorevolezza, a volte anche per il mancato riconoscimento da parte dei genitori". Secondo Ara, dunque, "c'è un lavoro da fare anche su questo. Non si può passare solo dalle chat tra i genitori, ma dobbiamo costruire progetti di collaborazione e confronto". (dire)

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