Partita con “La scuola e la città” la serie di incontri del PD Scuola che mirano a riaprire il dialogo per difendere la qualità dell’istruzione nel terremoto dei tagli agli enti locali.
Insegnanti e operatori hanno evidenziato che il sistema bolognese, da sempre avanzato, comincia a registrare qualche disagio nei livelli qualitativi. Maggiori servizi, multiculturalità e welfare chiedono aiuto al Comune di Bologna che non sia solo gestore, ma contribuisca a riparare le “menzogne di Berlusconi e il tentativo di assassinio-Gelmini”.
Nidi pubblici nuovi, aperti e a minor costo (l’Emilia Romagna è seconda solo alla Lombardia per rette), partecipazione di amministrazioni e imprese, riorganizzazione, anche se sofferta, rispetto della professionalità, formazione dei docenti e disabilità, di questo dovranno farsi carico enti locali e partito, evitando che, nel momento di difficoltà, la scuola diventi strumento di welfare. No alla scuola come badantaggio dunque e a baby sitter collettivi pagati dalle famiglie, ma investimento che consenta di risparmio futuro.
A far capo al sistema scolastico e nuova criticità anche l’istruzione adulti: un “organico” di ben 16 docenti presso due CPT , del carcere della Dozza e minorile del Pratello,  con 3.000 corsiti quasi tutti stranieri.
“Non avrei mai immaginato di dover affrontare difficoltà di questa portata” è l’amara constatazione dell’Assessore Milena Pillati che stimola al coraggio e ad un cambio di passo per superare il momento difficile, “Ma siamo tonici!” e annuncia un Manifesto dei servizi per l’infanzia, redatto insieme all’Università, che individua modalità, destinatari e diritti e che verrà discusso in primavera con gli interlocutori cittadini.