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Cronaca

Scuola in presenza per i figli dei sanitari: "Nell'attesa del via libera occorrono altre soluzioni"

Così l'appello dei sindacati che propongono intanto che vengano allestiti spazi dedicati, con personale che provveda ad assistere gli alunni e con attrezzature utili alla didattica a distanza

A seguito della chiusura delle scuole in presenza il personale sanitario fa fatica a conciliare le esigenze di accudimento dei figli con l’attività lavorativa in prima linea nella gestione dell’emergenza sanitaria in atto. Occorrono soluzioni immediate. E' quetso in succo della richiesta avanzata dai sindacati di categoria NurSind e Cimo di Bologna. 

“Nonostante sembra esista in virtù di un Dpcm in vigore la previsione che i figli del personale sanitario possono frequentare la scuola in presenza, cosi come anche i figli del personale appartenenti a categorie di lavoratori ritenute “essenziali”, la Regione e gli Enti Locali, per adesso, non riconoscono tale facoltà per una questione d’interpretazione della norme in essere". Così Antonella Rodigliano, del NurSind, il sindacato degli infermieri, e Salvatore Lumia e Luca Spinardi, rappresentanti del sindacato dei medici CIMO.

Serpeggia dunque la ppreoccupazione per l’impatto che le chiusure delle scuole possono avere sulle famiglie. Da qui l'appello dei sindacalisti: "In attesa di una soluzione condivisa tra Governo e Regione, che permetta ai figli del personale sanitario di frequentare la scuola in presenza, crediamo che sia opportuno che le aziende sanitarie ed ospedaliere provvedano ad affrontare la criticità con soluzioni temporanee quali, ad esempio, accogliere i figli dei sanitari in servizio presso appositi spazi dedicati appositamente attrezzati, con personale che provveda ad assisterli e con attrezzature utili alla didattica a distanza, oltre, naturalmente, a tutte le precauzioni utili ad evitare contagi”.  

“Non vogliamo privilegi -spiegano infine i rappresentanti delle due sigle-, ma un servizio che renda possibile conciliare le esigenze di accudimento della prole con un’attività lavorativa da tutti ritenuta indispensabili per gestire l’emergenza sanitaria in atto”.

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