Sgb in protesta davanti all'Ausl: "Più sicurezza nelle scuole" | VIDEO
Presidio del sindacato generale di base in via Castiglione nel pomeriggio
Sindacato generale di base in protesta davanti alla sede Ausl di via Castiglione per chiedere più sicurezza nelle scuole. "L'ordine di riprendere le lezioni in presenza per le classi fino alla prima media è arrivato nonostante i dati sul contagio fossero pressoché gli stessi di fine febbraio – scrivono – e nulla sia stato fatto nel frattempo per aumentare la sicurezza, se non tante dichiarazioni alla stampa".
Le richieste del Sgb
Condizioni attuali. Ora l’Emilia è di nuovo “arancione” e si dispone l’attività in presenza al 100% fino alla terza media e tra il 50 e il 75% per le superiori. Restano le classi sovraffollate e l’assenza di adeguati dispositivi di protezione e nonostante l’ormai appurata esigenza dei 2 metri di distanziamento, le mense scolastiche sono state riattivate senza alcun intervento strutturale.
Incremento delle misure di sicurezza? Tramite la stampa, si è tentato di tranquillizzare i lavoratori della scuola e le famiglie degli alunni, preannunciando screening di massa con tamponi periodici e assicurando il completamento della vaccinazione del personale. Dapprima l’Ordinanza regionale non ha fatto altro che confermare la possibilità del tampone rapido affidato alle farmacie private (misura attiva fin da dicembre, con lauti profitti per i privati), mentre ora si dispone il blocco della vaccinazione per il personale scolastico. Non discutiamo le valutazioni scientifiche degli esperti, ma in assenza delle già insufficienti misure annunciate, perché si riapre ugualmente?
Fallimento del piano di vaccinazione. Già minato dai giochi di potere internazionali che hanno limitato la disponibilità delle dosi, la vaccinazione del personale scolastico in Emilia Romagna ha risultati tra i più bassi del paese. Da un lato a causa della scelta di affidarsi ai medici di base che potevano vaccinare solo una volta raggiunto un determinato numero di prenotazioni, dall’altro per la grave e colpevole assenza di informazioni al personale da parte delle dirigenze del sistema scolastico emiliano (USR, Comuni, Cooperative in appalto).
Crollo del sistema di tracciamento. I competenti uffici delle ASL sono crollati per la mole di lavoro, a causa di risorse assolutamente insufficienti. In una regione famosa per l’efficienza del proprio sistema sanitario, il completo fallimento dell’azione di tracciamento lascia emergere il disprezzo del potere politico emiliano per i ceti popolari e i soggetti più esposti ai rischi della pandemia. La soluzione non può essere quella di rendere più difficile disporre la quarantena (come proposto da qualcuno in queste ore), solo per nascondere la gravità della situazione.
Trasporti. Le criticità restano intatte, mentre si apprende che a favorire il contagio sugli autobus oltre al sovraffollamento, sono stati gli stessi sistemi di condizionamento dell’aria. Le famiglie che per garantire la frequenza scolastica devono mandare i propri ragazzi per 1 o 2 ore al giorno sui mezzi pubblici, sono comprensibilmente preoccupate. A pagare il prezzo più alto sono come sempre i lavoratori della scuola (statali, comunali e dei servizi in appalto) e gli studenti, già provati dalla discriminante didattica a distanza.
Vogliamo la scuola in presenza e sicura. Non una riapertura a soli fini propagandistici o ad esclusivo beneficio dei ceti più abbienti. Continuiamo ad esigere aumento degli spazi, aumento del personale e riduzione dei gruppi di alunni, diritto alla vaccinazione per tutti e controllo sanitario scuola per scuola.