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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Scuola e vaccini, scontro comitato genitori-regione

I genitori no-Dad della Rete Nazionale Scuola hanno infatti inviato una formale diffida in Regione

Il cosiddetto 'green pass' dell'Emilia-Romagna per gli studenti, cioè la possibilità per i vaccinati di evitare la dad durante il prossimo anno scolastico in caso di focolai Covid, fa arrabbiare i comitati della scuola.

I genitori no-Dad della Rete Nazionale Scuola hanno infatti inviato una formale diffida in Regione parlando di una possibile "discriminazione" nei confronti degli studenti non vaccinati.

All'assessore alla Sanità Raffaele Donini, che ha avanzato l'ipotesi nei giorni scorsi, viene chiesta "l'immediata pubblica ritrattazione di ogni dichiarazione allarmistica ed illegittima che discrimini gli studenti vaccinati da quelli non vaccinati e la diffidano dal disporre qualsiasi forma di misura illegittimamente restrittiva che preveda solo per i primi didattica in presenza ed eliminazione della quarantena".

Secondo la rappresentante regionale della rete SiP Stefania Montebelli, l'affermazione di Donini "viola i principi della Costituzione ed i diritti dei minori, rischiando di legittimare in Emilia-Romagna un'arbitraria discriminazione fra studenti vaccinati per i quali la scuola resterebbe aperta e in presenza, e non vaccinati per i quali la scuola sarebbe chiusa".

I comitati sottolineano infatti come "nessuna evidenza scientifica dimostra che sia necessario imporre o raccomandare la vaccinazione anti-Covid ai minori. I decessi nella fascia di età 0-19 anni da marzo 2020 al 28 aprile 2021 sono stati 24 su 130mila, quasi tutti con comorbidità. La vaccinazione, dunque, non andrebbe a proteggere questa fascia di età, in quanto già non colpita dal virus, né dalle sue varianti".

"A fronte dell'obiettivo nazionale e regionale di arrivare a un'immunità di gregge (naturale o per vaccinazione) di circa il 75% della popolazione, è utile ricordare che la fascia di età 0-19 anni rappresenta il 18% circa della popolazione, e dunque potrebbe esserne tranquillamente esentata".

I comitati evidenziano anche che in Emilia-Romagna la fascia di cittadini 70-79 anni "è stata immunizzata con seconda dose al 58,03%: risulta immorale andare a sottoporre a inoculazione la fascia di età 12-19 (e addirittura subordinarne l'accesso a scuola!) laddove la regione non ha saputo garantire le dosi sufficienti per una fascia di età molto più a rischio quale la fascia di età 70-79, o non è stata capace di 'convincerla' a livello di comunicazione".

"Singolare come - aggiunge ancora Montebelli - proprio un esponente del governo regionale, che dovrebbe rappresentare quella politica che si vanta di essere portatrice di pari opportunità e princìpi di uguaglianza, dichiari pubblicamente di voler perpetrare una discriminazione nonché un atto incostituzionale senza nessuna base scientifica".

La replica di Donini: "Vaccino 12-19 anni prioritario"

La Regione assicura che non c'è un provvedimento specifico sulla scuola per indurre gli studenti a vaccinarsi, magari prima del ritorno nelle aule, ma l'assessore alla Sanità Raffaele Donini conferma "fra le priorità" di viale Aldo Moro proprio la vaccinazione dei giovani 12-19 anni, "in vista dell'avvio del nuovo anno scolastico a settembre".

Dunque, "nell'ambito della discussione dei prossimi protocolli di sicurezza sanitaria per la riapertura delle scuole penso che, in caso vi fossero altri focolai nelle scuole, sia giusto considerare e valutare da parte delle autorità sanitarie nazionali anche la condizione della copertura vaccinale, proprio per garantire il massimo possibile le lezioni in presenza".

Donini dunque non arretra dopo le critiche durissime dei comitati 'no Dad', che hanno inviato formale diffida alla Regione vedendo una "discriminazione" nell'ipotesi di garantire le lezioni in presenza ai vaccinati in caso di focolai.

"E' proprio a quei genitori che temono misure discriminatorie in vista del prossimo anno scolastico che mi rivolgo per riaffermare alcuni punti fermi", afferma l'assessore. "Il primo è che mai, io personalmente e come Regione Emilia-Romagna, abbiamo cercato di favorire la didattica a distanza se non nell'ambito di misure volte e prevenire o ridurre il contagio: per noi la scuola sono le lezioni in presenza e per questo lavoriamo". In secondo luogo, i provvedimenti per la scuola "li decidono le autorità scolastiche e il mondo della scuola stesso, non ci sono quindi misure sulla scuola decise dalla Regione o in preparazione".

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