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Cronaca

Cgil, la sede di Santa Viola intitolata a Bruno Papignani

La cerimonia a un anno dalla scomparsa. Presenti i familiari e i vertici locali di Cgil e Fiom. Papignani, prima di ricoprire incarichi nazionali nella Fiom, fu segretario generale del sindacato territoriale e regionale dei metalmeccanici

"Il lavoro, e la qualità del lavoro, sono stati sempre il faro del suo impegno sindacale. Una persona straordinariamente coraggiosa, che ha speso tutta la sua vita a difesa dei lavoratori, del rafforzamento dei diritti e per la crescita di una cultura inclusiva e democratica, dentro e fuori le fabbriche”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, questa mattina ha ricordato Bruno Papignani, scomparso un anno fa, in occasione dell’intitolazione a suo nome della sede della Cgil della zona Santa Viola a Bologna, in via del Giglio 7. Presenti i familiari del sindacalista, alla cerimonia sono intervenuti Maurizio Lunghi, segretario Cgil Bologna, Luigi Giove, segretario Cgil Emilia-Romagna, Michele Bulgarelli, segretario Fiom-Cgil Bologna, e Samuele Lodi, segretario Fiom-Cgil Emilia-Romagna.

“Il confronto, vero e a 360 gradi, era la sua cifra autentica nel fare sindacato - prosegue Bonaccini - Sempre con l’obiettivo di trovare le migliori soluzioni possibili nelle diverse vertenze aziendali o situazioni di crisi. Il lavoro è dignità, è vita, e Bruno più di ogni altro sapeva coglieva questo aspetto, nella quotidianità e nelle dinamiche sociali, battendosi per lavoratrici e lavoratori, per chi aveva bisogno, per chi rischiava di rimanere indietro. Preziosa coscienza critica, ci siamo trovati a discutere, a volte trovandoci d’accordo a volte no, ma sempre dalla stessa parte, quella della difesa dell’occupazione, dei siti produttivi, delle professionalità che questa nostra terra esprime”.

“E’ stato un uomo di grande sensibilità - chiude Bonaccini - e voglio mandare un abbraccio ai suoi cari. Stiamo provando a uscire da una crisi durissima. Vogliamo recuperare ogni posto di lavoro perso, ma vanno anche recuperate fragilità e ricucite fratture sociali ancor più profonde dopo l’emergenza sanitaria. Servono unità, volontà comune di farcela, per pensare a una società nuova, solidale, davvero attenta alle persone. E in questo senso l’esempio di Bruno Papignani ci sarà d’aiuto”.

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