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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Selene Ticchi e la maglietta Auschwitzland: c'è l'assoluzione

Per il tribunale il fatto che l'ex forzanovista avesse preso parte a una manifestazione a Predappio indossando una maglia con tale scritta non costituisce reato

Il fatto non costituisce reato, così si è pronunciato il tribunale di Forlì sul caso di Selene Ticchi,  all'epoca dei fatti militante in Forza Nuova  (ora nel Movimento nazionale rete patrioti), giunta a processo per la violazione della Legge Mancino. Ticchi infatti partecipò ad una manifestazione  a Predappio in ricordo della marcia su Roma indossando una maglia con la scritta Auschwitzland.

La richiesta della Procura era di una condanna a 9 mesi ai quali si aggiungeva una multa di 600 euro. Invece l'ex Forzanovista è stata assolta e si dice "soddisfatta" del verdetto.

SELENE TICCHI - LA SCRITTA SULLA MAGLIETTA INDOSSATA A PREDAPPIO NEL 2018

 Chi è Selene Ticchi 

La spiegazione di Ticchi e le polemiche, fino alle minacce 

Dopo il fatto infuriò la polemica sulla ex candidata sindaco di Budrio che - sentita da BolognaToday - aveva confidato che stava "vivendo un periodo di forte stress, concilio famiglia, lavoro e impegno politico, questa mattina presto sono andata ad attaccare degli striscioni con i ragazzi di Lotta Studentesca tra Molinella, Budrio e Bologna, per poi andare a Predappio ho aperto un cassetto e ho preso la prima maglietta che ho trovato, ne cercavo una con una frase inneggiante al duce, infine ne ho presa una a caso, ecco com'è andata". 

L'ex esponente di Forza Nuova e attivista del dipartimento femminile Evita Peron, aveva anche chiarito che si era trattata di "una pessima idea, è di cattivo gusto, non lo metto in dubbio. Ero fuori dal mio ruolo politico, a Predappio ero in servizio d'ordine con altri ragazzi. Ma sa invece cosa penso? Che i compagni avevano tentato di impedire la manifestazione, non è accaduto, così la notizia del giorno è diventata la maglietta della Ticchi, con una foto che sta facendo il giro del web. I problemi sono ben altri".

Gli attacchi via social tracimarono e arrivarono persino minacce brutali come la lettera inviata per posta ordinaria all'indirizzo di casa Ticchi che conteneva frasi come "Già ti siamo dietro per darti la giusta punizione che merita un topo di fogna come te. Se hai un dio inizia a pregarlo. Sarà quando meno te lo aspetterai. Hai chiuso".  

Il capitolo giudiziario

Poi quando si aprì il capitolo giudiziario. "Si tratta di un fatto molto grave, che non può essere giustificato come una leggerezza o un eccesso di goliardia". Con queste parole la procuratrice Maria Teresa Carmeli aveva commentato la conferma che Ticchi fosse indagata dalla Procura di Forlì per la maglietta indossata durante la commemorazione di nostalgici neofascisti a Predappio, il 28 ottobre 2018.  Ticchi sentenziò:  "Non vedo l'ora di andare in udienza e ci andrò a testa alta". 

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