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Cronaca Stazione / Piazza delle Medaglie d'Oro

Senzatetto, boom di richieste di aiuto e giacigli di fortuna: “Inaccettabile quello che si vede”

Con l'arrivo del freddo tanti in fila all'Help Center per un posto al caldo. Chi si ritrova senza un tetto si arrangia come può: diversi gli accampamenti nei pressi della stazione. "Si sono verificati momenti di tensione, per la paura di restare al gelo, ma di solito siamo tranquilli"

Il termometro si è abbassato notevolmente e l'attenzione va a chi una casa non ce l'ha, ora che le temperature sono diventate dure da sopportare, soprattutto di notte. Con l'attivazione del "piano freddo" del Comune di Bologna, qualche giorno fa ci sono state delle tensioni all'Help Center della Stazione Centrale per la folla di persone che si è messa in fila sperando di avere un posto letto.

"Non è stato nulla di grave - racconta il 28enne L. - solo un po' di agitazione per paura di restare senza un letto caldo adesso che fa tanto freddo ed è quasi impossibile dormire per strada. Oggi (ieri pomeriggio ndr) siamo qui per i colloqui e dobbiamo seguire un percorso per uscire da questa situazione e non solo per sfuggire al freddo. Ci comportiamo sempre bene, non facciamo mai confusione perchè non ci conviene...l'altro giorno è stato un momento particolare e di gente che ha bisogno ce ne è tanta. Ho conosciuto ragazzi arrivati con il gommone e che hanno visto morire i loro amici durante il viaggio: davanti a questo non è possibile essere indifferenti. Anche fra noi c'è chi è più disgraziato di altri". 

Dal centro confermano che è normale questo "boom" nel momento in cui scatta il freddo, ma che "solitamente è tutto tranquillo. Le le persone che si presentano allo sportello sono circa 15/20 al giorno e che il meccanismo degli alloggi assicura una continuità di 15 giorni che poi vengono rinnovati se tutto va come deve andare". Quest'anno Palazzo d'Accursio offre 40 posti letto in più rispetto allo scorso anno, sono 278 in totale. 

Un agente della sicurezza privata della stazione però sbuffa, ce l'ha con chi "campeggia" negli anfratti della stazione lasciando poi cumuli di immondizia e oggetti di ogni tipo: "Mi spiace per chi non ha un tetto sulla testa e spero che gli enti preposti possano dar loro un posto nel quale dormire, ma ciò che secondo me non è accettabile è quello che vedete qui e in ogni angolo buio della stazione (vedi immagini sotto) visto che troviamo di tutto e anche nel disagio si potrebbe essere più rispettosi". 

A pochi metri dal materasso che fa da separè e un paio di posti letto lungo i binari, in fila davanti all'Help Center c'è anche un 38enne greco, con con un bel sorriso aspetta il suo turno, spiegando che un lavoro ce lo aveva, e anche una casa, ma che adesso è ridotto così: "Io lo cerco un lavoro, ma adesso quello che posso fare è farmi aiutare. Non voglio ammalarmi perchè per lavorare bisogna stare bene".

Con l'arrivo del freddo allarme senzatetto

L'Help Center del Piazzale Est è nato nel febbraio del 2015 come servizio rivolto agli adulti in condizione di grave emarginazione sociale, senza fissa dimora e con difficoltà economiche, sanitarie o relazionali. A gestirlo la cooperativa sociale La Strada di Piazza Grande, che opera in maniera innovativa da molti anni altri servizi per i senza fissa dimora e si è aggiudicata il servizio a seguito di un bando del Comune. Il fabbricato è stato concesso in comodato d’uso gratuito dal Gruppo FS al Comune di Bologna. Le persone vi possono accedere liberamente in maniera diretta e senza filtri; bisogna solo attendere il proprio turno per ricevere consulenza rispetto all’orientamento nei servizi presenti sul territorio e indicazioni precise su indirizzi, orari e modalità d’accesso. 

Durante il consiglio comunale dello scorso 5 dicembre il consigliere democratico Francesco Errani aveva trattato l'argomento dopo che un senzatetto era stato trovato morto a bordo di un autobus: "Dal 1° gennaio al 25 novembre 2016, in Italia sono morte 146 persone senzadimora. Venerdì un 51enne italiano è stato trovato morto sul bus 25 a Bologna. Quella dei senza tetto è un'emergenza straordinaria, parliamo degli "ultimi": persone con problematiche legate alle dipendenze ma anche donne e uomini in situazione di povertà relazionale ed economica. Oggi il confine tra la cosiddetta normalità di chi è in salute e chi rischia di ritrovarsi in una situazione di grave disagio è sempre più sottile. A volte basta un evento critico, un lutto ola perdita del lavoro, come conseguenza anche dell'aggravarsi della crisi economica. 

"Bologna, durante lo scorso mandato, con il Piano Freddo e il sistema di accoglienza, ha costruito una rete di sostegno e solidarietà in cui tutti - prosegue il consigliere PD - attori istituzionali e mondo del volontariato, si sono attivati per dare una possibilità di rifugio e riparo per persone senza rete e alloggio. Un'azione straordinaria che può, se organizzata, diventare una buona pratica. Le attività vanno dalla distribuzione di generi alimentari, pasti caldi, coperte e vestiti, a informazioni, accompagnamento alle strutture e accoglienza presso i dormitori  La buona politica è quella che fa diventare ordinario ciò che è straordinario. C'è un segnale di buona politica che può essere raccolto e trasformato in prassi ordinaria: questa rete, se diventa un'organizzazione ordinaria, non è solo un buon esempio ma una buona pratica. Queste morti ci dicono che la battaglia che Piazza Grande porta avanti tuttii giorni da 23 anni è importante, e che bisogna agire sugli interventi di sostegno sanitario, sociale e lavorativo. Bisogna anche far capire non solo le buone ragioni etiche e sociali ma anche quelle economiche di una politica inclusiva. Dall'aiuto all'aiuto reciproco, in cui si evolve dai ruoli di partenza, collegando una situazione di emergenza alla possibilità di attivare le risorse delle persone.  Credo che serva una riflessione per aprire una prospettiva inclusiva per la politica. Una logica che credo possa guidare tutte le politiche, per passare da un'emergenza continua a una gestione ordinaria degli interventi. Queste morti devono permettere di riaprire una riflessione sul sistema di accoglienza in Italia e a Bologna".

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