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Tra emergenza e socialità: una serata con i lavoratori del Piano Freddo al servizio dei senza dimora | VIDEO

Dal 1° dicembre è attivo il Piano Freddo del Comune di Bologna: 204 posti letto per lasciare al freddo meno persone possibili. Ma oltre servizi base, si guarda anche alle relazioni e alla socialità

C’è chi ha appena finito una partita di calcetto, chi a stento parla italiano, chi guarda una serie tv in streaming e chi chiama per avere qualcosa di caldo da mangiare: anime diverse, persone diverse con storie diverse. L’unica cosa in comune è quella di vivere in strada.

A prendersi cura di loro, specialmente nei rigidi inverni bolognesi, ci sono i servizi sociali con il Piano Freddo. Organizzati da Comune di Bologna e ASP (Azienda pubblica di servizi alla persona) ed erogati dal Consorzio Arcolaio con l’aiuto di 150 volontari della Caritas, i posti letto messi a disposizione sono in tutto 204 che, sommati quelli delle strutture ordinarie, diventano 550. Uno lavoro ingente in un sistema complesso, con l’obiettivo di lasciare al freddo meno persone possibili.

Sottocoperta

Una delle strutture attivate per il Piano Freddo è Sottocoperta, in via del Lazzaretto. Il Lazzaretto è un polo che accoglie tutto l’anno tantissime persone: ci sono appartamenti, container e altre strutture, a volte con servizi accessibili da tutti, come le docce, aperte cinque giorni su sette. Dal 1° dicembre al 31 marzo, date di inizio e fine del Piano Freddo, Sottocoperta diventa ‘casa’ per un massimo di trenta persone. Oltre ai posti letto, la struttura prevede uno spazio ricreativo e il servizio di cena e di colazione garantito dai volontari delle parrocchie che si sono messe a disposizione. Aperta da qualche anno, Sottocoperta è uno dei nove siti di accoglienza aperti per il Piano Freddo. Oltre ai servizi di base, per il terzo anno consecutivo ASP e Comune di Bologna hanno pensato ad alcune attività ricreative in collaborazione con altre cinque realtà: Amici di Piazza Grande, Cassero, Libera Bologna, Arci e Micce. Si tratta del “Piano Freddo di comunità”, un servizio che supera “la logica dell’emergenza” come detto dalla presidente di Piazza Grande Ilaria Avoni, andando incontro ad “altri bisogni, quelli legati alle relazioni e alla socialità”.

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Il servizio mobile

Durante tutto l’anno, in via Albani, alla Bolognina, è presente l’Help Center, un luogo dove gli utenti possono rivolgersi per essere indirizzati ai servizi disponibili. Aperto tutti i pomeriggi, sette giorni su sette (festivi compresi), l’Help Center viene però chiuso durante il periodo del Piano Freddo. Da dicembre a marzo, infatti, i servizi vanno direttamente in strada con l’Help Center mobile (dalle 15 alle 18) e con il Servizio Mobile (dalle 20 a mezzanotte) per assicurarsi che le persone senza fissa dimora abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno. L’obiettivo è quello di creare una relazione di fiducia con queste persone, affinché possano usufruire dei servizi di accoglienza. L’attenzione, specialmente nei giorni più freddi, è massima. Ma nonostante questo, esistono quelli che vengono ironicamente chiamati “gli irriducibili”. “Non è un lavoro facile” dice Tommaso – uno dei coordinatori del Piano Freddo di Piazza Grande (una delle realtà del Consorzio Arcolaio) – durante il giro notturno del Servizio Mobile –. Si vive di estremi: a volte ciò che ti colpisce è il senso di impotenza e finisci per tornare a casa con l’amaro in bocca per cose che avresti voluto fare in modo diverso. Altre volte invece vedi il rapporto di fiducia progredire, e lì la soddisfazione è massima”. 

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