rotate-mobile
Cronaca Bolognina / Via Aristotile Fioravanti, 12

Sgombero Fioravanti. Gli attivisti riaprono gli spazi: "Ma non rioccuperemo, cerchiamo un dialogo"

J'accuse del collettivo vs vice-sindaca e amministrazione. Clancy replica: "Questa città ha tutte le carte in regola per fare in modo che l’epilogo non sia il solito"

“Ci sentiamo traditi dal Comune. Solamente lo scorso martedì ci eravamo incontrati con la vice sindaca Clancy, la quale si era detta disponibile ad aprire un tavolo sulla gestione degli spazi pubblici. La proposta del Comune era quella di uscire spontaneamente da Banca Rotta per riavviare i discorsi relativi ai bandi e alla gestione degli spazi. Noi abbiamo risposto che avremmo riferito in assemblea – inizialmente prevista per il successivo venerdì 8 aprile – e che la risposta ci sarebbe stata solamente la settimana seguente, ma dopo trentasei ore è arrivato lo sgombero. Questo pone un problema di credibilità della vice sindaca e di tutta l’amministrazione. Il dato che emerge, ai nostri occhi, è che la poca affidabilità delle loro parole. Oppure, ci sono due linee che emergono all’interno dell’amministrazione che formano però una frattura”. Con queste parole le attiviste e gli attivisti del collettivo Banca Rotta, consorzio di nove realtà indipendenti, ha commentato lo sgombero dello stabile di via Fioravanti 12 avvenuto nella mattinata di ieri, giovedì 7 aprile, nell’incontro con la stampa avvenuto all’interno del chiostro di Palazzo D’Accursio. “Coalizione Civica è entrata nell’amministrazione che governa Bologna per provare a spostare verso sinistra l’asse del Comune, ma ciò che sta succedendo è che in meno di sei mesi ci sono state già diverse azioni – come l’approvazione del Passante e gli sgomberi – che ci fanno chiedere quali siano effettivamente le reali novità rispetto agli ultimi dieci anni di amministrazione comunale”. 

Blitz nella notte

Gli spazi dello stabile di via Fioravanti sono stati riaperti stanotte con un’azione rivendicata dallo stesso collettivo di Banca Rotta. Ma gli stessi attivisti non hanno intenzione di rioccupare l’immobile: “No, non rioccuperemo lo stabile. Clancy ha chiesto di continuare il dialogo? Noi vorremmo sederci ad un tavolo, ma è evidente che ci sia un problema. Nel momento in cui la vice sindaca afferma di avere il mandato per trattare con noi e nel momento in cui le viene risposto con chiarezza che la risposta arriverà solo dopo il confronto in assemblea ma dopo neanche due giorni lo spazio viene sgomberato, ci chiediamo quanto potere abbia effettivamente la vice sindaca Clancy. Come possiamo parlare con un attore politico che però non ha la forza per portare a casa un risultato? Ci chiediamo a chi dobbiamo rivolgerci per avere un’interlocuzione”. 

Continua lo stallo con il Comune

Si rinnova quindi uno stallo con l’amministrazione comunale che, secondo gli attivisti di Banca Rotta, si era già verificato in fase di assegnazione dello stabile. Nella conferenza stampa tenuta lo scorso 15 marzo, dopo l'occupazione dello stabile del 12 marzo, gli occupanti avevano fatto luce sulle presunte inadempienze da parte degli uffici comunali. La proposta da parte della cordata di una gestione assembleare, che secondo Banca Rotta aveva inizialmente riscosso pieno successo tra il personale amministrativo, sarebbe stato lo scoglio su cui le trattative si sarebbero infine arenate. Posizione confermata anche nell’incontro odierno: “Dopo aver approvato questo bando non si può andare a discutere seguendo una logica mercantile. Come nel caso di Napoli, da loro citato nel bando, la responsabilità giuridica si affida ad un’assemblea. Le differenze tra noi e l’amministrazione ci sono, ma queste sono le sfide che il Comune deve raccogliere per il bene della collettività”.

Le parole della vice sindaca Clancy

Nessun incontro previsto nei prossimi giorni tra Banca Rotta e il Comune. Nella giornata di ieri, a poche ore dallo sgombero, la vice sindaca Emily Clancy aveva affidato ad un post sulla sua pagina Facebook una lunga riflessione sul tema: “Leggo che qualche forza politica strumentalmente scrive che ho incontrato Bancarotta per lavarmi la coscienza sapendo che sarebbero stati sgomberati ore dopo.  Chiunque fa politica capisce quanto la ricostruzione sia peregrina: nessuno si spenderebbe per una mediazione se sa già che avrà esito negativo. In politica la propria credibilità è tutto e non c’è affermazione più distante dalla realtà. Ora potrebbe andare in scena il copione solito: dopo lo sgombero l’Amministrazione si gira da un lato, forte del fatto che l’iter di assegnazione dello spazio fosse amministrativamente corretto, i movimenti che animavano la proposta progettuale si girano dalla parte opposta, comprensibilmente feriti dallo sgombero.  Oppure, come talvolta è successo in questa città, potremmo fare un salto in avanti tutte e tutti insieme e ribaltare il finale di un film già visto.  Riprendo la determina di assegnazione dello spazio a Bancarotta: “Costruire e sperimentare un modello di gestione autogestione cittadina secondo i principi del mutualismo, al fine di riconsegnare alla comunità i tanti edifici abbandonati come luoghi di partecipazione diffusa. Le attività nasceranno dalla progettazione condivisa dei diversi soggetti, e comprenderanno dibattiti di confronto politico e di genere, iniziative di tipo culturale, iniziative di inclusione sociale, momenti di socialità e attività ricreative . Questo è ancora ciò che serve a Bologna. Questa città ha tutte le carte in regola per fare in modo che l’epilogo non sia il solito. Per fare scuola e innovazione non solo sulle politiche abitative, sui ripensamenti circa lo spazio urbano e la mobilità sostenibile, sulle politiche sociali, digitali e culturali, ma anche sugli spazi. Questo è quello che mi aspetto da Bologna – conclude la vice sindaca Clancy – e quello per cui lavorerò nei prossimi mesi”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sgombero Fioravanti. Gli attivisti riaprono gli spazi: "Ma non rioccuperemo, cerchiamo un dialogo"

BolognaToday è in caricamento