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Cronaca

Via Zampieri, Clancy: "Nessuno sgombero, intollerabile occupazione del patrimonio pubblico"

In una lunga nota, la vicesindaca con delega alla casa ed esponente della sinistra del Pd si difende: "Nominata assessora un mese dopo l'occupazione, da sindacato mai nessuna informazione su occupanti"

Non c’è stato "nessuno sgombero abitativo" ma un "ripristino del possesso del patrimonio comunale, da destinare a chi ne ha bisogno". Sono le parole di Emily Clancy, vicesindaca e assessora con delega alla casa del comune di Bologna, dopo il caso dello sgombero di stamane in via Zampieri.

Clancy, esponente di Coalizione civica e vicina al mondo della sinistra di movimento, è stata chiamata in causa insieme a Matteo Lepore e al presidente uscente di Acer Alessandro Alberani, dal sindacato Asia-Usb, sigla di base sotto la cui egida si è animata la doppia occupazione di alloggi popolari, iniziata un paio di mesi fa, che stamane ha avuto fine su ordine di Palazzo D'Accursio. Alloggi -secondo gli attivisti- sfitti da anni, con la ristrutturazione ferma, e per questo occupati da alcune persone che si sono rivolte alo sportello per il diritto all'abitare della sigla di base.

Per l'assessora, che nel replicare si affida a una lunga nota diffusa dal Comune "non si può tollerare l’occupazione del patrimonio pubblico che l’Amministrazione deve assegnare a chi ne ha bisogno". In altre parole "non sarebbe corretto far passare il messaggio che alcuni, in quanto occupanti, possano passare davanti ad una graduatoria di futuri inquilini e inquiline assegnatari di un alloggio pubblico secondo regole prestabilite":

Detto questo, la vicesindaca fa sapere di avere ricevuto le deleghe circa "un mese dopo l’occupazione da parte di Asia" e che il "cambio di passo necessario per la nostra città" per risolvere l'emergenza abitativa "richiede fisiologicamente del tempo: non si può risolvere un’emergenza abitativa a discapito di un’altra".

Sgombero case Acer occupate in Via Zampieri. "Ora 4 persone rimaste senza un tetto e 2 alloggi che torneranno alla polvere

Insomma, per Clancy "se c’erano reali necessità abitative dei potenziali nuclei - di cui (Da Asia, ndr) hanno sempre rifiutato di fornire le informazioni- dovevano metterci nelle condizioni di intervenire, rivolgendosi ai servizi in modo da capire se potevano accedere ad un alloggio di transizione o a un percorso di inserimento abitativo, loro come qualunque altro cittadino".

Di qui sono maturate le condizioni per l'intervento delle forze dell'ordine per "liberare i due appartamenti che, come ho avuto modo di ribadire anche pubblicamente, sono stati inseriti nel piano superbonus e verranno ristrutturati e assegnati".

Asia-Usb: "Questo è il cambio di passo? Ricorda sindaci-sceriffi"

A stretto giro arriva la posizione del sindacato, che dopo lo sgombero ha imbracciato cartelli e striscioni e ha sfilato fino sotto Palazzo D'Accursio, con qualche decina di militanti.

Lo sgombero dei due appartamenti occupati "giunge come una doccia fredda" e manda "un chiaro segnale a tutti coloro che si aspettavano un cambio di passo da parte del Comune di Bologna su temi importanti, come quello del diritto alla casa", si legge sui social.

I sindacalisti riconoscono peraltro un iniziale cambio di passo a Clancy, per via dell'incontro concesso "rompendo quell'indisponibilità al dialogo che inizialmente il Comune aveva mostrato in quanto rappresentavamo degli occupanti di casa".

Tutto ciò però, fa sapere Asia "si infrange oggi, con uno sgombero senza soluzioni, con le denunce degli occupanti, senza concedere un incontro nonostante ore di presidio sotto il Comune". Evidentemente, questa l'analisi degli attivisti "la 'linea Clancy' non ha cittadinanza nelle decisioni concrete" oppure, ribadiscono dal sindacato inquilini "è molto simile alla linea delle giunte precedenti, quelle dei sindaci-sceriffi impegnati a sgomberare e denunciare senza risposte ai bisogni sociali".

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