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Siccità in E-R, la pioggia non basta più: si pensa a 10mila piccoli invasi | VIDEO

Gli addetti ai lavori chiedono con urgenza "un piano Marshall", quindi progetti e interventi contro nuove 'ondate di siccità'

L'emergenza non è rientrata con l'arrivo dell'autunno e l'Emilia-Romagna sconta i tanti mesi senza piogge. A confermarlo i Consorzi di bonifica e Coldiretti, riuniti in Regione al convegno "Investire sul territorio per un futuro più sicuro e sostenibile" in occasione del centenario di Anbi, Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue. Gli addetti ai lavori chiedono infatti "un piano Marshall", quindi progetti e interventi concreti contro eventuali nuove 'ondate di siccità', come riferisce la Dire. 

"Il tema troppa acqua-poca acqua crea grandi problemi a tutto il pianeta e ai territori, compreso il nostro. Abbiamo un piano condiviso con l'Associazione dei consorzi di bonifica Anbi sulla realizzazione di tantissimi nuovi invasi, di cui una parte già realizzata, con investimenti importanti grazie al piano nazionale che i vari Governi hanno messo in campo. E anche nei Consorzi di bonifica gli investimenti sono cresciuti di molti milioni di euro in questi anni". Ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, a margine dei lavori. "Ci servono tanti invasi che nei periodi di siccità diano una mano ai territori, a partire da quelli agricoli ma non solo. Allo stesso tempo, dobbiamo contribuire alla transizione ecologica per evitare ulteriori sconvolgimenti climatici". Bonaccini condivide la necessità di "interventi da Piacenza a Rimini, con risposte equilibrate nei territori d'intesa con i Consorzi di bonifica. Dobbiamo garantire il massimo sforzo possibile per dare nuove opportunità di irrigazione".

Piano nuovi invasi

Esiste già un "piano laghetti" che bisognerebbe sviluppare al di fuori del perimetro del Pnrr, per ridurre il più possibile i tempi, ovvero 10.000 invasi medio-piccoli entro il 2030, sia in collina sia in pianura, per aumentare di oltre il 60% la capacità dei 114 serbatoi già presenti nel territorio nazionale. 223 progetti sarebbero già cantierabili. 

"Proponiamo un grande nuovo 'piano Marshall', il piano laghetti, per garantire di trattenere l'acqua quando piove e distribuirla quando ne abbiamo bisogno, producendo energia elettrica da fonti idroelettriche - osserva Francesco Vincenzi, imprenditore agricolo modenese e presidente di Anbi - oggi solo il 10% dell'acqua che piove viene trattenuta, per distribuirla a campagne e cittadini. Vogliamo installare nelle strutture dei laghetti pannelli fotovoltaici galleggianti, fra l'altro, per contenere il consumo di suolo. Ma tutto il progetto sarebbe segnato da un bassissimo uso di cemento, valorizzando le terre locali. Anche in Emilia-Romagna si sono già studiate priorità di intervento in merito al piano, da condividere sempre con i territori".

Il piano laghetti, in ogni caso, non rientra nel Pnrr: "La scelta di non includere il piano laghetti nel Pnrr- spiega Vincenzi - risponde a un'esigenza di ridurre la burocrazia. Se partissimo oggi in questo ambito con gli investimenti, occorrerebbero 10 anni per realizzarli. Molto spesso questo tempo non lo abbiamo nei territori, per questo chiediamo a Regioni e Stato di velocizzare le procedure burocratiche".

In ogni caso, il Pnrr aiuta a sua volta i Consorzi di bonifica: "Mentre parliamo, i Consorzi di bonifica stanno eseguendo 700 milioni di euro di lavori e col Pnrr ne sono in arrivo per altri 200 milioni. Proprio col Pnrr vogliamo dare stabilità territoriale e ambientale su una risorsa così importante come acqua. Finito il Pnrr- conferma dunque Vincenzi- gli investimenti sul piano degli invasi comunque continueranno".

La desalinizzazione dell'acqua, tema emerso nel corso della siccità recente del Po e del suo delta, al momento invece non è considerata un'urgenza: "Il tema resta attuale- puntualizza Vincenzi- ma crediamo che prima, per via dei costi energetici che la desalinizzazione trasferirebbe sulle nostre imprese, dobbiamo procedere con tutte le altre azioni. Se il cambiamento climatico un domani dovesse imporci anche questo, tuttavia, ci lavoreremo".

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