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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Siccità, dalla chiesa alla moschea si prega per la pioggia

Sia la Curia di Bologna che l'Ucoii hanno inoltrato note dove invitano a elevare preghiere in favore del meteo

Non solo scienza e meteorologia. Per scongiurare la siccità che ormai ha raggiunto livelli di allerta un po' in tutto il nord i principali oridni religiosi escono allo scoperto, auspicando preghiere per il ritorno dell'acqua sulle terre riarse da sole e temperature fuori norma.

Anche l'Ucoii, l'unione delle comunità islamiche italiane, ha lanciato l'appello.. "La siccità e il perdurare della mancanza di precipitazioni sulla maggior parte del nostro Paese -si legge in una nota- ci chiama a mettere in atto le risorse che la nostra religione e tradizione, prevede in questi frangenti". Gli imam delle moschee in Italia sono pertanto invitati "a pregare e far pregare per la pioggia il prossimo venerdì 25 Dhu al-Qa'dah 1443H, corrispondente al 24 giugno 2022, durante il sermone del venerdì, come fece il messaggero di Allah. Chi ne avesse le possibilità, cerchi di eseguire la specifica preghiera della pioggia fuori dalla moschea". 

Lato cristianesimo cattolico, è la Curia di Bologna, per voce del cardinale e presidente Cei Matteo Zuppi, a non escludere una preghiera per la pioggia anche sotto le Due Torri, sull'esempio di quando fatto a Milano dal collega Delpini. "Ne parleremo coi vicari", dice Zuppi alla 'Dire', sottolineando in particolare l'interesse delle parrocchie "più legate alla campagna, in cui ha siccità ha un effetto terribile".

Zuppi ne parla dopo aver inaugurato al fianco del rabbino capo di Bologna, Alberto Sermoneta, una mostra sull'arte nella Shoah nella biblioteca di San Giorgio in Poggiale, mostra organizzata dalla ambasciata di Israele presso la Santa sede e dalla fondazione per le scienze religiose in occasione della conferenza annuale della European academy of religion (EuARe).

Quella della preghiera per la pioggia, annunciata da Delpini a Milano nel pieno dell'ondata di siccità "e' una prassi che si faceva abitualmente", osserva Zuppi. "Noi- aggiunge- facciamo fatica, perché pensiamo di determinare tutto. Certamente è una emergenza. Purtroppo ci rendiamo sempre conto dei problemi, forse, solo quando c'è l'emergenza. Il fatto che ci sia il razionamento dell'acqua ci deve porre seriamente il tema di provare a uscire dall'emergenza, trovando delle soluzioni".

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