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Cronaca

Siccità e crisi idrica: dichiarato lo stato di emergenza, oggi seduta straordinaria con il capo della Protezione civile

Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha detto che ci sono "le condizioni per arrivare a dichiarare lo stato di emergenza" nazionale

Per la mancanza di acqua "siamo in una situazione davvero di emergenza. Bisogna fare in modo di mettere in campo tutte le risorse, le opportunità e le scelte migliori per far fronte a un problema che sta diventando davvero pesante, in Emilia-Romagna soprattutto per l'agricoltura". A dirlo è il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, tanto che l'Emilia-Romagna ha dichiarato, nel vertice di ieri pomeriggio, lo stato di emergenza regionale. 

Come si legge in una nota della Conferenza delle Regioni, oggi alle 16.30 a Roma è in programma una riunione della Conferenza "per porre il tema della strategia nazionale", alla presenza del capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio: sul tavolo diversi temi, dalle spese covid, all'accoglienza profughi ucraini, agli incendi, ma si parlerà ancora della grave situazione di carenza idrica. 

La grave siccità di queste settimane, sottolinea Bonaccini, "è un problema che riguarda tutto il Paese e in particolare il Bacino padano. Cercheremo di fare tutto il possibile come sempre". In Emilia-Romagna, sottolinea tra l'altro l'assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, la mancanza di acqua "mette a rischio anche le nostre filiere". Per questo occorre "investire nelle nuove tecnologie, basta pensare a cosa può fare l'agricoltura di precisione". Inoltre, sostiene Colla, "non dobbiamo perdere l'acqua piovana". Per questo, secondo l'assessore, "è arrivato il momento di fare un grande piano regolatore di come tratteniamo l'acqua".

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Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa a SkyTG24 ha detto che ci sono "le condizioni per arrivare a dichiarare lo stato di emergenza", sottolineando che "la preoccupazione è giustificata e il Governo condividerà un percorso con le Regioni". "Dobbiamo sostenere il comparto agricolo, che non è solo produttivo ma vitale per il nostro Paese" grazie al presidio e alla manutenzione del nostro territorio", dice Costa.

La situazione nelle altre regioni

All'incontro il  Piemonte porterà richieste precise per fronteggiare, sia nell'immediato sia nella prospettiva del medio - lungo periodo, la grave emergenza idrica che sta colpendo in modo particolare il territorio regionale.  "Chiederemo al Governo - sottolineano  il presidente della Regione, Alberto Cirio e l'assessore all'Ambiente, Matteo Marnati, coordinatore delle attività del tavolo permanente  per l'emergenza idrica - che si intervenga, nell'immediato, per trovare le migliori soluzioni possibili per poter dare subito sostegno all'agricoltura in un momento in cui le colture sono in una fase cruciale. L'acqua così come le misure straordinarie - osservano - servono ora" "Stiamo già lavorando da mesi  ad una pianificazione di medio periodo che ci consenta la realizzazione di piccoli invasi in grado di poter rilasciare acqua in casi di emergenza come quello che stiamo attraversando, ma anche di mitigare le esondazioni nei periodi storicamente più soggetti ad alluvioni - aggiungono - ma ultimi eventi impongono di accelerare questa pianificazione per questo chiederemo che a questi specifici progetti e in generale a queste infrastrutture, in Italia ci sono 1000 richieste, vengano destinate ingenti risorse, a valere sul Pnrr fino a 4 miliardi di euro (attualmente sono destinati 400 milioni, ndr)", concludono

"La crisi idrica che allarma le regioni del Nord Italia - sottolinea il Presidente della Sicilia, Nello Musumeci - per fortuna non presenta gli  astessi valori in Sicilia. Tuttavia, dobbiamo essere pronti a qualunque evenienza. Quello che abbiamo fatto in questi cinque anni per far fronte alla penuria d'acqua, nei centri urbani e nelle campagne, non ha precedenti in termini di iniziative e di risorse stanziate".

"In Lombardia per ora non si parla di razionamenti dell'acqua per uso civile. La situazione da questo punto di vista è sotto controllo". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a margine della missione istituzionale in corso oggi a Bruxelles. "Stiamo intervenendo- ha proseguito il governatore- per risolvere il problema degli usi agricoli. Ci stiamo lavorando da due mesi e abbiamo già posto in essere una serie di iniziative concordate col mondo dell'agricoltura, per esempio per rinviare alcune semine e consentire di abbassare il deflusso vitale e far alzare il livello dei laghi". "Bisogna ora capire- ha detto ancora Fontana- quelle che sono le differenti esigenze delle diverse regioni. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, mi ha anticipato che affronterà anche questo tema". Per quanto riguarda il Lago Maggiore, il presidente Fontana ha sottolineato che sono in corso interlocuzioni con il Canton Ticino e in particolare con il suo rappresentante, Norman Gobbi. "L'assessore Massimo Sertori ha parlato con lui- ha spiegato Fontana- affinché quest'ultimo si interfacci con i responsabili dei bacini idroelettrici per cercare di avere un rilascio maggiore di acqua. I rapporti con il Canton Ticino sono positivi dunque mi auguro possano comprendere le nostre necessità".

Per affrontare la grave siccità che affligge il Veneto, e non solo, "lo stato di emergenza è fondamentale. Io sono stato primo in assoluto un mese fa a chiederlo, vedo che adesso colleghi di altre Regioni si sono allineati a questa richiesta" e l'auspicio è che venga quindi dichiarato. Lo afferma il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, oggi in conferenza stampa a palazzo Balbi, sede veneziana della giunta regionale. È chiaro che "la situazione viene risolta solo con le precipitazioni", evidenzia poi Zaia sostenendo che "noi abbiamo avuto annate come questa o peggiori di questa", e che siamo di fronte a "un fenomeno ciclico". Anche per questo è necessario pensare a soluzioni strutturali, per le quali tornerebbero utili i fondi del Pnrr. Del resto, "l'articolo 21 prevede la possibilità di rinegoziare il programma europeo", ricorda Zaia ipotizzando interventi per ammodernare gli impianti di irrigazione, "che oggi sono un colabrodo", adottando "nuove tecniche che consentono di sprecare meno", e poi di prevedere una rete di "microbacini, che però sono privati e devono avere un fondo di argilla e devono essere in posizioni facilmente collegabili con la rete idrica". Intanto, l'appello è ai cittadini. "Questo non è il momento di tenere il rubinetto aperto mentre ci spazzoliamo i denti", conclude Zaia.

"Al momento i grandi invasi della regione non sono a un livello d'allarme, tant'è vero che abbiamo autorizzato anche l'irrigazione della val Trebbia cedendo acqua ai nostri vicini emiliani per la loro agricoltura. Certo che, se andrà avanti così, avremo difficoltà cui dovremo guardare con attenzione", ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti parlando dell'emergenza siccità. "Alcuni sindaci hanno già fatto ordinanze nei loro Comuni, solo nel Ponente - ha spiegato Toti - Per il momento non vi sono particolari nostre indicazioni salvo l'attesa delle strutture tecniche competenti che stanno valutando la situazione e a metà della settimana ci consentiranno una valutazione nella prossima giunta. Il pacchetto di indicazioni per gli ambiti territoriali idrici arriverà probabilmente a fine settimana. Dopodiché è chiaro che, se il Governo interviene con un decreto a sostegno delle categorie più colpite, penso soprattutto all'agricoltura, è bene farlo", ha concluso.

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a margine della presentazione del Rapporto Sud di Utilitalia e Svimez a Napoli ha detto che "Per il ciclo delle acque, su cui stiamo lavorando proprio in queste ore, la mia idea è quella di varare un grande piano per la realizzazione di una decina di invasi collinari, cioè concentrare l'attività della Regione su obiettivi di medio-lungo periodo dal punto di vista delle risorse idriche. Avremo, fra la fine di questa settimana e l'inizio della settimana prossima, una riunione tecnica con l'Autorità di bacino dell'Appennino meridionale, con le associazioni agricole, con i responsabili dei consorzi di bonifica oltre che con il nostro assessorato all'Ambiente per cominciare ad impostare un piano per la realizzazione di bacini collinari. Sarà veramente una grande sfida però, insieme con la diga di Campolattaro, questo consentirà alla regione Campania di essere pienamente autonoma dal punto di vista delle forniture idriche, sia per acqua potabile che per l'irrigazione delle campagne".

 "Una legge regionale che possa favorire la realizzazione di bacini, invasi e punti di raccolta acqua" per contrastare la siccità. E' quanto intende mettere in campo il presidente della Toscana, Eugenio Giani. "Di fronte alla siccità che propone una situazione molto  difficile per la nostra agricoltura e per il nostro modo di vivere - spiega il governatore - è chiaro che il problema dei cambiamenti climatici si propone in tutta la sua evidenza per il caldo e per il clima torrido che si sta determinando quest'anno. Noi come Regione Toscana vogliamo approfondire, fissando con una legge delle nuove norme che tendano a favorire la realizzazione di invasi, laghi, di realtà che possano raccogliere le acque e non vedere l'eccesso di dispersione che c'è attualmente. Perché la ritenzione delle acque - conclude Giani - possa consentire un maggior utilizzo a fini agricoli e per altri usi civili".

(Secca fiume Po - Foto archivio)

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