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Cronaca

Siccità, chiesto lo stato di emergenza nazionale: "Necessari interventi per oltre 36 milioni di euro"

La richiesta è stata firmata e inviata questa mattina dal presidente Bonaccini, al presidente del Consiglio e al Capo della Protezione Civile

La Regione Emilia-Romagna presenta al Governo la richiesta dello Stato di emergenza nazionale, per il perdurare e l’aggravarsi della crisi idrica. Nei giorni scorsi era statop dichiarato lo stato di emergenza regionale

Come rendono noto da viale Aldo Moro, la richiesta ufficiale è stata firmata e inviata questa mattina dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio: "Considerate le caratteristiche, la natura e l’estensione degli eventi, anche con prevedibili aggravamenti nei prossimi mesi, si richiede - scrive Bonaccini - la delibera dello stato di emergenza nazionale per la grave crisi idrica in atto sull’intero territorio della Regione Emilia-Romagna. Prendendo in considerazione le proposte di intervento arrivate anche nelle ultime ore, sale a 36 milioni e 700mila euro la stima delle risorse necessarie per fronteggiare le criticità: una cifra comprensiva degli interventi più urgenti da mettere in campo con immediatezza e delle opere da attuare nel medio termine”.

Cosa serve

Dopo il coordinamento tra Regione, Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, Atersir, gestori del servizio idrico integrato, Consorzi di bonifica e Anbi, sarebbero necessarie misure di assistenza alla popolazione, ad esempio l’eventuale fornitura di acqua attraverso autobotti e gli interventi urgenti per ripristinare la funzionalità dei servizi pubblici e delle reti, per salvaguardare la riserva idropotabile e proteggere gli habitat, specie la fauna ittica.

Dalla ricognizione, emerge un fabbisogno di oltre 36,7 milioni di euro per rispondere alle criticità, comprese le proposte di intervento formulate nelle ultime ore da Consorzi di Bonifica, Comuni e servizi tecnici regionali. Le opere più urgenti e le misure di assistenza alla popolazione, per quanto riguarda l’idropotabile, ammontano a 11 milioni, con più di 4 milioni e 200 mila euro di già in corso o di prossimo avvio tra fornitura di acqua con autobotti, scavo di pozzi, posa di nuove condotte e di sistemi di pompaggio.

Altri 2 milioni e 700 mila euro circa afferiscono all’irriguo e, per oltre 1 milione, fanno riferimento a progettualità già in atto o in partenza: impianti di pompaggio, installazione di elettropompe e dragaggi della sezione di presa degli impianti, per fare qualche esempio.
Va aggiunta poi una quota di quasi 23 milioni di euro - la maggior parte (16 milioni e mezzo) sull’idropotabile - per interventi di riduzione del rischio residuo, da attuare nel medio termine e dunque non finanziabili con la prima fase dello stato di emergenza.
Si tratta comunque di opere non previste, a oggi, in altri percorsi di finanziamento attivi e strettamente legate alla risoluzione delle criticità.

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