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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Una App che mappa le strade sicure per le donne, ecco 'Freeda'

Sbarca anche a sotto le Due torri l'app Freeda, frutto di una startup nata un anno fa a Torino. Dopodomani il primo evento ufficiale di mappatura delle strade di Bologna

Mappare e recensire le strade di Bologna per far sapere alle donne se sono sicure o meno da percorrere, di giorno o di sera. Una sorta di Tripadvisor delle vie della città, fatta dalle donne per le donne, con tanto di colorazione a semaforo (verde, giallo, rosso) per indicare il grado di sicurezza.

Sbarca anche a sotto le Due torri l'app Freeda, frutto di una startup nata un anno fa a Torino ad opera di due giovani attive nel campo dell'informatica, Eleonora Gargiulo e Ilaria Zonda, che oggi hanno presentato il progetto a Palazzo D'Accursio insieme all'assessora alle Pari opportunita' del Comune di Bologna, Susanna Zaccaria.

In sostanza, si tratta della mappatura di alcune zone della città realizzata sulla base della valutazione fatta dalle donne rispetto ad alcuni indicatori: percezione di sicurezza, illuminazione, affollamento, molestie subite. Alla valutazione numerica, viene poi aggiunto un commento a mo' di recensione della strada, che viene poi condiviso tra tutti le utenti dell'applicazione.

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Per ora l'app è ancora in fase sperimentale, ma l'obiettivo è renderla pubblica tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre. Nel frattempo dopodomani, mercoledì 11 ottobre, alle 18 con partenza dal Parco della Montagnola, ci sarà il primo evento ufficiale di mappatura delle strade di Bologna. Tre i percorsi, decisi dallo staff di Freeda insieme al Comune: zona universitaria, area del Cavaticcio, Bolognina. Sono tre aree della città "con vissuti diversi- spiega Gargiulo- o attraversati da giovani donne o su cui ci sono importanti interventi di riqualificazione".

L'iniziativa di mercoledì è a numero chiuso: 30 partecipanti, divisi in tre squadre, con mappe 'fisiche', come fosse una caccia al tesoro. Ma è sempre possibile iscriversi come tester dell'applicazione, in questa fase sperimentale. Inoltre, la mappatura è in sostanza libera: chiunque abbia una valutazione da fare su qualunque strada o zona di Bologna potrà farlo e sarà condiviso sull'app.

In quest'ultimo anno, ad esempio, sono già arrivate alcune indicazioni volontarie sulla zona universitaria, così come ci sono recensioni su altre città, in particolare Roma e Catania, dove il progetto Freeda potrebbe essere esteso ("Cerchiamo partner istituzionali").

Nella mappa di Bologna sono già state indicate una ventina di associazioni che si occupano di donne e di diritti civili. "È un lavorone che ci darà tante informazioni- sottolinea Zaccaria- avremo molto materiale da cui prendere spunto. È un primo passo, era giusto chiedere alle donne della città il loro punto di vista specifico. Ci darà la risposta più aderente alla veritaà e solo così dopo si potrà intervenire".

L'assessore, che condivide il progetto con la collega Valentina Orioli (Urbanistica), ci tiene però a sottolineare che "non è una logica emergenziale, ma un ragionamento sul nostro territorio collegato alla possibilità per le donne di usufruire della città e dei suoi servizi. È una grande possibilità, un punto di vista tecnologico diverso sulla nostra città". (Dire)

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