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Cronaca Centro Storico / Piazza Cavour

Spaccate e rapine nel 'salotto' della città, c'è chi arriva ad armarsi per paura

Anche nel cuore della Bologna 'bene' c'è chi si sente poco al sicuro, tra chi vi abita o chi ci lavora. Qualcuno è arrivato a "rinforzato tutto, ma è costato una cifra. Chi mi rimborsa?". Ma c'è anche chi minimizza: "La zona tutto sommato è tranquilla", "Qui si vive ancora un'isola felice"

Da "Sempre peggio" a "Ma no, non c'è nessun problema". Nelle adiacenze di via Farini a prevalere, in tema di sicurezza, sembra essere il contrasto di due anime: quella che minimizza, e quella che esaspera la presenza di microcriminalità nel "salotto buono" del capoluogo felsineo.

«E' un continuo. Io ho preso a tenere un machete sulla scrivania» tuona un esercente di via D'azeglio, che poi puntualizza: «E' solo un deterrente, non ho certo intenzione di usarlo». Più diplomatico invece è un commerciante di materiale fotografico con il negozio in via Clavature, che spiega: «Da quando hanno aperto il mercato di mezzo c'è più transito, la zona tutto sommato è tranquilla. Una deterrenza ai malintenzionati è non chiudere mai il negozio da soli. Ho lavorato 8 anni in Strada Maggiore e mi è sempre andata bene, ma... ».

«La spaccata da Zanarini? Il tombino che hanno usato come ariete lo hanno preso proprio davanti il mio bar" è il commento di Paolo, 72 anni, titolare di un piccolo locale adiacente piazza dell'Archiginnasio. «Sì, sento che c'è qualcosa che non va con la delinquenza, ma per ora qui è tutto nella norma». Andrea e Veronica invece lavorano in un bistrot in Piazza Minghetti: «Guarda, noi finiamo il lavoro e chiudiamo all'una e mezza-due. Non abbiamo mai avuto problemi» dice il ragazzo, che passa la parola alla collega di lavoro: «Forse da altre parti è peggio, non lo so, ma qui, una volta finito di lavorare, sono sempre andata alla macchina senza problemi di sorta».
«Sì, sì, però i ladri nel frattempo sono venuti tre volte in negozio» commenta il titolare di un bar. Tanti danni rispetto al bottino, esiguo, il fondo cassa e diversi buoni pasto. «L'ultima volta sono entrati da una finestrella. Adesso abbiamo rinforzato tutto, ma mi è costato una cifra. Chi mi rimborsa?». A taccuino chiuso, il signore mi confida di avere anche lui una arma impropria celata sotto il bancone. «Non si sa mai».

Poco distante due avvocati si scambiano battute dinanzi il portone dell'ufficio. «Un problema di sicurezza? Ma no, ma no. Certo, c'è stato di recente qualche furto e qualche rapina, ma tutto sommato non mi sembra che la situazione sia degenerata. Forse più che in centro bisognerebbe guardare alle periferie» osserva. In una laterale di Via d'azeglio un sarto da poco giunto in città con la sua attività fa il paragone con Roma, dove aveva il negozio. «Eh, qui è un'altra cosa. Certo, si può sempre migliorare, ma francamente non mi sembra una situazione pericolosa». 

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