Non solo no Pass, anche sindacati fuori dal centro: "In Bolognina il Covid è meno pericoloso?"
Dure Cgil e uil mentre più sfumata è la posizione di Cisl: "Possiamo accettarlo, parliamo piuttosto della manovra"
Non solo divieto ai No pass, ma pure ai sindacati confederali, e il fatto scatena la polemica. La stretta sulle manifestazioni disposta di recente dal ministero dell'Interno, applicata ora anche a Bologna dalla prefettura al termine del comitato per l'ordine pubblico, ha colpito pure le iniziative dei sindacati confederali.
Sono la Cgil e la Uil le più severe nei giudizi, dopo che un presidio, in programma domani mercoledì 1 dicembre 2021, contro la manovra del governo Draghi attualmente in discussione è stato spostato da piazza Maggiore a piazza dell'Unità, in Bolognina. Una piazza conosciuta e 'data' per il concentramento di diversi cortei, soprattutto a movimenti e sindacati di base. Ma i confederali non ci stanno, vedendone indirettamente una 'diminutio' verso le critiche al governo.
Divieto di manifestazione in centro: mal di pancia sindacati Cgil e Uil
A una conferenza stampa, convocata per spiegare i contenuti della manifestazione di domani Cgil e Uil vanno giù duro, non risparmiando critiche anche al sindaco Lepore.
"Il sindaco dice che il diritto di manifestare è comunque garantito? Lepore -comincia il segretario regionale Cgil Luigi Giove- dice quello che vuole. Noi avevamo una piazza autorizzata, transennata, con posti a sedere, con obbligo di mascherina e di Green Pass, col distanziamento. Quella piazza ci è stata negata, e sul fatto che questo sia garantire il diritto di manifestare ho molte perplessità".
E piazza dell'Unità? Continua il numero uno Cgil: "Stare più assembrati in piazza dell'Unità risponde all'emergenza sanitaria? O forse i commercianti di piazza dell'Unità contano meno di quelli del centro? Nella 'città più progressista d'Italia' -è ancora una stoccata per Lepore- mi lascia dubbi".
Amaro anche il segretario della Uil Emilia-Romagna e di Bologna, Giuliano Zignani: "A me -tuona- non va giù che il prefetto vieti la piazza di Bologna a Cgil, Cisl e Uil. Quella piazza è dei lavoratori e il sindacato e un presidio di democrazia. Mettere sullo stesso piano con altri è un errore che si sarebbe potuto evitare di fare. Dato che la Prefettura risponde al Governo, e dato che Bologna non è l'ultima città del mondo, qualche dubbio ci viene...".
Il controcanto però viene dalla Cisl, che sulla questione ha posizioni più morbide. "Preferirei parlare della legge di bilancio, non di dibattiti che rischiano di distrarci dai nostri obiettivi -commenta il segretario regionale Cisl Filippo Pieri- In una fase così particolare come quella che viviamo, come sindacati dovremmo pensare anche a modalità diverse delle nostre mobilitazioni e attività. Dovremo fare i conti con queste cose anche in futuro".
Manifestazioni vietate in centro nel periodo delle feste, arriva la stretta dalla Prefettura
Il comunicato congiunto: "Contro la manovra diseguale"
Alla fine, nel pomeriggio, la nota congiunta di tutti e tre i sindacati. Non si menziona quasi alle questioni del divieto nelle piazze del centro, ma si va dritto al punto, definendo "una manovra inadeguata" quella in corso di gestazione, contro cui "manifestare uniti, nelle piazze in cui si potrà farlo".
Nel merito “Dopo anni di sacrifici si poteva sfruttare questa manovra per ridurre le disuguaglianze sociali, di reddito, di genere, generazionali e territoriali. Invece i soldi pubblici verranno impiegati per ampliare le distanze e le ingiustizie. A partire dalla riforma fiscale, che si rivolge al maschio adulto e bianco e va contro i giovani e le donne che hanno i redditi mediamente più bassi. Mentre non sappiamo che fine abbia fatto il decreto sulle delocalizzazioni, che serve a mettere un freno all’idea predatoria di alcune imprese, vedi il caso Saga di Gaggio Montano”, attacca Giove.
"La nostra proposta è semplice: andare in pensione a 62 anni o 41 di contributi, lasciando libertà al singolo di poter decidere cosa fare della propria vita”, sottolinea Pieri. E sul fronte della spesa pubblica "rischiamo di trovarci nel 2022 con altri tagli di posti letto e a un aumento della tassazione locale" attacca Zignani, per il quale "serve quindi una maggiore ripartizione delle risorse centro periferia".
“Se non dovessero arrivare risposte -si legge nella nota congiunta- metteremo in campo tutte le iniziative che il sindacato conosce”, mettono in guardia i segretari generali.