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Cronaca

È morto Sinisa Mihajlovic. Il ricordo dell’uomo che giocava “per vincere”

L’ex allenatore del Bologna si è spento a Roma dopo una lunga lotta contro la leucemia mieloide acuta

È morto a Roma Sinisa Mihajlovic, ex allenatore del Bologna. Il tecnico si è spento all’età di 53 anni dopo una lunga lotta contro la leucemia mieloide acuta. Si erano sparse le prime voci sull’aggravarsi delle sue condizioni: a dare un primo allarme è stato Clemente Mimun, direttore del TG5 e vicino agli ambienti calcistici romani, specialmente di sponda Lazio, squadra del cuore dello stesso Mihajlovic. In un tweet, Mimun aveva scritto “Forza Sinisa!”, facendo intendere che le condizioni dell’ex allenatore di Fiorentina, Sampdoria, Torino, Milan e Bologna fossero peggiorate. Da lì un'ondata di affetto ha pervaso il web. Un tifo sincero e compatto.

Arianna Rapaccioni e la lunga storia d'amore con Sinisa Mihajlovic (che ha sposato due volte) 

Il racconto del medico e il commovente biglietto al Sant'Orsola, dove Sinisa era di casa | FOTO

Morto Sinisa Mihajlovic, le parole della famiglia: "Ha lottato coraggiosamente"

Oggi è arrivata purtroppo arrivata la notizia del decesso attraverso il comunicato divulgato dalla famiglia: "La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessndro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato".

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Sinisa Mihajlovic e la voglia di vincere, in panchina come nella vita

È il 13 luglio del 2019 quando Sinisa Mihajlovic, allora allenatore del Bologna, annuncia in conferenza stampa di essere malato di leucemia: “Ho chiesto riservatezza perché volevo essere io per primo a dare la notizia – dichiara un commosso Miha davanti alla stampa bolognese –. Purtroppo, o per fortuna, abbiamo fatto alcuni esami e abbiamo scoperto delle anomalie che non c'erano quattro mesi fa. Abbiamo detto che avevo la febbre e la cosa più difficile è stata convincere mia moglie che fosse vero. Ho la leucemia. Ho passato la notte a piangere e ancora adesso ho lacrime ma non sono di paura: io da martedì andrò in ospedale e non vedo l'ora di iniziare a lottare per guarire. Ho spiegato ai miei giocatori come affronterò la malattia. Come nel calcio, bisogna giocare per vincere, non per non perdere. Bisogna prenderli alti, non fargli prendere coraggio, fare gol e vincere la partita. Userò la stessa tattica con la malattia e sicuramente vincerò questa sfida”.

Confermato sulla panchina rossoblù dal ds Walter Sabatini, dopo appena quarantaquattro giorni di ricovero Mihajlovic torna a sorpresa sulla panchina del Bologna nella prima gara di campionato della stagione 2019-2020. Le cure sembrano funzionare ma la malattia, nel 2022, si riaffaccia. A dirlo alla stampa è ancora una volta Mihajlovic: “Dalle ultime analisi che ho svolto ci sono campanelli d’allarme e potrebbe presentarsi il rischio di una ricomparsa. Per evitare che questo accada – diceva il tecnico del Bologna lo scorso 26 marzo – dovrò fare un percorso terapeutico che possa eliminare sul nascere l’ipotesi negativa. Questa volta non entrerò in scivolata come due anni fa, ma giocherò d’anticipo per non farlo partire. Si vede che questa malattia è molto coraggiosa per avere ancora voglia di tornare ad affrontare un avversario come me, ma io sono qua: se non le è bastata la prima lezione, io sono qui pronto a dargliene una seconda".

Il successivo 2 maggio esce dal ricovero al Policlinico Sant’Orsola e il 7 si ripresenta in conferenza stampa: “Stavolta è stata difficile”, ammette. Il giorno dopo guida la squadra nella trasferta di Venezia, gara persa in modo rocambolesco per 4-3.

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Sinisa Mihajlovic e la città di Bologna, una lunga storia d'amore

Il Bologna inizia la stagione attuale con tanta fatica: solamente tre punti conquistati in cinque gare e, soprattutto, la sensazione che qualcosa tra lui e il gruppo si sia rotto. La decisione dell’esonero arriva dall’alto: è Saputo a mettere la parola fine sul rapporto tra Sinisa e i rossoblù. “La decisione più difficile da quando sono presidente” ammetterà poi il patron.
Un esonero che però non spezza il legame forte, fortissimo, che si è creato tra la città e il tecnico serbo. 

Dal pellegrinaggio a San Luca fino alle tante manifestazioni di incoraggiamento, l’abbraccio che stringe Mihajlovic è grande quanto tutta la città. Anche sul finire della stagione 2021-2022, quando il Bologna di certo non brilla, il tifo è compatto e dalla sua parte: “Ce la farai anche stavolta” commentavano i tifosi mentre Sinisa era ricoverato in ospedale. 
La ciliegina sulla torta che celebra definitivamente il matrimonio tra Mihajlovic e la città di Bologna è però la cittadinanza onoraria ricevuta il 17 novembre del 2021. Il gran ricevimento in Comune è orchestrato dall’officiante più titolato, il  sindaco Matteo Lepore, e i testimoni d’eccezione sono Gianni Morandi e Stefano Bonaccini. Ad accompagnare Sinisa c’è ovviamente la moglie Arianna Rapaccioni, sposata con il tecnico dal 1995. “Lo dedico a tutta la città, mi ha dato la carica nei momenti duri” aveva detto il mister rossoblù nell’occasione. 

Simbolo di un mondo del calcio che forse non esiste più, il tecnico ha scavato nei cuori di tutti i tifosi bolognesi, pronti ad accoglierlo a Bologna con affetto anche dopo l’esonero dello scorso settembre. Ovunque sia adesso, un posto a Bologna per lui ci sarà sempre.

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