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Cronaca

Unità di strada, 10 mila siringhe raccolte e distribuito materiale sanitario sterilizzato

Nel 2021, ad esempio, l'Uds di strada ha incontrato 344 persone (di cui 135 nuovi utenti) e sono stati 5.431 i contatti totali

In un anno 16.000 le siringhe pulite distribuite e 10.000 quelle usate ritirate. Sono due dei numeri che raccontano l'attività svolta dall'Unità di strada (Uds) di Bologna, ovvero il servizio dell'Asp rivolto a persone con consumo problematico e dipendenza da sostanze che hanno in prevalenza una vita di strada. Da aprile l'Uds si è trasferita da via Polese nella nuova sede di via Carracci 59, tra le palazzine di una corte, prendendo il nome "Fuori binario": oggi il sindaco Matteo Lepore, nell'ambito della settimana al Navile, ha visitato e inaugurato ufficialmente la struttura.

Il servizio, che dal 2014 è gestito da Open group, comprende uno sportello (con accesso diretto o su appuntamento aperto dalle 10 alle 17 dal lunedì al venerdì) e un'unità mobile per raggiungere le situazioni critiche presenti nei vari luoghi della città. Gli operatori offrono: informazioni sugli effetti e i rischi delle sostanze stupefacenti; informazioni, orientamento e accompagnamento ai servizi sociosanitari; distribuzione di materiale sterile a scopo preventivo; ritiro di materiale sanitario usato; prevenzione sanitaria; accompagnamenti presso l'Unità mobile per la terapia metadonica per persone con problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti oppiacei.

Tutti i numeri dello sportello

"Solitamente accedono 15 persone al giorno", racconta la coordinatrice Francesca Di Corpo. Nel 2021, ad esempio, l'Uds di strada ha incontrato 344 persone (di cui 135 nuovi utenti) e sono stati 5.431 i contatti totali. Sempre l'anno scorso "abbiamo distribuito circa 16.000 siringhe e ne abbiamo ritirate 10.000: significa 10.000 siringhe in meno che tutti noi cittadini evitiamo di trovare in strada in maniera poco corretta", sottolinea Di Corpo. Inoltre, "abbiamo distribuito circa 100 fiale di naloxone- aggiunge la coordinatrice- che è il farmaco salvavita in caso di overdose da eroina".

Ma gli utenti come hanno preso il trasferimento di sede? "Anche loro sono in rodaggio", spiega uno degli operatori. In altre parole, devono assimilare la novità e inserire la tappa all'Uds nelle loro giornate, perchè rispetto alla sede precedente via Carracci è fuori dall'area del centro che queste persone sono più abituate a frequentare: "Diciamo che in via Polese prima o poi ci capitavano davanti anche per caso, qui devono venirci apposta", racconta l'operatore mentre un suo collega distribuisce cornetti e succhi di frutta per la colazione che apre le giornate.

"Questo non è soltanto un posto bello ma soprattutto un posto importante", dichiara Lepore dopo il taglio del nastro: ciò che caratterizza Bologna su questo fronte è che "noi non lasciamo semplicemente al volontariato o all'autorganizzazione la gestione dei servizi per le perosne. Quello alla salute è un diritto costituzionale che dev'essere affermato e noi pensiamo quindi che debba essere il pubblico ad organizzare, sostenere e garantire questi servizi". Bisogna cioè "avere il coraggio di aiutare le persone. Una città progressista- afferma il sindaco- deve scegliere questo: queste sono le cose che caratterizzano una città progressista, non altre".

La nuova sede "dà spazi adeguati ad un servizio molto importante che interpreta in maniera puntuale quel diritto alla fragilità che vuol essere un elemento centrale del nostro mandato", rimarca l'assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, aggiugnendo che sul tema dei consumi di sostanze servono "politiche avanzate ed europee, che non stiano dentro un dibattito ideologico che lascia le persone a morire nei vicoli".
Proprio in questa prospettiva "si sta costruendo a livello nazionale una rete di città metropolitane nata su impulso di Bologna e Torino", continua Rizzo Nervo, certo che da questa esperienza possa arrivare "un contributo per far avanzare un po' il dibattito sul tema droghe nel nostro Paese".

Perchè la nuova sede dell'Uds "non diventi un ghetto- afferma la vicepresidente di Open group, Caterina Pozzi- è fondamentale che le persone non utenti entrino qui, non abbiano paura, vedano quello che c'è perchè è così che si fa prossimità e cultura. Sono già state coinvolte le associazioni del territorio e ci piacerebbe che venissero qui a fare riunioni ed eventi e che questo diventasse davvero un punto di riferimento: è una struttura molto bella e grande, c'è davvero spazio per tutti".

Appello che trova la piena disponibilità dalla presidente del Navile, Federica Mazzoni. "Sono felice che in questo territorio si sia scelto di aprire questo servizio e questo punto di riferimento, che non a caso si inserisce nel conesto del quartiere: proprio per dare un segnale- afferma Mazzoni- di ancora maggiore attenzione sul questo tema e sul fatto che quando si parla di sicurezza, questo vuol dire molto cose": sicurezza "è anche presa in carico di chi sta male o ha delle fragilità e tutto dev'essere tenuto insieme proprio a partire da territorio".

(Dire)

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