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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Era provocante", indignazione sul web. Le amiche: "Squallido sintomo di mera superficialità"

Ad Alberti, dirigente della Croce Bianca, rispondono le amiche e colleghe di Alessandra Matteuzzi: "Esempi sani e giusti, non ferite gratuite nei confronti di chi non può più difendersi"

"Comunque anche lei come andava conciata, ovvio che il ragazzo era geloso", così Donatello Alberti dirigente della Croce Bianca ha commentato sui social (post poi rimosso) la notizia dell’omicidio dei Alessandra Matteuzzi, uccisa sotto casa da Giovanni Padovani, con il quale aveva avuto una relazione. 

Erano circa le 21 di martedì sera quando Matteuzzi era al telefono con la sorella e stava tornando a casa. Una volta entrata e parcheggiato il mezzo sotto casa, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Padovani l'ha aggredita, sferrandole una serie di colpi con un martello. Quando i soccorritori sono arrivati, la 56enne stava già agonizzando, mentre alcuni vicini accorsi richiamati dalle urla della donna avevano immobilizzato l'assassino.

A rispondere ad Alberti è Francesca Grandi che ha fatto recapitare una nota a Bologna Today, indirizzata al dirigente Croce Bianca, anche a nome delle altre amiche e colleghe di Alessandra: "Tra le varie mi è capitata la sfortuna di leggere il suo post in merito al tragico ed agghiacciante fatto di cronaca. Il mio intento non è quello di difendere e onorare la memoria di Alessandra, nemmeno quello di farne un’eroina, l’ottava  meraviglia dell’universo… - scrive Francesca - Alessandra era una DONNA, ma soprattutto un essere umano degno di rispetto e di vita.
Erigersi a giudice nell’ignoranza della conoscenza non spetta a nessuno di noi. Gli unici giudizi contemplati dal nostro ordinamento giuridico spettano ai magistrati….. E noi tutte confidiamo che eseguano un lavoro esemplare".
Per le amiche di Aessandra, tutti abbiamo bisogno di "esempi sani e giusti, non di ferite gratuite nei confronti di chi non può più difendersi. Alessandra non è riuscita a difendersi, Alessandra non avrebbe nemmeno sentito il bisogno di difendersi dalle sue parole a dire poco offensive. Fermarsi davanti a un’apparenza diversa dalla nostra è solo uno squallido sintomo di mera superficialità - continua Francesca - fino a quando sarò costretta a leggere tali sproloqui la mia speranza che questi atroci, crudeli e disumani femminicidi cessino di far parte di questo mondo… Si spegnerà. Rivediamo tutti il nostro modo di porci agli altri, a rispettarli anche se estranei, tentiamo di ricongiungerci all’essenza. La sola evidenza sarà sempre una sconfitta. Lontane da me parole polemiche, vivi in me spunti di riflessione per un mondo che non va di certo migliorando". 

Donini: "Commento, sprezzante e privo di umanità"

"In molti me lo state chiedendo. Croce Bianca non ha alcun rapporto con il Servizio Sanitario dell’Emilia - Romagna - spiega l'assessore regionale alla salute, Raffaele Donini sui social - Ma ad avere proferito quel commento, sprezzante e privo di umanità, non è un’associazione, ma una persona. Un uomo che spero possa avere un sussulto di coscienza e dignità e chiedere scusa ad Alessandra, alla sua famiglia, alla nostra comunità cittadina".

"La controllava ossessivamente"

Intanto Padovani resta in carcere. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare.

"L'indagato esercitava nei confronti della vittima un controllo ossessivo. La teneva sotto scacco a distanza, chiedendole spessissimo di mandare foto e video del luogo in cui si trovava e delle persone che frequentava spinto dalla gelosia. In alcune situazioni le chiedeva anche di filmare l'orario dal luogo in cui si trovava per verificare che diceva la verità", ha spiegato il legale della sorella di Aleessandra, Giampiero Barile.

L'ennesimo femminicidio che fa discutere perché la vittima, come purtroppo spesso accade, aveva sporto denuncia per stalking nei confronti dell'ex compagno. Per questo la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha chiesto accertamenti.

Per il Procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, invece "è stato fatto il possibile" e non si tratta di un caso di malagiustizia.

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