Social Street Via Fondazza sul New York Times: il modello 'copiato' in tutto il mondo

La prima esperienza di social street, nata a Bologna in via Fondazza, poi "esportata" in altri quartieri della città e del Paese, viene analizzata dal primo quotidiano della Grande Mela, il New Tork Times. 

"Quando Laurell Boyers, 34, e suo marito, Federico Bastiani, 37, si sono trasferiti a Bologna nel 2012, non conoscevano i loro vicini. Si sono sentiti soli", racconta la corrispondente Gaia Pianigiani in un articolo del 24 agosto "così il signor Bastiani ha esposto un volantino lungo la via, dove spiegava di aver creato un gruppo su Facebook per le persone che vi abitavano", in pratica stava cercando nuovi amici.

In tre o quattro giorni, il gruppo raggiunse circa 20 iscritti, ma quasi due anni dopo, i residenti dicono che passeggiare nella via equivale ad esplorare un piccolo paese. 

Il gruppo ora ha oltre mille iscritti e sono state create quasi 400 "strade sociali" in Europa, Brasile e Nuova Zelanda, dall'idea del signor Bastiani: "Bologna, città del nord di medie dimensioni, è conosciuta per la sua politica progressista e cooperative. E' sede di quella che è considerata la più antica università d'Italia, ed ha con mix di giovani e anziani residenti, noti per il loro forte senso di comunità", scrive Pianigiani "eppure, l'Italia - Bologna compresa - può essere anche conservatrice. Amicizie e relazioni passano spesso attraverso i legami familiari. Non è sempre facile incontrare nuove persone". 

Oggi, gli abitanti di via Fondazza si aiutano reciprocamente, riparano gli elettrodomestici rotti, si scambiano i biglietti del treno e organizzano feste.Circa la metà dei residenti di via Fondazza appartiene al gruppo di Facebook, ma c'è spazio anche per chi non utilizza internet: il vecchio volantino o il passaparola.