Castel Maggiore: sospesa l’asta di Via Neruda
Al Comune il primo round della contesa. Monesi: "Ritenute plausibili le nostre motivazioni. Il ricorso va anche a tutelare l'acquirente che, oltre alla spesa, rischierebbe di sobbarcarsi gli oneri di manutenzione"
Per ora via Neruda, a Castel Maggiore, rimane pubblica. Così ha deciso la sezione fallimentare del Tribunale di Firenze, che ha disposto la sospensione dell’asta, dando al curatore fallimentare il termine del prossimo 30 marzo per accertare la bontà delle ragioni espresse dal Comune di Castel Maggiore in ordine al carattere di servitù di uso pubblico della strada oggetto dell’asta.
Soddisfatto il Sindaco Monesi che aveva subito fatto ricorso in tribunale: “Il Giudice ha evidentemente ritenuto plausibili le nostre motivazioni, quelle stesse motivazioni che avevamo già espresso al curatore fallimentare senza tuttavia ottenere ragione. Speriamo pertanto di arrivare alla fine di questa brutta vicenda, soprattutto speriamo di vedere cessare quella speculazione politica che ha anteposto l’interesse di parte alla difesa del bene comune e delle risorse dei cittadini. Il ricorso va anche a tutelare l’incauto acquirente che, oltre alla spesa di acquisto, rischierebbe poi di essere costretto a sobbarcarsi gli oneri di manutenzione della strada”.
Le aree messe in vendita sono soggette al regime demaniale, e dunque inalienabili: è questo l’assunto di fondo su cui ha fatto leva il legale del Comune per proporre l’istanza di sospensione del procedimento di vendita all’incanto del terreno su cui insiste Via Neruda a Castel Maggiore.
Le motivazioni del ricorso articolavano in senso giuridico quanto sostanzialmente già espresso dal Sindaco Monesi: la strada nasce come pubblica sia in sede di Piano regolatore che in sede di Piano particolareggiato, e se pure il fallimento della società Pirgus non ha permesso di perfezionare gli atti, Via Neruda è assoggettata a regime demaniale in quanto bene stabilmente destinato al conseguimento di fini di pubblico interesse; si parla in proposito di “servitù di uso pubblico”.
Il ricorso è stato anche trascritto alla Conservatoria dei registri immobiliari di Bologna, affinché ogni potenziale interessato all’acquisto sia edotto del contenzioso legale cui potrà esporsi.