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Cronaca

"Ancora tagli alla sanità? Eppure il governo aveva giurato sulle bare di Bergamo"

Non smette di preoccupare Regione e comuni il mancato ristoro dei costi sanitari maggiori sostenuti dagli enti locali durante la pandemia

"Non si sta più investendo in sanità. Ma io vidi giurare sui morti di Bergamo (al governo era insediato il Conte II, ndr) i più alti vertici che non ci sarebbero più stati tagli". E' il nuovo, duro affondo che arriva all'indirizzo dell'Esecutivo da parte di Raffaele Donini, assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna e coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni. Non si raffreddano, insomma, le tensioni tra Governo e Regioni sulle previsioni di risorse a favore del Servizio sanitario nazionale.

E anche oggi Donini torna alla carica. "Dopo il 2020 -sottolinea l'assessore, questa mattina a Bologna alla presentazione del bilancio sociale di Anaste- quando la spesa sanitaria era al 7,4% del Pil, rispetto al 6,3% del 2019, è arrivato il Def che ha portato progressivamente la spesa in calo nei prossimi anni fino al 2024 quando sarà addirittura dello 0,2% in meno rispetto all'anno prima della pandemia. Questo per noi è inaccettabile".

"Nel 2024 meno risorse rispetto al 2019"

Secondo Donini, questo porta a una "guerra tra poveri. Vuol dire che non si investe nella cura e nell'assistenza dei cittadini. E vuol dire che si spinge il privato accreditato a fare sempre più il privato. Questo per alcuni può essere anche una liberazione, se lo si inquadra nell'ambito deleterio dell'ideologia e della demagogia. Ma per il pubblico sarà una sciagura".

Da parte delle Regioni, continua Donini, "c'è totale consapevolezza che tutto il sistema debba progredire assieme. Ma è chiaro che il Governo deve metterci in condizioni. Soffrono di più soprattutto le Regioni dove il sistema pubblico è più forte e il privato accreditato è integrato. Speriamo che il nostro grido di allarme rimetta la sanità al centro, perché oggi ci sembra di essere stati derubricati. Si parla di guerra, energia, crisi e siccità: è tutto giusto. Ma si deve continuare a parlare anche del diritto alla cura e all'assistenza dei cittadini". (San/ Dire)

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