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Aborto, omosessualità, masturbazione: temi 'duri', ma i ragazzi portano sul palco

L'INTERVISTA AL REGISTA. Il musical Spring Awakening messo in scena dagli allievi della Bernstein School of Musical Theater. Mauro Simone: "Ispirato a un dramma tedesco di fine '800, ancora attuale"

Aborto, masturbazione, stupro e suicidio. Temi molto forti che non sembrano quelli dei musical e che invece vengono trattati su un palcoscenico nello spettacolo ispirato al dramma tedesco “Risveglio di primavera” (Spring Awakening), scritto nel 1891 da Frank Wedekind, il librettista Steven Sater e il compositore Duncan Sheik, che hanno creato un musical potente e moderno dal forte impatto emotivo che debuttò a Broadway nel 2006. Cosa unisce gli adolescenti di allora a quelli contemporanei? Più di quanto possa sembrare. 

«Il musical Spring Awakening (che debutta stasera al Teatro Duse con la settima edizione di A Summer Musical Festival prodotto dalla Bernstein School of Musical Theater) porta in scena il delicato e doloroso passaggio dall’adolescenza all’età adulta nella Germania di fine ‘800 - spiega Mauro Simone, il regista -  La scoperta di sé stessi, della propria sessualità e della stessa identità, avviene attraverso lo sguardo curioso e puro di un gruppo di quattordicenni che vive in parallelo un senso di inadeguatezza e vergogna rispetto al mondo ipocrita e moralista degli adulti». 

Quali sono i temi del musical? «Si tratta di un’opera controversa e coraggiosa che mette in scena un conflitto tra studenti, scuola e famiglie, tra autorità e giovinezza. I ragazzi vivono esperienze come masturbazione, omosessualità, aborto, stupro, suicidio, ma anche sentimenti di amore, amicizia, libertà dove la ribellione diventa uno straordinario e commovente inno alla vita. Sul palco salgono i performer del secondo e terzo anno dell’Accademia, una grande occasione che permette ai giovani interpreti di dimostrare le proprie competenze esibendosi di fronte a una platea di appassionati e addetti ai lavori».

Al regista Mauro Simone, abbiamo chiesto se oggi siamo davvero lontani da quella società di fine ‘800: «Lavorando quotidianamente con i ragazzi ha capito che molti temi sono ancora oggi considerati dei tabù e che nessuno sfugge alla pressione sociale del “chissà cosa penseranno di me”. Per questo motivo abbiamo creato nella messa in scena una connessione tra la Germania di fine ottocento e i giorni nostri, servendoci di oggetti che “prenderanno vita” in scena attraverso una luce moderna in contrapposizione alla luce flebile di quell’epoca. In apparenza oggi sembra tutto più easy e sembra tutto più, come dire, alla portata, più libero...in realtà le paure sono rimaste le stesse, e così il sentirsi sbagliati. La paura degli adolescenti di non potersi esprimere liberamente, la paura di vivere l'omosessualità con libertà o quella di non essere accettati dalla società è rimasta assolutamente invariata. Questo musical ha saputo vedere veramente oltre e spero che questo spettacolo faccia riflettere il popolo italiano di oggi». 

A salire sul palco quindi saranno gli allievi della Bernstein School of Musical Theater...Come lo avete scelto? «Ogni anno scegliamo il musical in base al talento dei ragazzi, in modo che sia appropriato alle loro caratteristiche. Per ora è stato  davvero meraviglioso lavorare con questi ragazzi; un percorso di crescita enorme e un grande senso di responsabilità da parte loro, ogni giorno. Hanno capito l'importanza di questo messaggio, che deve arrivare al pubblico». 

Il genere musical è percepito come leggero, di evasione...eppure spesso i musical trattano tematiche complesse: «Tanti i musical che hanno abbattuto dei muri. Se pensiamo agli anni '70 e a Jesus Christ Superstar o Hair, negli ultimi anni Next to Normal per esempio...sono tanti i titoli che fanno davvero riflettere su argomenti delicati e importanti. Sarebbe bello se il pubblico italiano si avvicinasse di più a questo genere, come avviene nella prosa».

Le musiche: il contrasto fra adulti e ragazzi 

Anche le musiche, composte dal cantautore americano Duncan Sheik, mettono in evidenza il contrasto tra la mentalità chiusa del mondo degli adulti e il linguaggio utilizzato dai ragazzi. I brani in stile pop rock con contaminazioni soul, sottolineano la voglia di evasione e il rock è perfetto per rappresentare i sentimenti dei giovani.
Le liriche sono state tradotte in italiano, per rafforzare maggiormente il messaggio dello spettacolo.
Le coreografie sono in stile modern che si sposa con la musica pop rock dello spettacolo, la danza è l’espressione prolungata del loro io interiore. 

La scenografia

La scenografia è composta da tante finestre di varie dimensione per ricordare gli spazi e gli ambienti entro cui si svolge la vicenda, ma le finestre rappresentano anche lo sguardo intimo verso sé stessi e allo stesso tempo la voglia di “guardare oltre” che provano i ragazzi. I costumi rievocano lo stile di fine ‘800, ma con un gusto più moderno con l’uso di tessuti più pesanti per gli adulti, a significare la rigidità del loro pensiero.

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