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Cronaca

Poliziotti di Bologna come 007, il sindacato: 'Nel taschino una spy-pen'

Una sottoscrizione pubblica proposta dal Sap per finanziare l'acquisto delle penne con microcamera in grado di video-fono-registrare l'intervento dell'agente

Come in una spy-story e infatti si chiama 'spy-pen', un oggetto da 007 in dotazione agli agenti di polizia per ''provare inequivocabilmente la loro innocenza nei confronti di accuse infondate''.

E' la proposta avanzata a Bologna dal Sap, sindacato autonomo di polizia, per i propri iscritti (1.800 in regione), attraverso una sottoscrizione pubblica, in via D''Azeglio e via Ugo Bassi fino al 20 dicembre, per finanziare l'acquisto delle penne con microcamera (50 euro a pezzo) in grado di video-fono-registrare l'intervento del poliziotto che ne è dotato.

PARTE DA BOLOGNA.  "Perchè in questa regione e in questa città c'è bisogno di riaprire il dialogo con la cittadinanza", afferma il numero uno del sindacato Gianni Tonelli nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Sap in un hotel bolognese. "I poliziotti si sentono abbandonati e vittime di pregiudizi ingiustificati. Forse anche da parte nostra - ammette- è stato un errore non mantenere aperto un dialogo con la cittadinanza e non coltivare quel rapporto fiduciario".

Gli agenti si sentono vulnerabili ai "ti denuncio" (spesso trasformati poi in denunce vere e qualche volta in condanne) di chi viene fermato magari per un semplice controllo di documenti. "Alcuni processi che hanno portato a condanne esemplari a nostri colleghi- riferisce Tonelli- sono stati condizionati e noi li riteniamo non responsabili di quanto attribuito. Siccome non abbiamo nulla da temere contro questa situazione vogliamo reagire". Ed ecco le penne-spia da tenere nel taschino e da attivare al bisogno, perche'' oggi "la parola di un pubblico ufficiale è carta straccia". Ma, assicura ancora il sindacalista, "non siamo manigoldi e nemmeno frustrati che devono abusare della loro posizione"

"L'assurdità - per Tonelli- è che si abbia più paura del sistema che dei delinquenti. Se il collega della Banca d''Italia avesse avuto una penna come questa non sarebbe stato trascinato di fronte ad un tribunale". Il riferimento è ovviamente all'agente condannato per il ferimento della giovane attivista Martina durante la manifestazione del 2011 davanti alla sede bolognese di Bankitalia.
"Sono certo che la maggior parte delle persone contribuirà'", dice Tonelli, che comunque definisce le penne "una chiara provocazione" anzitutto per sensibilizzare i cittadini sulle condizioni degli agenti. (agenzia Dire)

 

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