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Cronaca Monghidoro / Via Savena, 3

Stampi, in arrivo 62 licenziamenti: 'Colpa delle nuove leggi sul lavoro'

Solo due mesi fa l'impotesi newco di Vacchi e Marchesini. Ma le nuove regole sulla cassaintegrazione straordinaria non c'è spazio per le aziende in fallimento. Ora è corsa per non perdere l'assegno di disoccupazione

Tutti licenziati. E' l'esito -amaro- che arriva alla fine di una vicenda che ha tenuto banco per oltre un anno, in uno dei territori più a rischio di desertificazione industriale di tutta la regione.

Sono infatti in arrivo le 62 lettere di licenziamento per i lavoratori della Stampi Group di Monghidoro, in presidio permanente per molti mesi davanti ai cancelli di una azienda, nel frattempo dichiarata fallita, che ha rischiato anche di vedere asportati nottetempo i macchinari. il curatore fallimentare, Antonio Gaiani ha ora tempi stretti, e le lettere di licenziamento sono la condizione sine qua non per non perdere anche la Naspi, il nuovo assegno di disoccupazione.

Definisce "scioccante" i licenziamenti dei 62 dipendenti il consigliere regionale dell'Altra Emilia Romagna, Piergiovanni Alleva "è purtroppo la conseguenza della totale mancanza di lungimiranza di chi ci governa, a Roma e in via Aldo Moro, unita anche alla pervicace volontà politica degli ultimi 20 anni di distruggere i diritti dei lavoratori - scrive in una nota - la nostra legislazione è troppo lasca con gli imprenditori rapaci e disonesti come Elvio Trucchetto, oramai è di moda il mantra che dipinge tutti gli imprenditori come eroi della Patria mentre i lavoratori devono solo essere grati se qualcuno si degna di sfruttarli per pochi euro al mese".

Per Alleva "abbiamo lasciato quindi che un imprenditore della levatura di Trucchetto ci menasse per il naso per mesi, perdendo tempo prezioso per trovare una soluzione concreta che desse continuità lavorativa ad un'azienda che è fallita non per mancanza di commesse, non per una crisi di mercato ma unicamente a causa dell'avidità del suo proprietario" e poi ci sono le leggi sul lavoro che ha voluto Matteo Renzi che hanno "dato il colpo di grazia: siamo al paradosso che due imprenditori seri che avevano intenzione di rilevare l'azienda per farla ripartire non possono farlo perché Renzi ha minato le fondamenta del sistema degli ammortizzatori sociali così come lo conoscevamo. Mi dispiace constatare un'altra volta che davanti alla prepotenza datoriale la Regione si mostri sempre pavida e muta, sono convinto che sia necessario un cambio di passo nella gestione delle crisi aziendali, la Regione non può essere mera spettatrice ma deve prendersi la responsabilità di guidare i processi industriali con politiche ad hoc. Adesso mi auguro che la Regione si dia da fare per garantire ai lavoratori gli ammortizzatori sociali che spettano loro.". 

“Quello che speriamo è che Bonaccini non si limiti a proporre una partita a calcetto a queste persone, così come vorrebbe fare il ministro Poletti, per cercare una soluzione al loro problema – scandisce la consigliera grillina Silvia Piccinini in Regione Emilia Romagna – Serve un impegno preciso, basta promesse".

La Regione in realtà si era spesa nel prolungamento degli ammortizzatori sociali sino al dicembre scorso. Poi sia Alberto Vacchi che Maurizio Marchesini, industriali ai vertici di Unindustria e Confindustria Emilia-Romagna si erano spesi per un piano di rilancio del presidio produttivo di Monghidoro: subito qualche assunzione e poi un assestamento progressivo. Niente da fare però, i tempi dettati dalla procedura fallimentare sono rigidi, e la nuova legge sulla cassaintegrazione straordinaria -è la denuncia dei sindacati- non permette di essere applicata a casi come quello della Stampi. Risultato: si chiude.

"Esprimo vicinanza e solidarietà ai lavoratori della Stampi Group di Monghidoro e alle loro famiglie: stanno vivendo un dramma che non può lasciare indifferenti. L'auspicio è che si perseguano tutte le strade, tutte le possibilità per trovare soluzioni perché nessuno sia abbandonato a un destino ingiusto e che lede la dignità delle persone e impoverisce un territorio già di per se fragile come la nostra montagna". osserva Simonetta Saliera, presidente dell'Assemblea legislativa regionale.

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