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Giovedì, 28 Marzo 2024

La particolare storia dell'Apollino, la Statua di Canova riscoperta a Bologna | VIDEO

La scultura è custodita all'interno delle Collezioni comunali di Palazzo d'Accursio

Una statua raffigurante un giovane Apollo. Un'opera per decenni attribuita a Cincinnato Baruzzi, salvo poi nel 2013 scoprire che non era sua, ma del suo celebre maestro, Antonio Canova. E ora, grazie a un prestito per una mostra a Possagno (Treviso) per il bicentenario della morte del grande scultore, per la prima volta sarà restaurata.

È la particolare storia dell'Apollino, la scultura custodita all'interno delle Collezioni comunali di Palazzo d'Accursio, sede del Comune di Bologna.

La racconta la responsabile del museo Silvia Battistini che, durante un sopralluogo con la commissione consiliare comunale, si è soffermata a lungo sull'importanza dell'opera.

"La statua non è mai stata sottoposta a un restauro capillare e proprio recentemente è stata chiesta in prestito a un'importante mostra organizzata dal Museo di Possagno, dedicata al bicentenario della morte di Canova appunto- ricostruisce l'esperta- in quest'occasione il comitato organizzatore della mostra si è reso disponibile a finanziare il restauro della statua presso l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, quindi un'eccellenza a livello mondiale".

Per l'occasione, spiega ancora Battistini, "verranno acquisiti una serie di dati sulla tecnica esecutiva della statua, ma verranno anche probabilmente recuperate le patine originali che lo scultore aveva steso proprio sulla statua stessa. Quindi ci sarà un recupero non solo estetico, ma di una serie di dati e di conoscenze molto importanti, anche da raccontare in futuro al nostro pubblico, al pubblico bolognese ma non solo".

La storia dell'opera è molto particolare. "La scultura fu realizzata nei primi anni dell'Ottocento dal maestro Antonio Canova e fu venduta in Francia. Quindi ebbe una sua vita francese fino a circa metà dell'Ottocento. Poi fu riacquisita, non sappiamo esattamente come, da Cincinnato Baruzzi, scultore anch'egli e uno dei più fedeli allievi di Canova, che nel 1878, alla sua morte, lasciò tutto il suo patrimonio al municipio di Bologna".

Da qui l'equivoco. "Per diversi decenni si è pensato che fosse una scultura di Cincinnato Baruzzi e solo un lavoro di studio molto attento, portato avanti da una mia collega, la dottoressa Antonella Mampieri, meno di un decennio fa, ha appunto portato alla consapevolezza che la scultura era invece un originale di Antonio Canova".

Per l'occasione l'opera è stata anche trasferita nella cosiddetta sala Boschereccia, completamente dipinta con paesaggi alle pareti, che permette di ammirarla a 360 gradi e quindi di fruire nel modo migliore. Ora con il restauro in vista, si riscoprirà una seconda volta un'opera dal valore importantissimo.

"Si ricostruiscono dei pezzi di storia. E poi, da un punto di vista naturale, e storico artistico, perché si aggiunge un tassello alla conoscenza dell'opera di un grande, di un grande maestro. Poi certamente si accende un faro diverso su quelle che sono le collezioni storiche delle nostre città", conclude Battistini. (Video agenzia Dire)

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