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Cronaca Via di Corticella

Caserme Rosse: mutilata Madonnina. Merola: "Un gesto che offende tutti noi"

Brutale atto vandalico ai danni della statua in omaggio alla memoria delle migliaia di persone tenute prigioniere a Bologna e poi deportate nei campi di concentramento tedeschi

Duro atto vandalico a Bologna ai danni della statua della Madonnina delle Caserme Rosse, mutilata da ignoti. E'stata spaccata a metà, con "un gesto che offende tutta la città", ha tuonato il sindaco Virginio Mrola, soprattutto in considerazione dell'alto valore simbolico del monumento che rende omaggio alla memoria delle migliaia di persone tenute prigioniere alle Caserme Rosse, poi deportate nei campi di concentramento tedeschi.

"E’ un simbolo per tutti i cittadini - ha aggiunto in una nota il primo cittadino - e contribuisce a tenere viva la memoria di una terribile tragedia, che colpì duramente anche Bologna".

Che si tratti di un atto scellerato in seno ad una scorribanda notturna fine a se stessa o di un gesto simbolico e premeditato non è ancora dato sapersi. Ma l'auspicio di Merola è che "sulla vicenda si faccia chiarezza nel minor tempo possibile e che il monumento venga al più presto ripristinata". A tal proposito il settore Qualità della Città se ne sta già occupando, parola del Sindaco.

CASERME ROSSE, LAGHER BOLOGNESE. Le Caserme Rosse di Bologna furono uno dei punti di raccolta e smistamento gestito dall’esercito tedesco e dalla Guardia nazionale repubblicana in Italia. I primi ad essere portati alle Caserme Rosse furono i militari, non si sa con esattezza quante persone transitarono in questa caserma, in via di Corticella 147. Testimonianza principale di questo luogo è data da don Giulio Salmi che nel febbraio 1944 era stato nominato cappellano delle Caserme rosse dove, con la collaborazione di alcune suore della Congregazione delle Visitandine, di crocerossine e di volontari organizzò una rete di assistenza chiamata Pro rastrellati (Pro-Ra) che si adoperò per assistere le persone internate in questo campo, provvedendo anche a tenere i contatti con le famiglie.

Scrive don Salmi: "il luogo che avevo scelto per esercitare, prete di 23 anni, il ministero sacerdotale era realmente una palestra tra le più difficili, ove alle difficoltà ambientali si sposava la diffidenza dei comandi tedeschi. Tuttavia cercai di organizzarmi nell’intento di far fronte al progetto tragicamente grandioso di assistere in condizioni quasi impossibili, migliaia di persone: trovai alcuni sacerdoti miei coetanei, alcune crocerossine, alcuni giovani coraggiosi."

Da una sua testimonianza risulta che nel 1944 dalle Caserme Rosse transitarono circa 35 mila "rastrellati", ossia uomini di ogni estrazione sociale catturati come forza lavoro, ma anche partigiani arrestati in seguito a delazioni o a operazioni svolte contro la Resistenza e sacerdoti imprigionati assieme alla popolazione.

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