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Giovedì, 28 Marzo 2024

Dentro l'Ex Staveco, al via il bando per la nuova 'Città-parco' | VIDEO

La presentazione del concorso per la riqualificazione dell'area promosso da ministero della Giustizia, Agenzia del demanio e Comune. A luglio il progetto vincitore

Cittadella della Giustizia, parco pubblico e cerniera tra centro e colli. Con nuovi parcheggi e percorsi pedonali. È su queste basi che sarà riqualificata l'ex area Staveco, dismessa definitivamente dal 2003 e (finalmente) in procinto di essere riconsegnata alla città. Come già noto, c'è tempo fino a marzo 2023 per presentare il progetto. 

I tempi

Il concorso di progettazione è organizzato in due fasi. Il termine per la presentazione delle offerte per il primo grado è il 16 marzo 2023.  Da tale data inizieranno le fasi di valutazione e selezione delle offerte pervenute, da cui saranno individuate le migliori prime cinque proposte che accederanno al secondo grado. 

Il termine per la presentazione delle offerte del secondo grado è il 12 giugno 2023. Come da disciplinare di gara, il 7 luglio 2023 ci sarà la proclamazione del vincitore del concorso a cui verranno affidate le successive fasi della progettazione. 

La somma totale dell'investimento per l'opera è di circa 280 milioni di euro, di cui 178 per i lavori di riqualificazione, a cui bisogna aggiungere altri importi, tra cui progettazione, commissioni di gara, collaudi e verifiche. 

Per il primo lotto sono già stati stanziati dal Ministero della Giustizia circa 105 milioni.

Parco della Giustizia

Il compendio militare dell'ex STA.VE.CO. è costituito da una cinquantina di edifici con varia destinazione, realizzati in periodi diversi secondo le esigenze militari. 

In buona parte sono caratterizzati da un precario stato di conservazione per la condizione di abbandono in cui da tempo versano. Il restauro e l’adeguamento sismico riguarderà circa 35 mila mq di edifici, mentre oltre 7000 mq saranno interessati da demolizioni e ricostruzioni e più di 3000 mq saranno le nuove costruzioni. 

La ex cittadella militare, di circa nove ettari, costituisce ancora oggi un nodo nevralgico e il progetto sarà un'occasione per superare una cesura che nei secoli si è creata tra la collina e il centro storico di Bologna. 

L’intervento di recupero e rigenerazione dell’ex compendio militare di Bologna, come nuova sede del Polo della Giustizia, dovrà distinguersi per un alto livello di qualità progettuale, attraverso metodi e tecniche innovative di restauro e di tutela degli edifici di interesse storico e architettonico. La riunificazione della maggior parte degli uffici giudiziari del capoluogo consentirà l'abbattimento delle spesa per le locazioni passive e l'allestimento di una infrastruttura di spazi pubblici riorganizzati e moderni. Tra magistrati, avvocati e altro personale, si stima che il Polo ospiterà oltre 1000 persone. 

Criteri e requisiti per la progettazione

L’intervento dovrà assicurare il restauro e la conservazione degli elementi di valore storico architettonico degli edifici e proteggere il loro grado di autenticità, in particolare: per le strutture perimetrali in muratura portante, il ricco sistema di orizzontamenti di varia tipologia, testimonianza delle diverse destinazioni d’uso degli edifici dell’ex compendio militare e delle tecniche costruttive in uso nel Novecento. Per le finiture storiche ancora riconoscibili, quali ad esempio: tracce di intonaco murario, pavimenti ancora conservati, laddove ritenuti da valorizzare.  per gli affreschi presenti e il recupero delle opere di Street Art, a testimonianza della vocazione artistica che ha pervaso l’area in contrapposizione a quella militare.

La Soprintendenza richiede la valorizzazione e lo spostamento dei murales in un'area espositiva all’interno del complesso.  Per il panorama sotterraneo del torrente Aposa, si dovrà prevedere la perfetta integrazione con la scena urbana dell'antica galleria che comprende lo scorrere continuo delle acque, ma anche archi e contrafforti, un campionario vasto di volte, cunicoli, sbocchi di condotti affluenti, tutti segni di una rete complessa e plurisecolare.

Parco e accesso pedonale 

Lo studio urbanistico ha evidenziato, che in fase di progettazione dell’area del complesso militare ex STA.VE.CO., bisognerà considerare che l'area:  è collocata nel Quartiere Santo Stefano, tra la zona pedecollinare e la linea delle mura trecentesche, in prossimità di due polarità di rilevanza metropolitana, regionale e nazionale: il sistema delle colline bolognesi e l’Ospedale Rizzoli. L’area del nuovo Parco della Giustizia potrebbe svolgere un’importante funzione di accesso ciclo-pedonale e di sosta, sia a servizio del sistema ambientale dei colli che del prestigioso presidio medico-sanitario Rizzoli.  Può fungere da cerniera di raccordo urbano, in quanto elemento di congiunzione tra il Centro storico di Bologna, le colline bolognesi e i giardini Margherita.  Può diventare uno spazio aperto alla città con l’insediamento di nuove funzioni, in una relazione di permeabilità tra gli spazi del futuro Polo della Giustizia e il contesto urbano e ambientale circostante, avendo come obiettivo prioritario il benessere pubblico.    

L’Agenzia del Demanio adotta le tecnologie di nuova generazione per lo sviluppo di progettazione, costruzione e manutenzione. Pertanto, per il Parco della Giustizia, si prevede di sviluppare una progettazione integrata avvalendosi dell’applicazione della metodologia BIM (Building Information Modeling). Considerata la specificità dell’opera in oggetto, l’Agenzia del Demanio ha deciso di adottare una serie di protocolli energetico-ambientali che consentiranno di stimare il livello di qualità sociale e di sostenibilità dell’intervento:  il protocollo GBC Historic Building, specificatamente rivolto agli edifici storici che costituiscono “testimonianza materiale avente valore di civiltà”, applicabile ad edifici costruiti prima del 1945 per una porzione ad almeno il 50% degli elementi tecnici esistenti;  il protocollo LEED®, che promuove un sistema di progettazione integrata sull’intero edificio ed è rivolto alla progettazione, costruzione e gestione sostenibile di edifici ed aree territoriali ad alte prestazioni.  

Il risultato porterà alla realizzazione di un complesso di grande qualità finale, con notevoli risparmi nei costi di gestione rispetto ad edifici tradizionali, con l’obiettivo di raggiungere un livello di certificazione elevato di tipo Gold. Inoltre, l’Agenzia persegue e attua metodi di valutazione della sostenibilità secondo i principi ESG, ossia che tengano conto degli impatti di natura ambientale,  sociale e di governance.  

Il progetto della parte destinata a parco dovrà porre attenzione all’adattamento al cambiamento climatico, al benessere dei cittadini, alla tutela della biodiversità. Le specie arboree da conservare devono migliorare la resilienza degli habitat, l’efficienza ecologica, la piena funzionalità degli ecosistemi e, nel contempo, la percezione estetico-percettiva legata alla presenza di sistemi naturali e di nature based solutions previste nel piano del verde urbano comunale.  

Per la sistemazione delle aree verdi devono anche essere considerate le azioni che facilitino la successiva gestione e manutenzione.  Per le aree di nuova piantumazione, dovranno essere scelte specie vegetali idonee, caratterizzate da ridotta esigenza idrica, resistenza alle fitopatologie, assenza di effetti nocivi per la salute umana. Deve essere predisposto un piano di gestione e irrigazione delle aree verdi a goccia e interventi necessari a garantire un corretto deflusso delle acque superficiali sulle aree verdi.

Gli spazi verdi devono contribuire, infine, allo sviluppo e alla creazione di un’identità locale, nazionale e di opportunità formative e culturali.  All’interno del Parco pubblico dovranno essere individuati anche delle aree che fungano da luoghi di incontro con il cittadino, è infatti prevista anche la possibilità di realizzare spazi per rappresentazioni culturali e artistiche nei vari periodi dell’anno.  

Nella restituzione alla collettività della ex STA.VE.CO. si dovrà contribuire a qualificare Bologna come "città dei diritti", specialmente quelli “fragili” dei soggetti più deboli, per l’affermazione di una giustizia solidale e di una legalità sociale. Per questo il Comune di Bologna prevede la progressiva costituzione di un “Tribunale dei diritti fragili”. Con il potenziale accorpamento di funzioni quali il Tribunale per i minorenni e le sezioni del Tribunale ordinario che si occupano di famiglia, di diritti della persona e di protezione internazionale, si potrebbe creare un polo non solo giuridico, ma anche culturale di studio e tutela dei diritti fondamentali.

Parcheggi

La proposta dovrà prevedere una dotazione di parcheggi pubblici di circa 400 posti auto, rispetto ai 180 attuali, considerando anche le esigenze legate alle funzioni degli uffici giudiziari. L’area parcheggio dovrà integrarsi con il paesaggio collinare e, anche attraverso soluzioni green, trasformarsi in uno spazio votato all’ecosostenibilità.

In merito alla rete di connessioni ciclo-pedonali, la proposta progettuale dovrà rappresentare una rete di percorsi e di passerelle dedicate per la realizzazione di itinerari compiuti e funzionali sia alla fruizione del Parco che al collegamento con le aree urbane limitrofe come il centro storico di Bologna, le Colline Bolognesi e i Giardini Margherita.  Il progetto dovrà recepire anche le richieste avanzate dal Ministero della Giustizia e concentrare le funzioni dell’attività giudiziaria secondo un principio di razionalità distributiva interna da integrarsi con gli insediamenti circostanti, creando aperture, connessioni e attraversamenti al fine di aprire il comparto alla città in modo mirato e controllato.

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