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Cronaca

Stipendi ai sanitari impegnati contro il Covid, i sindacati: "Rischio tagli, Regione aumenti i fondi"

L'esplodere dell'emergenza sanitaria ha ingrossato le fila di medici e infermieri dentro gli ospedali, ma secondo i sindacati all'orizzonte non si vedono interventi strutturali per allargare anche la dotazione finanziaria per il pagamento delle voci accessorie ai salari, che in alcuni casi corrispondono anche al 30 per cento del totale. "Presidi e raccolta firme"

I fondi sono sempre gli stessi, ma i sanitari sono aumentati. Risultato, nelle Ausl e negli ospedali stanno saltando i contratti integrativi, con il paradossale risultato che -in alcuni casi- si verifica "la beffa di venir chiesti indietro a fine anno alcuni emolumenti" a medici e infermieri impegnati nella lotta al Covid.

Questa è la denuncia dei sindacati confederali, che per domani hanno in programma una serie di presidi davanti alle Ausl di tutta la regione per chiedere alla giunta Bonaccini di intervenire, rimpinguando il fondo integrativo destinato ai sanitari. In programma presidi al Maggiore, al Sant'Orsola e al Rizzoli. Si fa spazio anche una raccolta firme, in dieci giorni circa 2mila sottoscritte solo a Bologna.

Voci in busta paga, quelle delle indennità, riconosciute per esempio a chi fa turni notturni, terapie intensive, lavoro in reparti di malattie infettive, che può sfiorare anche "il 30 per cento dello stipendio" di un lavoratore della sanità.

Il fondo dedicato però è congelato dal 2015, mentre il personale è cresciuto. Guardando alle cifre su Bologna, i sindacati parlano di circa mille lavoratori in più ("passati da 6600 a 7600") per l'Ausl bolognese e di 700 in più per quanto riguarda il Sant'Orsola ("da 3700 a 4400"). In altre parole le risorse dedicate agli integrativi riportano lo stesso ammontare per una platea che invece nell'anno del Covid è cresciuta nei numeri, con i risultato che le aziende hanno iniziato a bloccare scatti di anzianità e indennità aggiuntive varie.

"E' già successo in alcune aziende, come a Ferrara e Imola" scandisce Gaetano Alessi di Fp Cgil "dove si stanno bloccando delle retribuzioni aggiuntive per i lavoratori". Il problema si è già presentato nel 2020, ma con misure una tantum la Regione aveva provveduto a sanare parzialmente il gap. Ora però i sindacati chiedono un provvedimento strutturale.

Integrativo sanitari Covid: "Ausl già 'sotto' di un milione"

"Chiediamo alla Regione dei fondi continuativi per compensare lo sforzo dei sanitari impegnati notte e giorno contro il Covid" ribadisce Alessi, che aggiunge qualche cifra in merito. "In questo momento" guardando alla specifica voce "la Ausl di Bologna ha un negativo di un milione di Euro, e siamo solo all'inizio dell'anno". Se non arrivano altre risorse "si arriverà alla fine dell'anno con tre milioni" di rosso. Per il Sant'Orsola le cose vanno leggermente meglio "è positivo per un milione, ma guardando alle spese sostenute l'anno scorso anche quello è destinato ad andare in negativo entro la fine dell'anno".

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"Doppi turni, ferie che saltano, riposi che mancano, spostamenti interni da Bologna a Bentivoglio senza preavviso" elenca Gastone Spizzichino, della Uil Fpl. "Fa male pensare che a questi operatori ed operatrici non arrivi niente degli aumenti dovuti. Qui ci vogliono i fatti", aggiunge.

Stefano Franceschelli, segretario della Fp Cisl di Bologna ricorda infine alla Regione che "questo è il momento di uscire dalla fase della retorica e entrare nella fase degli investimenti. Se la pandemia ci ha lasciato qualcosa, è il bisogno di un servizio sanitario pubblico che funzioni". Quindi occorre "sostituire alla fase di emergenza investimenti strutturali importanti, a partire dalle persone che lavorano in quelle strutture. Chiediamo quindi che alla Regione di utilizzare tutti gli spazi legislativi a disposizione per un intervento stabile e duraturo sui contratti".

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