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Cronaca

La storia di Aldin, che a 60 anni vive per strada: "Non ho nessuno, col freddo la mia casa è il dormitorio"

Le persone accolte delle strutture del piano freddo non hanno standard: c'è chi vive da sempre così, chi ha perso il lavoro e si è trovato povero all'improvviso. Ognuno ha percorsi diversi: "Per qualcuno la vita in struttura è difficile"

Aldin è un nome di fantasia, ma è molto comune nel paese di questo omone che da Sarajevo è scappato ormai tanto tempo fa e che a Bologna vive da due anni. Lui ne ha sessanta ed è uno dei tanti senzatetto che incrociamo per strada e che magari chiede qualche spicciolo per "fare giornata" e comprarsi qualcosa da bere, da mangiare o per coprirsi. La sera però una casa, perlomeno in questo periodo di freddo intenso, ce l'ha: "Vengo in dormitorio, qui si sta bene - spiega accennando a un sorriso da una delle camere del centro Beltrame-Sabatucci - non so cosa mi succederà, quello che so è che l'inverno è duro e va superato in qualche modo e spero di essere nelle condizioni di poterlo fare". E proprio nelle ultime ore è avvenuto a Bologna, su una panchina di via San Felice, il ritrovamento di un clochard di 75 anni senza vita: sarebbe stato contattato dai servizi che volevano accoglierlo, ma lui (che era di Marzabotto) ha rifiutato l'aiuto, come ha spiegato anche il sindaco Matteo Lepore esprimendo tristezza e voglia di capire fino in fondo come siano andate le cose.  

Morire su una panchina, al freddo, nella città d'Italia dove si vive meglio 

La vita per strada è sopravvivenza: "Non ho desideri, non ho più nessuno"

"La mattina mi sveglio, mi preparo ed esco subito perché se no qualcun'altro prende il mio posto - racconta Aldin parlando della sua giornata tipo - La sera dopo le sette rientro e non è poi così male la convivenza, basta avere rispetto e non ci sono motivi per discutere". E quel posto da difendere è una striscia di qualche metro lungo via Indipendenza: "Sto provando a raccogliere i soldi per comprare un telefono e poter sentire e vedere mia sorella, che è l'unica componente della famiglia che mi è rimasta. Per il resto ho anche degli amici, ma sono tante per strada le persone di cui non ci si può fidare". Alla domanda "hai dei desideri?" una risposta però non ce l'ha. Una cosa simile a una risata però ci scappa parlando dei Mondiali del 1990 e della partecipazione della Jugoslavia alla Coppa del Mondo di Roberto Baggio e Totò Schillaci. 

Scatta il piano freddo: "Aumento dei posti letto e più attenzione alle fragilità"

Chi sono e quante sono le persone accolte: "In strada da tempo e nuovi poveri"

Il centro Beltrame è una delle strutture che rientra nel piano freddo ed è un centro di accoglienza per persone senza dimora gestito da Società Dolce per il Consorzio l’Arcolaio, su committenza di ASP Città di Bologna. Consolata Solinas è l'educatrice responsabile del piano freddo: "Al dormitorio si accede attraverso i servizi di prossimità che intercettano le persone. Questi servizi sono l'Help Center, l'Unità di Strada e il Cin, oltre al servizio mobile di sostegno che fa dei giri anche di sera per intercettare eventuali ingressi. Al momento i nostri 20 posti (15 maschili e 5 femminili) sono tutti occupati eccetto uno. La popolazione che accogliamo è molto eterogenea a si trovano storie e vissuti diversi. Dalla persona che vive per strada da anni, come qualcuno che invece ha perso il lavoro o è stato colpito da fragilità. Non esiste uno standard, solo storie diverse. Come quella di Aldin per esempio, che lo ha messo particolarmente alla prova. Da non sottovalutare che per molti la vita in struttura e la convivenza sono molto difficili". 

Solinas spiega quanto sia importante il piano freddo, visto che sebbene abbia una durata limitata (dal 1°dicembre al 31 marzo), è utile per creare degli relazioni con le persone che hanno bisogno di supporto: "Il piano freddo ha anche un importante taglio educativo e di rinserimento sociale nonostante sia temporaneo perchè è un lavoro di aggancio e relazione attraverso le risorse che abbiamo, che ci consente poi di costruire dei percorsi che portino ad altro da aprile in poi. E le situazioni possono cambiare". 

Possono i bolognesi dare un supporto e in che modo? "I cittadini possono contribuire donando delle coperte o vestiario che sia in buone condizioni perché dobbiamo garantire la dignità alle persone e in generale se vedono delle situazioni particolari possono contattare i servizi di prossimità" conclude Solinas. 

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Consolata Solinas

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