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Cronaca

Strage Bologna, Governo convalida la libertà per Mambro e Fioravanti

La libertà concessa ai due condannati per la strage alla stazione è regolare. Così fa sapere Cosimo Maria Ferri, rispondendo ai dubbi dei parenti delle vittime: 'Risposta burocratica. Vogliamo sapere chi continua a pagare il prezzo del loro silenzio e il loro sostegno'

E' regolare la libertà condizionale, ovvero la sospensione della pena detentiva, concessa a Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, condannati per la strage alla stazione di Bologna. Così fa sapere il Governo, per bocca di Cosimo Maria Ferri, sottosegretario alla Giustizia, che ha respinto oggi obiezioni, dubbi ed eccezioni sollevate da Paolo Bolognesi, deputato Pd e presidente dell'associazione dei parenti delle vittime della strage: a parer suo non c'erano i presupposti di legge per concedere quel beneficio. E invece è tutto in regola, gli ha risposto oggi alla Camera il sottosegretario, escludendo anche che serva mandare ispettori del ministero a verificare eventuali irregolarità.
Il Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria e l'ispettorato generale del ministero, ha detto, "hanno evidenziato la mancanza di elementi dai quali desumere che i provvedimenti assunti dal Tribunale di sorveglianza di Roma siano stati adottati in violazione di norme procedimentali o sostanziali o per altre ragioni rilevanti in sede disciplinare; non si ritiene pertanto necessario avviare ulteriori attività ispettive al riguardo". Il fatto che Mambro e Fioravanti avessero contatti con altri ex Nar come loro come Gennaro Mokbel (o altri) coinvolti nell'inchiesta di ''Mafia capitale'', non porta automaticamente lo stop al beneficio. La libertà condizionale  si concede con determinati requisiti, e nel caso di Mambro e Fioravanti si è accertato ci fossero. Ad ogni modo, ha aggiunto, nella sua autonomia il Tribunale di sorveglianza potrà valutare gli esiti di ''Mafia capitale'' e assumere decisioni.

Per ottenere la libertà condizionale dopo la condanna all'ergastolo, bisogna aver scontato almeno 26 anni della pena inflitta e avere avuto un comportamento che faccia "ritenere sicuro" il ravvedimento, la "vera condicio sine qua non per la concessione del beneficio". Tocca all'autorità penitenziaria certificare "una condotta assolutamente incensurabile" e a un giudice valutare "l'evoluzione psicologica e culturale del condannato rispetto al crimine commesso" soprattutto se ha maturato "una consapevolezza della gravità del danno procurato alle vittime". Va anche escluso il rischio di nuove condotte criminali. Peraltro, il ravvedimento, "pur certo" non per forza dev'essere "anche perenne e assoluto, tanto da costituire una vera e propria garanzia del reinserimento sociale". Infatti il beneficio può essere revocato.

La Digos di Roma ha escluso che Fioravanti e Mambro abbiano "collegamenti attuali con la criminalità organizzata od eversiva"; entrambi hanno scontato 26 anni e per entrambi l'ok alla "liberazione condizionale" segno'' la fine di un percorso "connotato da esiti positivi, che aveva già condotto alla concessione di benefici sempre crescenti", ricorda Ferri. Per Fioravanti permessi premio nel 1998 e nel 1999 l'ammissione al lavoro esterno al carcere, poi nel 2001 la semilibertà. Percorso analogo per Mambro. Per il Tribunale di sorveglianza di Roma, per entrambi "l'esistenza di un sicuro ravvedimento venne dedotta ''sulla base degli esiti della lunga osservazione della rispettiva personalità, attestati nelle relazioni degli operatori, in cui si evidenziavano l'avvenuta maturazione di un genuino processo di rielaborazione critica delle scelte criminali del passato e il definitivo ripudio dei disvalori ad esse sottese, accompagnato da angoscioso senso di colpa per le vittime".

Ferri cita anche i "rapporti personali ed epistolari" di Fioravanti con i familiari di alcune delle vittime e quelli "vanamente" tentati con i parenti delle persone uccise nella strage di Bologna, "di cui peraltro i due condannati si sono sempre dichiarati innocenti".

Di Mambro viene ricordato che "si era proficuamente dedicata ad attività di volontariato, ritenuta indice di sicura volontà di ristoro simbolico, essendosi occupata di minori abbandonati o ristretti a Casal di Marmo". Al tempo stesso, ha precisato poi il sottosegretario, non è stata attribuita "alcuna valenza negativa al mancato adempimento delle obbligazioni risarcitorie nascenti dai delitti loro attribuiti, in quanto direttamente derivante dalla sostanziale incapacità economica dei due condannati".

Prima di passare al tema dei legami con Mokbel, Ferri ricorda che comunque "va rilevato che le decisioni in ordine al ravvedimento dei condannati attengono al merito dei procedimenti di concessione della liberazione condizionale e sono, come tali, rimessi all'autonoma valutazione del giudice". Ma appunto, per il Governo non ci sono estremi per mandare ispettori a verificare se il Tribunale poteva o no concedere il beneficio. Quanto, infine, a ''Mafia capitale'' sono effettivamente emersi contatti diretti di Mokbel e di sua moglie con Mambro e Fioravanti, ma "il contenuto di tali conversazioni è stato ritenuto, anche dal Gip, in sede di ordinanza cautelare, non penalmente rilevante"; e anche i dialoghi sull'aiuto economico a Mambro e Fioravanti erano talmente generici da non richiedere ulteriori indagini.

PARENTI DELLE VITTIME DELUSI. "Non sono assolutamente soddisfatto". Paolo Bolognesi non ci sta. Per il presidente dei parenti delle vittime della strage di Bologna e deputato Pd, la libertà  condizionale a Francesca Mambro e Valerio Fioravanti non andava proprio concessa. "Un beneficio- ricorda- che suscita molte perplessità anche alla luce degli elementi emersi nel corso del processo a carico di Mokbel (il cui nome è spuntato nelle carte dell'inchiesta ''Mafia capitale'', ndr) dove, a seguito di intercettazioni telefoniche, si apprende che lo stesso indagato ha affermato di aver speso un milione e 200.000 euro per la liberazione di Mambro e Fioravanti, facendo carico della relativa spesa la cassa comune dell'associazione criminale formata dai proventi delle attività illecite per le quali era stata avviata l'indagine nei suoi confronti".

Bolognesi ha messo a verbale, oggi alla Camera, la sua insoddisfazione dopo aver sentito la risposta definita "burocratica" del sottosegretario Cosimo Maria Ferri.  Per Bolognesi "l'entità dell'importo dichiarato dal Mokbel non può corrispondere al solo costo delle spese legali. È oggettivamente ipotizzabile che quell'erogazione potesse essere rivolta anche a compensare il silenzio, sempre mantenuto da Fioravanti e Mambro, in ordine ai mandanti della strage di Bologna". E comunque, "i fatti giudiziari ci confermano il sussistere di inquietanti coperture e benefici agli ex terroristi neofascisti, attribuendo loro incarichi che richiedevano ben altri requisiti morali e di affidabilità, permettendogli di dettare e inquinare le regole degli appalti delle amministrazioni pubbliche o scarcerandoli, come nel caso di Mambro e Fioravanti nonostante ben sette ergastoli". Insomma, insiste, "vogliamo sapere perchè e vogliamo capire chi continua a pagare il prezzo del loro silenzio e il loro sostegno. Auspicavo che dopo 17 mesi da questa interrogazione ci fosse una risposta più competente, ma ciò non è avvenuto", si lamenta Bolognesi. E conclude: "Non capisco come ancora oggi non si intervenga per approfondire la concessione della liberazione condizionale, che non doveva essere assolutamente compresa. Quando si parla della completa comprensione dei danni compiuti dai criminali, credo che sia importante tenere conto che queste persone si ritengono innocenti per la strage di Bologna, dopo tutte le sentenze che ci sono state, e anche questo doveva essere uno dei punti che dovevamo impedire di arrivare a questa concessione". Peraltro, la prova del ravvedimento, ricorda, si basò "solo su un appello di varie personalità in relazione alla attività prestata dai due a favore della associazione ''Nessuno tocchi Caino'', che era tra i promotori di una campagna mediatica di disinformazione, abilmente orchestrata, con l'appello ''E se fossero innocenti'' a favore di Mambro e Fioravanti".

MOVIMENTO 5 STELLE: 'NON SAPREMO MAI LA VERITA' SULLA STRAGE'. La convalida della libertà per Mambro e Fioravanti dal Governo viene presa male anche dal Moimento 5 stelle. "Libertà condizionata, in parole povere si chiama "pace libera tutti", così sarcastico il consigliere comunale grillino Max Bugani, per cui "ormai è chiaro anche ai più ingenui che la verità sulla strage del 2 agosto non la sapremo mai e che i mandanti resteranno circondati da un alone di mistero. In Italia sono sempre troppe le persone coinvolte e fanno parte di schieramenti opposti che si autoproteggono col silenzio reciproco. Caro Bolognesi, qui a galla verrà sempre qualcosa, ma non sarà mai la verità."

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